sabato 26 gennaio 2013

SIMENON. MAIGRET E' PERPLESSO

Questo weekend inauguriamo una nuova rubrica: "... magari come Simenon!". Si tratta di uno spazio riservato a brevi racconti che hanno in qualche modo a che fare con Simenon e Maigret. Questo prino che proproniamo é  un racconto davvero sintetico che però, ci fa entrare in punta di piedi in casa Maigret e ci permette di ascoltare di soppiatto le semplici (ma profonde) chiacchiere tra marito e moglie. Proprio come piaceva fare a Simenon che andava matto per poter rubare i momenti d'intimità in cui le persone sono sè stesse, senza maschere e senza i filtri che la società impone. Speriamo che tra i nostri amici ce ne siano altri che vogliano cimentarsi con questi che abbiamo voluto chiamare E-Short-Stories, brevi storie nate per il formato digitale che magari diventeranno un altro modo per incrementare i rapporti tra Simenon Simenon e i suoi  visitatori.


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MAIGRET È PERPLESSO

di Paolo Secondini

La signora Maigret si affacciò sull’uscio del piccolo salotto, e rimase un istante a osservare suo marito. Quante volte gli aveva notato sul viso la stessa espressione meditabonda, che lo faceva sembrare più vecchio di quanto non fosse.
«Che c’è, Maigret,» chiese sua moglie, «qualcosa ti turba?»

Il commissario si scosse leggermente e si tolse la pipa dalla bocca.

La signora Maigret gli si avvicinò.

«È pronto in tavola. Non vieni a mangiare?» chiese ancora, senza avere aspettato una risposta alla prima domanda.

«Tra un minuto,» rispose il commissario. «Stavo pensando…»

«A cosa?» lo interruppe la moglie sedendogli accanto sul divano.

«A come l’uomo sa essere a volte terribilmente crudele.»

«Ti riferisci all’assassinio di Nanette Bardieu di cui ti sei occupato in questi giorni?»

«Già!»

«Ancora stamane i giornali riportavano il caso con molta dovizia di particolari.»

«Una vecchia discreta e tranquilla,» disse il commissario. «Non ha mai creato problemi né dato fastidio a nessuno. Forse la donna più buona e generosa che sia mai esistita.»

«Uccisa barbaramente dal nipote,» commentò la signora Maigret. «E per cosa? Denaro!... Gliene aveva già dato abbastanza a ogni continua richiesta, attingendo dalla sua misera pensione.»

«È proprio questo che mi lascia perplesso,» esclamò il commissario. «Vedi, signora Maigret, il mio lavoro mi ha fatto conoscere perfettamente – quasi toccare con mano – due aspetti fondamentali dell’uomo: la grande bontà e la bieca cattiveria; due aspetti profondamente contrastanti, di cui uno è negazione dell’altro; ma due aspetti che, il più delle volte, albergano tranquillamente vicini nell’animo. Mi domando come ciò sia possibile.» Scrollò la testa, poi, alzandosi dal divano: «Andiamo a tavola!»

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