
"A quell'epoca non si permetteva ai mariti di assistere ai parti delle mogli, perché si riteneva che avessero più bisogno di assistenza loro che la puerpera. Ero ancora una recluta, come si dice sotto le armi, ma ho potuto, molto più tardi, salire di grado e assistere, cuffia bianca in testa e camice da chirurgo, alla nascita di uno dei tuoi fratelli e quello di tua sorella. Senza dare fastidio a nessuno. In fondo era molto più angoscioso restare dietro le quinte, anche se lo scenario era un bel prato verde cosparso di margheritine e tulipani.
Finalmente, quando non osavo più guardare l'orologio, Yvonne apparve in cima alla scalinata esterna del padiglione e mi gridò, gioiosa:
"Vieni, presto!"
Non c'era alcun bisogno di affrettarsi, ma mi precipitai verso la camera, urtando le infermiere, e aprii la porta nel momento in cui Yvonne aggiungeva:
"E' un maschio...".(tratto da Memorie intime - pagina 93 - Adelphi 2003 - traduzione di Laura Frausin Guarino)
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