martedì 15 aprile 2014

SIMENON SIMENON. ALLORA... ECCO COME L'ABBIAMO CONOSCIUTO...

Abbiamo scelto una decina di testimonianze di come lettori, amici e collboratori, sono venuti in contatto con i romanzi di Simenon o con le inchieste del commissario Maigret.
Se volete raccontare il "vostro incontro", scrivete o nei commenti di questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com


Enrico - Anche se farà sorridere gli assidui frequentatori del sito, voglio ugualmente raccontare la mia scoperta, letteralmente folgorante, di Simenon.
La mia passione simenoniana è arrivata nel corso della mia maturità (che fortuna!). Da un’amica ho sentito parlare in maniera entusiastica de La camera azzurra. Simenon era da tempo un autore che avevo in mente di “aggredire” e poi ero impaziente di leggere un bel libro, mi fidavo del giudizio, che avrebbe riacceso in me quella curiosità di bambino quando, insieme a tutta la famiglia, si guardava il grande Gino Cervi interpretare quel burbero commissario francese.
Vengo subito preso dal racconto e aspetto con impazienza che il commissario si faccia vivo; vado avanti e, con l’aumentare del piacere della lettura, comincia a farsi strada un piacevolissimo dubbio … Altre poche pagine e al dubbio si sostituisce una certezza: ho scoperto un tesoro! I libri di questo signore belga mi faranno una grande compagnia e non solo con Maigret. Termino La camera azzurra e corro nella mia libreria a comprare un'Adelphi dove questa volta il nome del commissario è ben chiaro in copertina.
Il tempo di divorarlo, ma finiscono tutti così presto? e subito devo prendere la terribile decisione: e ora? Romanzo o Maigret? Sono ormai più di dieci anni che adoro crogiolarmi nel dubbio e ancora non ho trovato una risposta.
L’unica certezza è che dei libri di Simenon, e di pochissimi altri, non si può fare a meno.
Sapere che ci sono mi da una sensazione molto simile alla felicità.


Paolo Bernardini - Avevo 16 anni, per la morte dell'autore nel 1989. Comprai i miei primi 4 oscar Maigret alla Standa, con lo sconto. Subito dopo conobbi le repliche notturne su Raitre di Maigret Cervi Poi arrivarono i romanzi.

Andrea Franco - Era il luglio 1998, andavo per i 16 anni, eravamo attorno al 20 luglio ed ero in vacanza con i miei genitori in un agruturismo della Liguria.
Mi annoiavo e mi misi a guardare gli scaffali di una polverosa libreria... ad un tratto mi salta all'occhio un titolo: Maigret in Olanda. Ero fissato con l'Olanda in quel periodo. La copertina colorata poi mi piacque subito ed anche il fatto che c'era un bel riassunto dei contenuti in ultima pagina. Il libro che lessi in due giorni mi conquistò, avevo letto pochissimi libri fino a quell età (a parte Jack London). Tornato a casa cercai tra una libreria di libri usati altri Maigret,ne avevo una marea tra cui scegliere...poi scoprii che l'Adelphi pubblicava i romanzi di Simenon in cui non c'era Maigret e comprai Gli sconosciuti in casa, un po' per volta sceglievo tra i volumi gia pubblicati i titoli che piu mi ispiravano e cosi,
col passare degli anni, divenni un simenoniano di ferro.

Claudia Vignolo I got my first book in a train station. It was "Maigret se amuse".

Anna Rita Romano - L'ho conosciuto nell'estate del 1993... i suoi Maigret erano abbinati a un quotidiano, la Repubblica se non sbaglio... non l'ho più lasciato...

Cinzia Ciampolini - I miei nonni materni, mia madre, mio zio, tutti simenonisti... Ho dei suoi romanzi in edizione italiana dei primi anni '30, una raccolta Mondadori del 1934, un Tre camere a Manhattan del 1951 , i romanzi pubblicati nella Medusa anni '60 , più qualche altro in lingua originale . Tra l'altro ascoltavo tempo fa su Radio Rai 3 la lettura de Il grande Bob. Il commentatore diceva che non si trova in edizione italiana, ma io l'ho trovato tra i miei: fa parte di volumi-raccolta (romanzi di confessione morale, autobiografici, esotici, parigini, ecc..) del 1967. Quando andai ad abitare a Parigi , passavo le giornate, calepino alla mano, sulle tracce dei luoghi maigrettiani e degli altri ancora. Credo proprio di poter dire che il mio amore, quasi maniacale, per la letteratura francese tutta abbia proprio origine da Simenon.
 
Nicoletta della Corte - Folgorata da Lettera al mio giudice! E da allora è diventato una mia magnifica ossessione

Alma De Donato - figlia di libraria, prima libreria, ho quindi tutto Simenon e....l'adoro, Aspetto con ansia sempre le nuove ristampe

Giulio Masera - Ho visto Maigret alla televisione, ma non nel '64, ma in una delle varie repliche che la Rai ha poi trasmesso. Quella che ho visto io era, mi pare, a metà degli anni '80. Mi sono ricordata che mio cugino, più rande di me, leggeva Simenon, e mi sono fatto prestare una raccolta di cinque-sei romanzi I romanzi della provincia francese, che non erano dei Maigret. Letti quelli, ho alternato, e alterno tutt'ora le inchieste del Commissario ai romanzi.

Murielle Wenger - Dividevo il mio tempo libero tra le letture e la televisione... Un giorno trasmisero un telefilm poliziesco e il segugio si chiamava Maigret. Non ricordo più dopo tanti anni (forse il '75 o il '76 poteva essere "La pazza di Maigret")...A contrario ricordo benissimo che quel commissario aveva uno strano modo di parlare, con la pipa tra i denti, e il suo sorriso gentile... Il mio Maigret si chiamava Jean Richard la cui rotondità bonaria si integrava bene con le mie fantasie di bambina di dieci, dodici anni... Maigret sarebbe rimasto alla stregua di tanti miei eroi televisivi, se non avessi scoperto nella biblioteca di famiglia un piccolo romanzo in edizione tascabile, copertina sobria, con una pipa disegnata, e che raccontava - indovinate un po' - un'inchiesta del commissario... di colpo il piacere della scoperta fu decuplicato ... In effetti le trasmissioni sporadiche della serie, mi impedivano di vedere il mio eroe tanto quanto avrei voluto... Pensate  ritrovarlo a volontà nei libri, quale felicità... Il primo, mi ricordo, fu Maigret et l'indicateur... Poi ho letto il mio primo roman-dur di Simenon...non ma non rcordo esattamente quale...
(La versione completa e integrale del post di Murielle la trovate qui).

lunedì 14 aprile 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET: MEGLIO IN LIBRERIA CHE IN TV

Non era difficie prevederlo. L'ultima raccolta dei racconti di Maigret, Minacce di morte, è entrata nelle classifiche di vendita balzando subito nelle poszioni più in vista. Clamorosa la rilevazione di Nielsen Bookscan (periodo 30 marzo- 5 aprile), riportata dall'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso. Nella sezione "Tascabili" esordisce infatti al primo posto e, dal commnto di Luciano Genta, apprendiamo che si tratta del 13°  libro più venduto in assoluto in questo periodo. Minacce di morte appare nche sulla classifica dell'allegato La Lettura del Corriere della Sera di domenica, dove la GFK (31 marzo - 6 aprile) lo posiziona alla sesta posizione della "Narrativa Straniera". E ancora primo lo ritrovamo nella classifica dei "Tascabili" stilata dall'Eurisko (31 marzo- 6 aprile) commissionata dall'inserto domenicale RCult de La Reubblica.
Insomma un esordio alla grande ma, come dicevamo all'inizio, non del tutto a sorpresa, tenendo conto che era un bel po' (da ottobre 2013) che non usciva nulla di nuovo per quanto riguarda Maigret, ma soprattutto perché ben tre dei cinque  racconti (L’enigmatico signor Owen, Quelli del Gran Café e Minacce di morte) erano inediti in Italia, dopo oltre settant'anni che erano stati scritti.
Anche se andiamo a vedere i lbri venduti su web la musica non cambia. Nella classifica Top 100 di Internet Book Shop l'ultima raccolta di Maigret si piazza al 7° posto, mentre tra i primi cento della Feltrinelli.it la sua posizione é l'ottava.
Il titolo si affaccia anche alla classifica di Amazon, un piattaforma ostica per i Simenon che generalmente non vi entrano mai, nemmeno con i Maigret. Ma questa volta i commissario si affaccia anche qui, sia pure all'84° posto.
E per quanto riguarda la versione digitale, l'ebook maigrettiano si piazza alla 13a posizione sulla piattaforma Internet Book Shop.
Visto che stiamo parlando di cifre, di posizioni e  successi, andiamo a vedere quello che succede per Maigret sul versante televisivo.
LA7 continua il sabato in prima serata a trasmettere gli episodi del Maigret francese con Bruno Crémer, che oramai raddoppiano, cioè vengono mandati in onda in coppia in modo da coprire prima e seconda serata. La puntata di sabato scorso ha totalizzato 453.000 spettatori (share 1.87%) nel primo episodio, e 333.000 spettatori (share 2.34%) nel secondo episodio.
Rispetto al sabato precedente (media di 538.000 spettatori e share 2,19%) la situazione si è sostanzialmente stabilizzata. Iniziato il primo marzo, possiamo ormai dire che la misura della serie è intorno ai 500.000 spettatori e ad uno share che viaggia intorno a poco più del 2%.

domenica 13 aprile 2014

SIMENON SIMENON. IL MISTERO DEL PRIMO MAIGRET DELLA TV, NON FU CERVI, MA...

E' il 1960 e la Rai mette in onda Liberty bar. Già proprio un Maigret. Quattro anni prima della famosa serie con Gino Cervi.
Ma di che si tratta? Chi è questo Maigret ante-Cervi?
In realtà non si tratta di una produzione originale Rai, ma solo della ripresa di un'allestimento teatrale dell'omonima opera simenoniana, il diciassettesimo titolo della serie dei Maigret. Ben poche notizie si hanno su questa rappresentazione teatrale. Dal Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale si sa che è un'opera in tre atti (e otto quadri) andata in scena al teatro Ridotto dell'Eliseo a Roma, nel 1959, i cui interpreti fanno parte dell'omonima Compagnia, per la regia di Giorgio Bandini, con il testo tradotto da Carla Faraglia.
Grazie alla ripresa della commedia effettuata dalla Rai e poi messa in onda (a quel tempo la Rai trasmetteva spesso pièce teatrali, senza adattamenti, così come andavano in scenapotremmo dire che si dovrebbe trattare in assoluto del primo Maigret televisivo italiano, ma... ma purtroppo non si trovano i nomi degli attori (e men che meno ruoli) della Compagia del Ridotto dell'Eliseo di quell'anno, di conseguenza non possiamo sapere chi è stato l'attore che ha interpretato la parte del commissario...
Chi ci aiuta in questa indagine?
Qualche indizio l'abbiamo fornito. Certo, non è molto, ma é già qualcosa. Qualche altra indicazione? Ad esempio i giornali dell'epoca, che potrebbero aver pubblicato nel '59 una recensione della commedia, oppure nel '60 una critica della sua trasmissione da parte della Rai...
Esisterà un archivio carataceo di quel periodo del Teatro Eliseo, di cui il "Ridotto" faceva parte?
E questa Compagnia del Ridotto dell'Eliseo... ci sarà qualche parente, figlio o nipote di qualche attore che nel '59 calcò le sue scene e che magari faceva parte del cast di Liberty Bar?
Ma il bello deve venire. Cerca cerca, due nomi sarebbero saltati fuori: Camillo Pilotto, nato e deceduto a Roma - 1889/1963) un attore cche già nel 1945 aveva lavorato al Teatro Eliseo (nella foto).
L'altro nome è quello di Franco Marturano, scarne indicazioni e solo su alcune sue performance cinematografiche (vedi I.M.D.B)
Entrabe sembra che abbiano recitato nella commedia, ma tra i due ci sono maggiori probabilità che sia stato Camillo Pillotto ad aver interpretato il ruolo di Maigret, ma servono, prove, riscontri oggettivi, documenti e testimonianze.
L'inchiesta è partita... e noi non ci fermeremo, ma chi avesse informazioni non se le tenga per sé... le scriva sui commenti oppure ci mandi una mail all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
A caccia dunque!    

venerdì 11 aprile 2014

SIMENON SIMENON....E VOI COME AVETE CONOSCIUTO MAIGRET O SIMENON ?

Avevo dieci anni, quando nel 1964 incrociai per la prima volta quel poliziotto chiamato Maigret. Lo ricordo perchè eravamo a casa, dopo Natale e Santo Stefano, con parenti, regali, tavolate, panettoni, abeti addobbati, torroni, presepi, santemesse... Era il 27 dicembre, un giorno di riposo, di smaltimento delle libagioni, in più era domenica (questo non me lo ricordo, ma lo dice il calendario).
La sera, dopo il telegiornale, sul canale nazionale andava in onda uno sceneggiato in cui il protagonista mi rimase impresso perché, a dieci anni, un commissario corpulento che chiamavano "magré", o una cosa del genere, mi faceva ridere. Poi tutte quelle pipe, la sua e quelle degli altri poliziotti, mi facevano un effetto strano.
Dopo la prima puntata, seguirono quelle del venerdì successivo e quella conclusiva della domenica 3 gennaio. Eravamo quindi nel 1965, e quel Maigret aveva già conquistato tutta la famiglia (salvo mio fratello che aveva appena quattro anni). Io un po' affascinato da quel nuovo tipo di trasmissione, che non era un film ma nemmeno "teatro in tv" (allora ce n'era), e un po' trascinato  dall'entusiasmo dei miei genitori, cominciai a non perderne un episodio. Quando le quattro serie finirono, stavo per compiere 18 anni. A quel punto Maigret  era uno dei miei punti di riferimento. Già avevo iniziato a leggere qualche giallo. Avevo cominciato con Edgard Allan Poe, soprattutto con I racconti del mistero e con quel fantastico Monsieur C. Auguste Dupin, capostipite di tutti gli investigatori. Il fascino dei gialli mi prese all'età universitaria. A diciannove anni presi a leggere Sherlock Holmes, Nero Wolfe (altro personaggio trainato dal piccolo schermo), poi gli americani Hammett e Chandler... Per arrivare a Maigret ci volle ancora un po'. Infatti un giorno la ragazza che sarebbe diventata mia moglie mi passò durante una vacanza uno dei gialli che leggeva. Erano dei Maigret. Il cortocircuito con i ricordi televisivi accese la mia curiosità. Devo dire che letto il primo (non ricordo onestamente quale fosse) rimasi non male, ma un po' spiazzato. Il libro mi era piaciuto, ma non tanto per l'intreccio giallo, che pure era ben descritto, ma che non era il lato preponderante. Poi niente o quasi azione, sparatorie, inseguimenti, scazzottate... e invece ritrovavo la letteratura, l'analisi psicologica, l'attenzione al destino dell'individuo, il colpevole o presunto tale che non era un cattivo a tutto tondo, ma il risultato della società e il quale, poveretto, non riusciva a sottrarsi al ruolo che questa gli aveva imposto. Figuratevi, per un studente univesitario iscritto a Sociologia negli anni '70, erano musica per le sue orecchie. A quel punto mi venne la curiosità di sapere se questo Simenon avesse scritto altro che i Maigret. Immaginate la mia sorpresa quando venni a sapere che aveva scritto un centinaio di romanzi! Tra Maigret e i romans-durs mi buttai a capofitto in questo oceano simenoniano in cui mi ritrovo ancora a nuotare.
E voi come avete conosciuto Maigret o Simenon? Raccontatelo a Simenon-Simenon, scrivendo un commento a questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com

mercoledì 9 aprile 2014

SIMENON SIMENON. ADDIO AL LUCAS ITALIANO, MARIO MARANZANA

E' scomparso a Roma l’attore Mario Maranzana all'età di 82 anni. Originario di Trieste, classe  1930, recitò per il cinema, per il teatro, per la tv e fece il doppiatore. Ma noi vogliamo ricordarlo qui come grande interprete di uno dei famosi aiutanti del commissario Maigret: l'ispettore Lucas nello sceneggiato televisivo che dette anche a lui grande popolarità. Maranzana, nel ruolo dell’ispettore Lucas, fu infatti protagonista di molti episodi delle serie Rai a metà degli anni '60, “Le Inchieste del Commissario Maigret”, recitando a fianco di Cervi. Corpulento, con pipa e cappottone, Lucas, nelle pagine dei romanzi, come nell'interpretazione televisiva di Maranzana, era tra gli ispettori, Janvier, Torrence, Lapointe, quello che più cercava di somigliare al suo capo. E lui rendeva benissimo questo ruolo, con quel pizzico di autoironia che gli veniva dal suo talento recitativo. Ciao Mario.

SIMENON SIMENON. ROMA: L'ADDIO DE "IL MESSAGGERO"

Altro quotidiano. Sempre 
del 7 settembre 1989. 
Ancora un omaggio 
alla scomparsa di Georges Simenon. 
Questa volta viene da Roma 
e dal quotidiano storico 
della capitale "Il Messaggero".
Un'altra pagina della cultura 
dedicata a ripercorrere la vita 
e a rinvedire le icone dello scrittore 
a iniziare ovviamente da Maigret. 


E si parte dalle tre foto che campeggiano su tutta la pagina. Simenon e due grandi attori interpreti, uno cinematografico e francese, l'altro televisivo e italiano, del famosissimo commissario uscito dalla penna del romanziere: Jean Gabin e Gino Cervi.
Tutti e tre con la pipa ben stretta tra i denti, tanto per iniziare dalle icone.
Bello a nostro giudizio il titolo dell'articolo centrale di Giampaolo Rugarli: Storie di anime in pena. Fà un po' a pugni con l'occhiello in cui Simenon viene definito "...grande scrittore. Non solo di gialli". Ma forse si voleva intendere che la grandissima fama era venuta dai Maigret ad uno scrittore che era già allora considerato un classico del '900. Ma di questo si parla e della "semplicità" di Simenon, della sua scelta del genere giallo, che non era e non è un genere letterario di serie B. "...in quattro parole cattura un'immagine o un'emozione - scrive Rugarli di Simenon - e alla fantasia del lettore arriva immancabilmente un'onda d'urto che mette in movimento altre onde. Quella che una volta si chiamava realà romanzesca acquista la consistenza dell'ectoplasma e prende a galleggiare verso l'epilogo atteso con ansia divorante...". A sinistra, due colonne a firma Renato Minore che parano dell'opera dello scrittore andando dalla letteratura alla cinematografia, dal grande schermo a quello piccolo, per tornare quindi alle pagine dei suoi libri.
A destra, invece, una colonna dedicata al Simenon fonte inesauribile per gli adattamenti cinematografici (oltre 60 film dalle sue opere). In basso conclude un box con un'anticipzione di un incipit di un suo romanzo (Hotel del ritorno alla natura) che Adelphi avrebbe pubblicato da lì a poco. 

martedì 8 aprile 2014

SIMENON SIMENON. STASERA IN TV, MA NON E' MAIGRET, E' IL ROMANZIERE SU IRIS

Già, stavolta Simenon sulla tv, ma Maigret non c'entra. O non c'entra direttamente. Siamo infatti sul canale digitale IRIS che nella seconda serata di oggi, 8 aprile, dove Georges Simenon sarà il protagonista di una puntata di Storie del Cinema, una trasmissione di Tatti Sanguineti. Si parlerà del suo metodo di scrittura, della sua visione del romanzo e soprattutto della "fotogenia" dei suoi romanzi che sono finiti sul grande schermo, oltre 60 e l'ultimo ancora in lavorazione La chambre bleue di Mathieu Amalric, che potrebbe arrivare addirittura sulla passerela del prossimo Festival di Cannes. Ma non di solo cinema è fatta la trasposizione dell'opera simenoniana... pensiamo ai Maigret! E inevitabile quindi che si parlerà anche del grande Maigret cinematografico francese, Jean Gabin e del nostro inarrivabile Maigret televisivo Gino Cervi.

SIMENON SIMENON. FERÉNC PINTER, "STAR" A DRAWING MASTER

Un'altra occasione da non perdere assolutamente. Si tratta della possibilità di vedere delle autentiche tavole illustrate del "nostro" grande Ferénc Pinter.
Ormai credo che non ci sia lettore che non conosca la nostra sconfinata ammirazione per questo disegnatore che per tanto tempo ha legato i sui disegni alle inchieste del commissario Maigret e che stavolta sarà la star del Drawing Master - grandi disegnatori in mostra che si terrà a Perugia dal 19 aprile al 2 giugno prossimi, al Museo Palazzo della Penna (ovviamente!).
Di Pinter abbiamo parlato già molte volte su Simenon-Simenon, in occasione di tutte le altre esposizioni che si sono svolte. Ma se a qualcuno fosse sfuggito, vi rimandiamo al post Maigret "raccontato" da Pinter e non solo... per sapere quacosa in più su questo fantastico disegnatore.
E questa volta, con la Pasqua vicino e la posizione centralissima di Perugia, visitarla è quasi un obbligo.
Oltre a Pinter anche altri disegnatori di cui saranno esposte le opere, Biffignandi, Mastrantuono, Nicouline, Vergoni...
Questo di oggi è solo un pre-allarme. Ovviamente in prossimità dell'inaugurazione della mostra ci torneremo su con un post maggiormente dettagliato e come promemoria, per non far dimenticare a nessuno l'evento.


lunedì 7 aprile 2014

SIMENON SIMENON. REAZIONARIO O RIVOLUZIONARIO... PARLIAMONE...


Sulla collocazione politica di Simenon ci sono state poche discussioni, anche perchè lui stesso aveva dichiarato più volte la sua avversione per i politici e la sua indifferenza per la politica.
Ciononstante qualche dibattito si è avuto. Anche per causa nostra. E ne siamo doppiamente felici. Prima di tutto perché avendone parlato qui su Simenon-Simenon  abbiamo suscitato delle reazioni, nei post e per mail, anche se per la verità un po' generiche, con semplici dichiarazioni di schieramento in un senso o nell'altro.
In secondo luogo c'è una contestazione, giunta ieri, più analitica e riferentesi ad un post (pensate!) che abbiamo pubblicato nel dicembre del 2012. Questo è l'altro motivo di soddisfazione. I nostri lettori vanno a scartabellare anche tra i post vecchissimi.
Il post in questione é Simenon era ancora più a sinistra dei comunisti. Il suo contenuto ha dato motivo ad un "Anonimo" (ci dispiace un po' per l'anonimato...) di contestarci titolo e contenuto. Ma ecco quello che afferma:
"Simenon non si fece mai "tirare per la giacchetta" e non si volle mischiare con la politica, che evidentemente considerava volubile e contingente. Sarebbe il caso di non cercare forzate interpretazioni del suo pensiero, estrapolando singole frasi... Del resto, uno dei vizi di una certa "sinistra" è proprio quello di cercare, a turno, di ascrivere alla propria fazione ogni personaggio noto che torni comodo. Operazioni alquanto misere, e che possono funzionare solo con i defunti, che non possono smentire".
Ricordiamo innanzitutto che era un post non certo breve, oltre 4000 battute (per i non addetti ai lavori, diciamo due fogli e mezzo dattiloscritti). Le affermazioni di Simenon non erano brevi frasi, ma citazioni di brani interi tratti dalle interviste fatte da Françis Lacassin, uno dei simenonologi francesi più autorevoli. Non abbiamo composto un puzzle con tasselli di due/tre parole per dargli un  determinato significato. Non abbiamo estrapolato frasi da un contesto, ma riportato brani che dessero un'idea quanto più chiara di quello che Simenon andava dicendo.
Estrapolato? Sì, un'estrapolazione l'abbiamo fatta ed é il titolo, che riprende, alla lettera, le prime parole di una risposta di Simenon ad una domanda di Lacassin.
D'altronde gentile signor "Anonimo", non abbiamo certo dato a questo blog una connotazione politica (che senso avrebbe in un lavoro, che ormai dura quotidianamente da oltre tre anni, per cercare di capire e far capire il più possibile di questo scrittore, iscriverlo ad un partito o ad un'ideologia?). Detto questo, però anche le affermazione e le idee sulla politica che Simenon ha espresso le abbiamo raccontate e le racconteremo tutte, perché, piaccia o non piaccia, fanno parte integrante del personaggio e non possono essere ignorate.
In conclusione, non abbiamo condotto un'operazione alquanto misera, ma una semplice attività d'informazione e sopprattutto non abbiamo approfittato di un...defunto!
Ma vogliamo concludere con un paio di domande per il signor "Anonimo".
Da cosa altro desume (o da quali fonti é stato informato) che noi facciamo parte di una certa sinistra?
Ci spiega in che modo tornerebbe comodo e/o utile, a noi di Simenon-Simenon,  ascrivere il romanziere alle nostre presunte posizioni, ammesso che fossero quelle cui lei fà riferimento, cioè quelle di certa sinistra?
Il dibattito è quindi aperto alle opinioni di tutti i lettori e, ovviamente, a qualsiasi replica del signor "Anonimo".

giovedì 3 aprile 2014

SIMENON SIMENON. E' ORA: ABBATTETE IL "MOSTRO"

In alto, la veduta aerea della villa - A destra, ai tempi d'oro -  A sinistra, gli anni dell'abbandono

Il "mostro" d'Epalinges muore. "Mostro" è l'appellativo poco carino che i più malevoli avevano affibbiato a quel grande edificio che Simenenon aveva fatto erigere nei pressi di Losanna, proprio sulle colline che la circondano. In vita sua era la prima casa che si faceva appositamente costrurire. E per di più l'aveva progettata lui stesso, con tutta una serie di accorgimenti, dispositivi e soluzioni  (compresa una piscina coperta) per soddisfare al meglio le esigenze sue e di ognuno dei vari membri della famiglia, ma... ma non tenendo conto dei canoni estetici, almeno all'esterno. Il risultato?. Un enorme caseggiato bianco, che alcuni dicevano somigliasse ad una clinica, altri ad una sorta di fabbrica, altri a un caseificio... insomma i giudizi negativi si sprecavano, ssoprattutto da parte dei vicini. La casa era tutta bianca, molto grande, tanto spazio verde intorno, un grande cortile/garage, ma evidentemente l'occhio di Simenon non aveva il senso dello stile, quello architettonico (vedi il post La villa bunker di Epalinges).
Ora è arrivato il momento della fine. L'edificio sarà abbattuto. La voce era già circolata e ne avevamo dato conto in un post del novembre del 2012 Addio al mostro di Epalinges? , ma adesso è il quotidiano belga La Libre che specifica che il consiglio comunale ha approvato l'abbattimento e la conseguente lottizzazione: dodici piccoli fabbricati di tre piani l'uno per in totale di circa settanta appartamenti al posto dell'ingombrante e roai abbandonata abitazione dello scrittore.
Il periodo di Epalinges non fu tra i migliori per Simenon, segnato dal distacco definitivo dalla seconda moglie Denyse, dall progressivo partire dei figli, ormai grandi, ognuno per la sua strada, dalla morte della madre Henriette, e soprattutto dalla fine della sua attività di romanziere, stroncata dalla vicenda del romanzo Victor che non riuscì mai nemmeno ad iniziare.
Con la demolizione, scomparirà uno dei luoghi simbolo della vita dello scrittore, si dirà il più brutto, ma comunque un tassello che svanirà e di cui conserveremo solo qualche testimonianza fotografica e televisiva.

mercoledì 2 aprile 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET E' SOLO?... HOLMES E POIROT, NO?


Se Sherlock Holmes ha il suo Watson e Hercule Poirot il suo Hastings, chi è il confidente di Maigret?
Per rispondre a questa domanda bisogna iniziare ad esaminare quale ruolo giocano Watson o Hastings nei confronti di Holmes o Poirot. Questi personaggi-spalla di questi eroi svolgono in effetti diversi compiti: innanzitutto quello di confidenti, che permettono al protagonista di sfogarsi/confidarsi, di pensare ad alta voce, di fare ad esempio una brillante dimostrazione della loro incredibile capacità deduttiva e di opporsi in questo al confidente (è in particolare il caso di Hastings e Poirot) che è spesso arenato su una falsa pista, cosa che gli permette in seguito di esprimere la sua amirazione per la brillentezza del detective... Ma il confidente è anche un amico, una stretta relazione che il detective si tiene ben stretta, lui che, come Holmes o Poirot, é scapolo, che non ha un intimo nucleo familiare dove esprimersi. Il confidente è inoltre colui che racconta le inchieste condotte dal suo amico detective. Insomma è il cantore del suo eroe.
E Maigret in tutto questo? Lui ha il suo confidente, il suo amico, il suo cantore?
In realtà si potrebbe dire che abbia più fortuna dei suoi predecessori, perchè Simenon l'ha dotato di una rete di relazioni più importante. I differenti ruoli che assume il confidente che sia Watson o Hastings, sono suddivisi, nella serie dei Maigret, tra vari personaggi che assumono essi stessi quei defferenti ruoli.
Maigret ha un confidente? In realtà bisognerebbe porre la domanda in un altro modo: Maigret si confida, racconta il cammino del suo ragionamento? Di primo acchitto si potrebbe rispondere di no: si sa che gli ripugna ragionare sul suo "metodo" o spiegare in che modo condurrà l'inchiesta. Allora non si sfoga mai? Questo non è altrettanto vero: se non si esibisce in grandi dimostrazioni razionali, gli succede di esprimere qualche considerazione, di parlare delle difficoltà dell'inchesta, ma per questo ha anche lui i propri confidenti: di volta in volta i suoi ispettori, il dottor Pardon e, soprattutto M.me Maigret.
I confidenti di Maigret coincidono con le sue relazioni speciali che il commmissario intrattiene: un amico medico, come il dottor Pardon, con cui può parlare di pazienti e di malattie, i suoi "ragazzi", che sono i suoi ispettori e prima di tutti sua moglie. Già, perché Maigret è sposato e questa relazione coniugale lo pone subito in un altro contesto : Holmes e Poirot sono dei solitari, la cui singolarità e l'eccezionalità non possono essere divise, mentre Maigret vive nel quotidiano e nell'ordinario... per quanto attiene almeno alle sue relazioni sociali, ed è comunque un personaggio fuori dagli schemi sotto diversi punti di vista...
Maigret ha il suo cantore? Nessun problema, è Simenn stesso che assume questo ruolo. Si percepisce tra gli altri autori una certa distanza di fronte ai loro personaggi (vedi ad esempio Agatha Christie e il suo sguardo spesso ironico che rivolge ad Hercul Poirot). Invece in Simenon si può osservare un'evoluzione con il passare degli anni: all'inizio l'autore ha creato un personaggio che ha voluto banale, ma al tempo stesso eccezionale nella statura e nel fisico. E' il Maigret degli inizi, un personaggio sulla quarantina descritto da un giovane scrittore nemmeno trentenne che lo vede massiccio, enorme, "pachidermico", un po' ingenuo e talvolta guardato con uno sguardo divertito. Poi, passando il tempo, Simenon si avvicina sempre più al suo personaggio, alla distanza degli inizi, si sostituisce una relazione più stretta, in cui l'autore mette sempre più sè stesso nella sua creatura alla quale conferisce i suoi gusti, il suo modo di vedere la vita... E in questo è certamente il cantore del suo personaggio e non ha bisogno d'inventare un dottor Watson, perchè si fà carico lui stesso di raccontare gli exploit del commissario per più di 40 anni...
Infine, Maigret ha il suo ammiratore, qualcuno che non si stanca mai si scoprire e di stupirsi della personalità eccezionale del personaggio? La risposta è presto trovata: questo ammiratore è il lettore. E se ciascuno dei nostri lettori fosse lo Watson o l'Hastings di Maigret? E se, dopotutto, il miglior amico di Maigret fosse il lettore...?
Murielle Wenger

martedì 1 aprile 2014

SIMENON SIMENON. "LIBE": MONSIEUR GEORGES HA GIRATO L'ULTIMA PAGINA

Continuiamo gli appuntamenti per 
il 25° dalla scomparsa di Simenon. 
Questa volta vi presentiamo un'altro 
quotidiano francese, "Liberation", 
giornale decisamente di sinistra,
che quel 7 settembre 1989 
dedicò nel suo inserto,
"Le Chaier Livre de Liberation du Jeudi",
ben cinque intere pagine 
alla scomparsa del romanziere,
aprendo con una copertina completamente fotografica.



Le Roman de Simenon Il box d'apertura dell'inserto titola così, ricordando che, al di là delle cifre e delle sue performance, Georges Simenon é stato soprattutto uno "scrittore moderno". Seguono cinque pagine davvero complete nell'illustrare l'uomo e lo scrittore, ma dando spazio al commissario Maigret che non era solo letteratura polizesca, ma qualcosa di più, una sorta di ponte tra la narrativa popolare e la letteratura dei romans-romans. "Maigret l'antieroe - nei sommari all'interno - Originale, marginale, ma efficace. Lento, massiccio, fedele..." aggettivi per un personaggio di levatura mondiale E si riportano le parole del Presidente francese François Mitterand "...Simenon ci lascia un'opera che è divenuta un patrimonio colettivo dell'umanità...".  Lo scrittore Leo Malet "...Era un genio... spero che abbia degli onori adeguati al suo talento..:". Il regista  Bertrand  Tavernier "... uno scrittore molto profondo, che ha regalato dei capolavori al cinema francese..." Il ministro della Cultura Jack Lang "...scompare un grande uomo, ma molto semplice...".  Bernard Pivot, giornalista "...il suo genio era quello di saper restituire sul foglio bianco quello che aveva osservato nella vita..."


Scrivevano a Liberation "Il suo metodo: Taglio, taglio, taglio... Sognava  il romanzo puro, senza psicologismi, senza aggettivi né avverbi. Non amava che le mots-matière...".
Tracciano il profilo di Maigret, quello del giornalista Simenon che va alla polizia giudiziaria per imparare come si conduce un'inchiesta, raccontano le straordinarie capacità dello scrittore di cogliere dai piccoli dettagli all'essenza della vita di tutti i giorni e di metterli entrambe nella sua letteratura. Quella stessa vita quegli stessi piccoli dettagli che i suoi lettori riconoscevano come il proprio quotidiano. E poi Simenon, ma anche Maigret, e il cinema, un legame con alti e bassi, ma che non faceva che confermare come le sue storie fossero sofisticate, ma pur sempre storie per tutti.  E ancora "I numeri e le cifre", un gioco facile con Simenon che ha scritto tanto, ma ha anche venduto tanto, in tanti paesi e in moltissime lingue. E poi il cappello, la pipa, gli occhiali di Simenon, dettagli diventati icone, come testimoniano le sue fotografie, divenute altrettante icone.

lunedì 31 marzo 2014

SIMENON SIMENON: FORSE NON TUTTI SANNO CHE...




Il commissario Maigret • Proseguono su LA7 gli episodi delle inchieste del eroe simenoniano, fiction francese, con Bruno Crémer, sabato 29 hanno seguito 523.000 spettatori (share 2.11%) il 1° e 434.000 (share 2.88%) il 2°.


Pierre Simenon • Il figlio del romanziere, Pierre Simenon, sarà uno dei componenti della giuria de Le Festival du film policier belga che aprirà le porte della sua ottava edizione il 24 aprile, nei cinema Palace di Liegi.


Racconti di Maigret Domani 1° aprile dovrebbe essere nelle librerie la prossima raccolta di racconti delle inchieste de commissario Maigret. Questa é la notizia. Almeno che Adelphi non abbia approfittato della data per uno scherzo...


Simenon in Brasile • L'opera di Simenon sarà ristampata, da maggio, con oltre 300 titoli, per i tipi della Companhia das Letras. Al lancio presente il figlio dello scrittore, John, e sia a San Paolo che a Porto Alegre, parlerà del padre.


Ombre cinesi in Russia • Ai primi di aprile in Russia uscirà il romanzo della serie Maigret, L'ombra cinese. Sulla copertina campeggia un drago minaccioso e l'unica parole scritta non in caratteri cirillici é in alto a sinistra: Maigret.


Niente Festival Simenon • Quest'anno il tradizionale Festival di Sables-d'Olonnes non avrà luogo, pur essendo il 25° dalla scomparsa dello scrittore. La crisi economica non ha risparmiato neanche l'omaggio della Vandea a Simenon.


Cena Simenon a Londra • In occasione dell'edizione delle opere di Simenon, la casa editrice (anglo)americana Penguin organizza ogni mese una cena esclusiva, con solo una dozzina d'invitati, alla presenza del figlio John.

SIMENON SIMENON. ISTRUTTORIA SUPPLEMENTARE SUI RACCONTI DI MAIGRET

• I commenti in evidenza • Sui racconti  di Maigret, sia Murielle Wenger che Andrea Franco ci hanno fornito, nei loro commenti, ulteriori dettagli e curiosità che qui riportiamo e che scavano sul mondo degli scritti brevi di Simenon (che, come vedremo, talvolta però non sono così brevi).


Andrea Franco - Se parliamo di racconti pubblicati, mancano ancora quelli scritti nel periodo nordamericano. Per lo più datano metà anni '40, e, a differenza di quelli pubblicati finora, la loro compilazione veniva alternata con la stesura dei romanzi. Questi racconti sono decisamente più lunghi di quelli sinora editi da Adelphi. I loro titoli sono qui elencati in rigoroso ordine cronologico, come sono finora usciti:
La Pipe de Maigret
Témoignage de l’enfant de chœur

Le client plus obstiné du monde
Maigret et l’inspecteur malgracieux
On ne tue pas les pauvres types
Un Noel de Maigret


Murielle Wenger - Per completare le informazioni di Andrea, ecco quello che scriveva Pierre Deligny, nella prefazione del libro de Claude Manguy De Georges Sim a Simenon - Bibliographie, pubblicato da Omnibus nel 2004:
"...  Un giorno qualsiasi - era la fine degli anni '80 - qualcuno mi segnala che nella biblioteca dell'Assemblea nazionale, consultando la collezione del settimanale "Révolution National", datato ultima guerra, si é imbattutto con suo grande stupore in un racconto firmato Simenon: un Maigret sconosciuto a tutti!...Purtroppo, non ha annotato le coordinate precise della data. No sia mai! Mi precipito alla Biblioteca nazionale (...) domando di consultare la collezione completa di "Révolution National" non ancora trasferita su microfilm e catalogata. Attacco velocemente e dopo un po' scopro infine il famoso racconto misterioso, pubblicato nelle colonne dei numeri dal 21 al 28, dall'8 marzo al 12 aprile del 1942! Ottengo delle fotocopie... ed è così che "Menaces de mort" ha potuto, dopo cinquant'anni dalla sua unica pubblicazione, essere infine editato in volume, nel tomo 25 di "Tout Simenon" (agosto 1992)".
Davvero mi piacerebbe sapere chi  è stato quel "qualcuno", questo anonimo simenoniano  che ha permesso a Pierre Deligny di ritrovare questo racconto... in tutti i casi, grazie da tutti i maigrettofili, perchè questo racconto, dal tono inconsueto, ci fornisce una visione un po' diversa di Maigret... un Maigret meno insensibile, rispetto al solito, allo charme femminile... leggetelo, perchè ne vale davvero la pena...
Per i racconti invece preciso che La pipe de Maigret è l'ultimo racconto delle inchieste del commissario scritto in Francia (giugno 1945), prima dell'ultimo racconto non-Maigret (Le bateau d'Emile - luglio '45), e prima dell'ultimo romanzo Maigret se fâche che è anche l'ultimo roman-dur scritto da Simenon prima della sua partenza per l'America. I quattro racconti seguenti, menzionati da Andrea, sono stati scritti nel 1946, i primi tre nel Québec, un'altro a Nouveau-Brunswic e Un Noël de Maigret è stato redatto nel 1950 in California. Quest'ultimo racconto, che è il più lungo di tutti, ha richiesto molto più tempo degli altri, a Simenon sono infatti occorsi ben quattro giorni per venirne a capo....

... e infatti un Noël de Maigret è stato spesso considerato tra i romanzi proprio per la sua lunghezza che si colloca a metà strada tra questi e i racconti. Andrea Franco

domenica 30 marzo 2014

SIMENON SIMENON. MA CHE EFFETTO FA' GEORGES AGLI SCRITTORI


Facile. E' tutto sommato semplice quantificare l'effetto che le opere di Simenon hanno fatto e continuano a fare tutt'oggi sui suoi lettori. Bastano le cifre dei libri venduti (stimate a tutt'oggi 700 milioni in tutto il mondo), il numero di lingue in cui è stato tradotto (oltre cinquanta), la quantità delle riedizioni e la loro presenza nelle classifiche dei libri più venduti in molti paesi.
Ma questo lo saprete già, l'abbiamo detto in vari modi già altre volte. Ma oggi quello che ci interessa è l'effetto che Simenon faceva sui suoi colleghi romanzieri e letterati. E per fare qualche esempio che lo dimostri, oggi vogliamo qui raccogliere le parole di alcuni tra quelle che ci sembrano le più significative.
Abbiamo più volte citato Henry Miller che scrive al suo preferito.
"Per noi Americani che vi stiamo scoprendo grazie alle traduzioni siete come una nuova stella che si è levata all'orizzonte. Voi siete assolutamente unico tra gli autori che conoscono un grande successo di pubblico... C'è una tenerezza in voi che non trovo spesso tra gli scrittori francesi. Sarà il vostro lato belga?"
La celebrata Anaïs Nin dichiara disarmata
"E' il mio romanziere preferito. Le storie sono sempre valide e l'analisi dei caratteri rivela sottigliezze straordinarie... il migliore degli scrittori realisti, migliore anche di Zola o di Balzac..."
Thornton Wilder non sa trattenere il suo entusiasmo
"... i suoi libri mi hanno talmente entusiasmato che li ho regalati a tutti i miei invitati. Condividere un simile piacere m ha procurato una gioia indicibile. Il dono di saper raccontare é ciò di più raro che esiste in questo secolo. Lei lo possiede sulla punta delle dita...".
André Gide è stato uno dei primi ad acorgersi del suo valore
"...Voi passate per essere un autore popolare, mentre voi non vi indirizzate assolutamente al grande pubblico. I soggetti stessi dei vostri libri, l'insieme dei problemi psicologici  che sollevate... tutto si rivolge ai più sofisticati...".
Uno dei romanzieri americani tra i più ammirati di Simenon, Dashiell Hammett, spiega perché lo ammirava:
"... Perché é intelligente. Per certi versi mi fà pensare a Edgard Allan Poe...".

SIMENON SIMENON. ALTRI INDIZI SULLE... MINACCE DI MORTE

• I commenti in evidenza • In merito alla prossima uscita del volumi di racconti di Maigret, vogliamo oggi proporre altre informazioni interessanti che il nostro super-esperto Andrea Franco ha pubblicato ieri nei commenti. In più ci dà qualche anticipazione delle prossime ed ultime raccolte. E con quelle Adelphi avrebbe terminato il materiale di Maigret da pubblicare. Ma vediamo quello che ci ha riferito Andrea...  


La raccolta Minacce di morte, come abbiamo visto, comprende i seguenti titoli tra cui almeno tre ancora inediti:

L’improbable Monsieur Owen (ancora inedito in Italia)
Ceux de Grand-Café (ancora inedito in Italia)
L’homme dans la rue (già uscito anche come "Il delitto di bagatelle")
Vente à la bougie (già uscito come "Vendita all'asta")
Menaces de mort (ancora inedito in Italia)

A mio avviso, dopo di questa raccolta potranno essere pubblicati ancora due libri di racconti con il commissario Maigret. Infatti mancano ancora quelli piu lunghi.
Invece, Menaces de mort, il racconto che dà il titolo alla raccolta prossimamente in libreria è in assoluto il piu raro Maigret di Simenon. Fu infatti pubblicato in piena guerra, siamo nel 1942, a puntate su sei numeri del giornale Revolution Nationale. Passato un po' in sordina, fu riscoperto soltanto dopo la morte di Georges Simenon e pubblicato postumo e specificamente nell'edizione Tout Simenon uscito quindi ben cinquant'anni dopo, cioè nel 1992. (Andrea Franco)

venerdì 28 marzo 2014

SIMENON SIMENON. IN ARRIVO MINACCE DI MORTE

Titolo poco tranquilizzante (o forse poco maigrettiano?) per la raccolta di racconti delle inchieste del commissario Maigret che Adelphi metterà in libreria a giorni.
I racconti sono cinque e si tratta delle traduzioni di Cècile est morte, (inverno tra il 1939 e il 1940 - Nieul-sur-Mer), de L'improbable Monsieur Owen (La Rochelle - 1938), di Vente à la bougie (Nieul-sur-Mer - 1939), Ceux du Gran Café (la Rochelle - 1938), L'homme dans la rue (Nieul-sur-Mer, 1939)  e Menaces de mort che dà il titolo alla raccolta (Nieul-sur-Mer - 1938).
 Come avevamo anticipato nel nostro post del 12 dicembre 2013, si tratta della penultima raccolta di racconti, dove il commissario è talvolta già in pensione. Questi fanno parte di quella serie di racconti inizati a scrivere nel 1938, cioè dopo quattro anni dall'ultimo romanzo d'inchieste del commissario dal titolo scarno ed essenziale Maigret (Fayard -1934) che dove costituire l'ultimo titolo di quella serie.
Nel frattempo quell'esperienza di semi-letteratura l'aveva traghettato dal mondo della letteratura ppolare a quello dei romanzi-romanzi e nelle stanze del prestigioso Gallimard. Ora, secondo il Simenon dell'epoca, non restava che dedicarsi a quelli che lui chiamava i romans-durs, basta Maigret, basta reportage di viaggi, basta articoli... ormai era un romanziere e davanti a lui c'erano solamente i romanzi.
Ma si sbagliava. Da una parte il pubblico e dall'altra anche un editore come Gaston Gallimard (che sapeva quanto aveva rendesse) gli chiedevano di riprendere a scrivere le inchieste del commissario. Ma Simenon non ci sembra il tipo da farsi condizionare da queste pressioni. Probabilmente c'era in lui un qualcosa che non si era del tutto spento, quel personaggio certo non viveva più sulle pagine dei libri, ma in qualche parte del cervello di Simenon continuava a fumare la pipa, bere birre, a litigare con il giudice Comeliau, a cercare di comprendere e di non giudicare... Chissà forse Simenon sentiva in sottofondo tutto questo brusìo e forse il legame con quel persnaggio non era reciso del tutto come invece voleva far credere.
Insomma dopo una pausa di quattro anni, torna  scrivere di Maigret, ma all'inizio solo racconti. Poi tornano pure i romanzi... e Maigret è salvo!

giovedì 27 marzo 2014

SIMENON SIMENON. CHANCE ANCHE DA VARIETY PER "LA CHAMBRE BLEUE" A CANNES

Stavolta lo riporta quella che viene, a torto o a ragione, chiamata la Bibbia di Hollywood. Si tratta di Variety la rivista americana che dai primi del secolo si occupa di spettacolo e soprattutto di cinema. Ieri, facendo una sorta di pre-nomination delle pellicole che potrebbero concorrere al prossimo Festival di Cannes, confermava le voci (di cui avevamo già dato conto) che tra i film francesi é presente anche l'adattamento cinematografico del romanzo di Simenon La chambre bleue, realizzata da Mathieu Amalric. Altro segno potrebbe venire dallo spostamento, da parte del produttore/distributore Alfama, della data di uscita che era prevista per aprile ed ora viene fissata a maggio.
Amalric, regista del film, ne è anche uno dei protagonista insieme a Léa Drucker che interpreteranno i due amanti "maledetti" creati da Simenon nel 1964, che danno vita alle vicende di questo drammatico romanzo.
Ma prudenza. Siamo ancora nel campo delle ipotesi anche perché, come è tradizione, Thierry Fremaux e il suo comitato di selezione tengono di solito la bocca ben cucita fino alla data della comunicazione ufficiale. Quindi pazienza e nervi saldi fino al prossimo 17 aprile e scarsa attenzione alle voci che, con l'apprssimarsi di quella data, diverranno sempre più vorticose.

mercoledì 26 marzo 2014

SIMENON SIMENON. LA CENTRALITA' DEL... PANINO NELLE INDAGINI DEL COMMISSARIO MAIGRET/ 3


(segue) - Ecco Cécile est morte. Maigret viene a sapere che la sua "ammiratrice" è stata assassinata. Ancora sotto choc non si sente ancora bene: "Potrebbe essere la fame? Maigret non aveva mangiato niente dalla mattina. In compenso aveva bevuto tre bicchierini che ora gli bruciavano nello stomaco (...) Ordinare dei panini come al solito dalla Brasserie Dauphine? Aveva bisogno d'aria. (...) Preferì il piccolo bar, davanti alla statua di Henri IV nel mezzo di Pont-Neuf. – Prosciutto - ordinò - (...) Maigret  mordeva il suo panino e pensava che Cécile era morta, e questo gli procurava un brivido su per la schiena, in barba al suo pesante cappotto". Nello stesso romanzo ritroviamo più tardi Maigret a La Coupole dove ordina un panino al prosciutto. "Maigret  uscì dal cinema... Mangiò... Bevve della birra... (...) A dire il vero, non pensava a niente...".  Ed è questa pausa davanti al suo panino e alla sua birra l'aiuta a trovare la strada della verità, che l'aiuta a legare il malessere che aveva avvertito al cinema a quello provato davanti ai due crimini.
 

Arriviamo dunque la periodo di Presse de la Cité. I panini sono presenti in un buona metà dei romanzi di questo periodo, prova della loro importanza. Nei primi romanzi di questo periodo, Simenon conserva ancora il suo commissario in pensione. Questo non gli impedisce di ritorvare, durante un'inchiesta che conduce a New York, ben lontano dal suo vecchio ufficio parigino di Quai des Orfèvres, il ricordo del rituale: avendo convocato Parsons, Little John e Mac Gill nella sua camera d'albergo, perchè fossero testimoni di una telefonata che fà a Daumale, apparecchia la camera: ordina del whisky, poi "Al momento di riattaccare si ricorda - Aggiungete quache panino al prosciutto. Non perché avesse fame, ma perché era un'abitudine a Quai des Orfèvres e che era diventato una specie di rito".

Nel racconto Maigret et l'inspecteur malgracieux, il commissario è di nuovo al suo posto, alla Polizia Giudiziaria. Ritroviamo quindi anche la cornice abituale: "Allora andò a bere un sorso di birra nel suo ufficio. Infatti mentre arrivava aveva fatto salire su tre birre e una pila di panini dalla Brasserie Dauphine". E, alla fine dell'interrogatorio del Commodoro, la scena è quanto che c'è di più classico: "L'ufficio di Maigret, alla fine somigliava ad un corpo di guardia, con dei bicchieri vuoti, dei piatti di panini sul tavolo, della cenere di pipa un po' dappertutto sul pavimento e sulle carte sparse".
 
 
Maigret et son mort. Il gran ritorno definitivo del commissario a Quai des Orfèvres. Da adesso in poi, tranne qualche eccezione, Maigret condurrà le inchieste dal suo ufficio e i panini saranno là, fedeli aiutanti del commissario al lavoro. Nel primo capitolo del romanzo, Maigret aspetta una chamata dal piccolo Albert. Decide di rimanere in ufficio durante la pausa di mezzogiorno, e fu un colpo di telefono molto tradizionale:" Maigret chiamò la Brasserie Dauphine - Allô!... Joseph ?... Maigret... puoi portari due birre e dei panini? Per uno, sì...". L'ordinazione arriva, Maigret mangia e quando riceve la chiamata da Canon de la Bastille, vi si reca, ordina una birra e "una mezz'ora più tardi, malgrado i suoi panini, reclama una chocroute". Solido appetito...
Più tardi, dopo l'incursione nel quartiere di rue du Roi-de-Sicile, Maigret che ha fame e sete, cerca un bistro ancora aperto. Siccome non ce n'erano altri, se non il bar La Coupole, entra e si fà "servire due magnifici panini al prosciutto", che innaffia con tre birre . E non è finita: ancora più tardi, prima dell'arresto di Bronsky, al Quai des Orfèvres vige l'assetto da combattimento: "- Chi si offre per ordinare della birra alla Brasserie Dauphine? E dei panini! Era il segno che si preparava una delle lunghe notti alla Polizia Giudiziaria. Regnava nei due uffici del settore di Maigret un'atmosfera de P.C.  Tutti fumavano. Tutti si agitavano (...) era già la seconda volta che il cameriere della Brasserie Dauphine arrivava con il suo vassoio. C'erano dei bicchieri sporchi in tutto l'ufficio, dei panini iniziati e l'odore del tabacco che prendeva alla gola". Po una volta arrestato Bronsky, lo condussero alla Poizia Giudziaria: "Non c'erano mai stati tante birre e panini sul tavolo...".


Dopo un tale valanga di panini, Simenon sente il bisogno di lasciar respirare il proprio commissario... per quattro romanzi, non gli farà più toccare un panino, occorre dire che questi hanno però un ambientazione particolare, perché il primo evoca gli inizi di Maigret (La première enquête de Maigret), e gli atri tre si svolgono praticamente fuori casa (Mon ami Maigret, Maigret chez le coroner, Maigret et la vieille dame). Bisogna quindi attendere L'amie de Madame Maigret per ritrovare il commissario alle prese con i panini: all'inizio è Lucas che Maigret, tornando da Chez Fernande, trova occupato a pranzare con dei panini. Aveva due bicchieri di birra sulla scrivania e il commissario ne prese uno senza vergognarsi. Ma non assaggiò nemmeno i panini di Lucas, no, fece di meglio "Maigret non rientrav a casa per il pranzo. I panini di Lucas lo tentavano e ne ordinò alla Brasserie Dauphine anche per lui. Di solito è buon segno". Segno che l'inchiesta forse va avanti... Pui tardi quando Maigret passa la domenica a Quai des Orfèvres (ha avuto cura, per farsi perdonare, di portare M.me Maigret il sabato sera al cinema ...) un volta al lavoro dice "-Janvier! Se si ordinasse della birra? Janvier telefona subito alla Brasserie Dauphine di cui il padrone chiede con naturalezza: - E dei panini?".

 

Curiosamente, i panini non son citati ne Les mémoires de Maigret. Il commissario ne ha abbastanza che il suo creatore lo ingozzi di questo cibo?! Nei due romanzi seguenti il panino è citato, ma non perchè sia mangiato dal nostro protagonista: in Maigret au Picratt's, é Torrence che inizia ad interrogare Philppe e che domanda a Lapointe di far salire delle birre e dei panini. E in Maigret en meublé, c'è il famoso "enorme panino al prosciutto" che M.lle Clément ha preparato per Paulus e che è obbligata a mangiare per non tradirsi. E'un panino "dorato e croccante" che ha l'aria appetitosa. Ma Maigret lascia M.lle Clément ad occuparsene da sola, ben deciso a portare l'esperimento fino in fondo...   
 

In Maigret et la Grande Perche, troviamo dei panini in tre riprese: prima quando Maigret prende il posto di Janvier per aspettare la telefonata di M.me Oosting. L'ispettore è andato a cercare dei panini, ma non è contento perchè sarebbe voluto tornare a casa per festeggiare il compleanno di suo figlio maggiore. Maigret prende il suo posto e mangia i panini prima di telefonare a M.me Maigret affinché lo raggiunga sulla terrazza della Brasserie Dauphine. Più tardi l'arresto di Gauillaume Serre e, prima d'interrogarlo, Maigret prepapra il terreno andando a mangiare: "Si sentiva pesante e triste. si sedette sulla terrazza della Brasserie Dauphine, ma dopo aver letto da cima a fondo il menù, finì per ordinare un panino e un bicchiere di birra, perché non aveva fame". E questa è la prova che il rituale dei panini e della birra durante un'interrogatorio è veramente un rituale, indipendentemente dall'appetito, poichè Maigret, dopo il suo pranzo leggero, risale nel suo ufficio e prima d'iniziare l'interrogatorio chiede a Janvier di ordinare panini e birra; farà portare un panino a M.me Serre in sala d'attesa e Serre stesso mangerà, ma il commissario si accontenterà di guardarlo, senza mangiare.


In Maigret, Lognon et les gangsters, troviamo Maigret con i suoi ispettori al lavoro alla Polizia Giudiziaria, mentre cercano il numero di telefono d'Adrienne, Maigret scende dal laboratorio di Moers: "Entrò nel suo ufficio, tolse il cappotto, aprì la porta degli ispettori.
- Janvier...Lapointe...
Prima da dare istruzioni, telefonò alla Brasserie Dauphine.
- Avete mangiato voi due?
- Sissignore.
Ordinò dei panini per se della birra per tutti e tre


Ne Le revolver de Maigret, c'é una scena d'interrogatorio. Maigret ha convocato nel suo ufficio il fratello di Delteil, il deputato assassinato. Chiede a Lapointe di ordinare dei panini e della birra. Si vede riapparire il nostro:" Siccome bussavano alla porta, gridò: - Entra! Era il ragazzo della brasserie Dauphine con dei panini e della birra". Ma Delteil rifiuta di sedersi a tavola materialmente e psicologicamente e Maigret mangia da solo il vassoio di panini. Più tardi, quando conduce la sua inchiesta a Londra, mentre aspetta l'arrivo di Alain Lagrange, è costretto a restare nella hall d'entrata dell'hotel, tenta di ordinare un panino che gli viene rifiutato perchè è vietato servire da mangiare nella hall. Maigret si riduce a mangiare una tavoletta di cioccolato al latte... Ah viva la France!  


In Maigret et l'homme du banc  troviamo di nuovo una bella scena d'interrogatorio con birra e panini; Jorisse si è alla fine recato a Quai des Orfèvres, e Maigret lo porta nel suo ufficio:
- Hai pranzato?
- Non ho fame.
Era la risposta di un ragazzo imbronciato.
- Allô! fece Maigret al telefono, Passatemi la Brasserie Dauphine, Allô! Joseph ?... Qui è Maigret... Vorresti portarmi dei panini? Sei...prosciutto per me... aspetta...
A Jorisse:
- Prosciutto o formaggio? 
- Per me è uguale. Prosciutto.
- Birra o vino rosso?
- Acqua, se si può. Ho sete.
- Joseph? Sei panini al prosciutto , ben farciti e quattro birre... aspetta... Visto che ci sei, porta anche due tazze di caffé nero... Di fretta?"
Ed ecco Maigret pieno di accortezze per un giovanotto che si lascia convincere , non solo a mangiare, ma finisce per bere anche della birra. Questo l'aiuta a liberarsi  di quello che gli pesa sulla coscienza...

In Maigret se trompe, si ritrovano due scene entrambe molto caratteristiche; nella prima Maigret è restato a mezzogiorno in ufficio per lavorare: "Quai des Orfèvres, sulla scrivania di Maigret c'era un vassoio con due enormi panini e due bicchieri di birra". Nella seconda, assistiamo all'interrogatorio di Pierrot che fà il verso a quello descritto per il romanzo precedente. Pierrot ha accettato di venire a Quai des Orfèvres. "Guarda l'ora. Non è ancora mezzogiorno. Tra mezzogiorno e le due l'ufficio di Maigret è calmo, quasi deserto. E' il momento della giornata in cui Maigret sceglie, se possibile, quando deve procedere ad un interrogatorio delicato (...) Maigret (...) telefona alla Brasserie Dauphine per farsi portare da mangiare. " - Preparatene per due. E quattro birre". Aspettando Pierrot, Maigret beve una delle sue birre, ma non inizia a mangiare. Infine il suo uomo arriva. Maigret gli fà bere una birra, gli domada se ha mangiato e Pierrot gli risponde che non ha fame. Dopo essere scoppiato in singhiozzi e aver giurato sulla sua innocenza, Pierrot capisce che il commissario gli crede. Si calma e il commissario gli chiede "- Siete sicuro di non voler mangiare nemmeno un pezzo?". Questa volta Pierrot afferra macchinalmente un panino e Maigret ne prende un altro. Era meglio così. Tutti e due mangiavano e questo distendeva l'atmosfera". E questo permetterà a Maigret di portare a termine il suo interogatorio nel migliore dei modi. (continua a leggere cliccando qui)
Murielle Wenger