E'
difficile dire con precisione quando Simenon ebbe una decisiva ed
indiscutibile consacrazione letteraria. Intanto la sua avventura di
romanziere fà registrare una serie di tappe che hanno avuto
un'importanza fondamentale sia che le si consideri come un salto di
livello avvertito dallo scrittore stesso, oppure come una svolta
decisiva percepita dai critici o da altri letterati.
Ci sono le
famose tappe indicate da Simenon. Il passaggio dalla letteratura
popolare ai Maigret e poi quello dalle inchieste del commissario ai romans-durs.
Oppure l'appoggio di un nume tutelare della letteratura fancese come André Gide e l'ingresso nel sancta-sanctorum
degli scrittori, la casa editrice Gallimard. O anche il ritorno in
Europa, dopo dieci anni negli Stati Uniti, quando lo scrittore stesso
toccò con mano il tipo di accoglienza e la risonanza che il rientro ebbe
nel mondo dei media e in quello letterario. Anche in questo caso
Simenon si rese conto di come fosse cresciuta la sua statura letteraria
rispetto a quando aveva abbandonato la Francia nel 1945.
Ma
diversi studiosi, biografi e specialisti individuano tra il 1963 e il
1964 il momento in cui, a livello internazionale, Simenon veniva
percepito come uno dei romanzieri più significativi del secolo. Ad
iniziare dal plauso di François Mauriac in un famoso articolo su Le Figaro Littéraire (maggio 1963) oppure da altri articoli dedicati al romanziere in quegli anni sul francese Le Monde, sul tedesco Tagspiel, sul britannico Times Literary Supplement, sugli americani New York Times, Washington Post e Atlantic Monthly...
Insomma gli anni in cui Simenon pubblicava, tra gli altri, Les Anneaux de Bicêtre La chambre bleu e Le Petit Saint,
ma che erano la summa di una carriera che a quel punto contava un
centinaio di romanzi e una novantina di Maigret. E con una continuità
impressionante che durava dai primi degli anni '30.
A nostro avviso potremmo dire che a quel punto, tra il '63 e il '64, il suo essere "un fenomeno" (la velocità di scrittura, il ritmo di pubblicazione, la grande versatilità....)
che sempre l'aveva contraddistinto nella considerazione generale, era
finalmente offuscato dalla qualità di quello che scriveva (e che aveva scritto).
A quel punto non si parlava più delle sue ottanta pagine in un solo
giorno, dei Maigret che all'inizio erano usciti una volta al mese,
nemmeno si trattasse di un periodico... era definitivamente dimenticata
quella vecchia storia, per altro falsa, del romanzo scritto in una
gabbia di vetro. lnsomma il recordman della scrittura cedeva il passo al romanziere di primissima statura.
Tutto questo accadeva in un momento critico della vita privata di Simenon, la crisi con la moglie era al culmine (tanto che Denyse nell'aprile del '64 abbandonava definitivamente la famiglia Simenon e la villa di Epalinges).
Simenon
aveva 60 anni, aveva sempre scritto, aveva dedicato la sua vita alla
scrittura, aveva lottato contro tutto e tutti quelli che l'avrebbero
voluto diverso. Questo era momento della sua vittoria definitiva. Era
ormai unanimemente considerato un romanziere senza se e senza ma,
proprio come aveva sognato sul quel treno che il 10 dicembre 1922 lo
aveva portato da Liegi a Parigi per iniziare la grande avventura.
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