Un oiseau pour le chat. Letteralmente Un uccello per il gatto. E' il titolo allusivo e molto poco metaforico che Denyse Simenon scrisse nel '78. Con una sorta di legge del contrappasso voleva punire suo marito (non aveva mai voluto divorziare e il suo cognome rimase Simenon) descrivendone i tratti più intimi e meno edificanti, facendosi aiutare da gosth-writer e lavorando in parte di fantasia. Simenon lo definì "buono per gli psichiatri" e in questo giudizio c'era tutta la sua riprovazione, ma anche la pena per un donna che aveva profondamente amato, ma che poi, minata dall'alcolismo e dai suoi problemi pschici ,era diventata un'altra persona, sempre bisognosa di cure, dall'equilibrio instabile e animata da un forte risentimento nei confronti del marito.
Per qualcuno la convivenza di quasi vent'anni con Simenon, non era estranea allo stato in cui si era ridotta. Ma si parla molto anche del suo carattere instabile, delle reazioni al complesso di inferiorità nei confronti del marito, che soprattutto nelle occasioni pubbliche calamitava l'attenzione di tutti, lasciandola in un cono d'ombra.
La scelta del libro, che si abbinò ad una serie di azioni giudiziarie che Denyse intentò contro Georges, era quindi il modo per ripagarlo di tutti quegli anni passati con lui che aveva dato la precedenza alla protagonosta della sua vita, la scrittura.
Denyse non lo accettava, anche se sapeva che nessuno, forse nemmeno i figli, avrebbe potuto rappresentare per il romanziere una ragione di vita più importante della letteratura. E anche lei si sentiva continuamente in secondo piano. Questo però è vero solo in parte. Simenon cercava di essere più vicino possibile alla famiglia, non era un amante della vita mondana, non frequentava il mondo letterario. Certo aveva questa spinta compulsiva sessuale che lo portava alla continua ricerca di donne, ma anche qui Denyse cercò di assecondarlo, addirittura accompagnandolo, quasi per non perderne il controllo. Ma Simenon non era tipo da farsi controllare da nessuno, nemmeno da sua moglie.
Sta di fatto che, aldilà della conclusione drammatica della loro storia, con tutti i problemi e gli strascichi giudiziari, rimane questo libro. Uno dei gosth-writer che l'aiutarono raccontò che una delle ossesioni di Denyse era quella di dimostrare di sapre scrivere meglio del marito.
Più che i contenuti del libro a far rumore quindi fu il notevole colpo mediatico: la vera "signora Maigret" pubblicava un libro sui segreti del marito! E solo questo bastò per scatenare la bagarre dei media che comunque Simeon incassò tutto sommato bene. Chi ne soffrì molto fu invece la figlia, Marie-Jo, la quale dopo un mese morì, suicidandosi.
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