venerdì 1 marzo 2013

SIMENON: MAIGRET CONOSCE L'ANIMA DI PARIGI

"...Maigret fà ancora parte di quei poliziotti che hanno iniziato il proprio servizio sulla strada.."
Questa è una delle tante indicazioni che vennero fuori nel corso di un'interessante conversazione con Roger Stephan, durante una programma in quattro puntate intitolato Portrait Simenon e andato in onda alla fine del 1963 su RTF. Grazie alle domande di Stephan, Simenon mette a fuoco la figura del suo commissario Maigret. Un poliziotto della vecchia guardia, al confronto con la modernizzazione che la polizia già in quegli anni andava intraprendendo.
"... oggi le cosa stano cambiando  - osserva lo scrittore - sempre più questo mestiere diventa intellettuale..." E quando Maigret prese servizio, intorno al 1911, si cominciava con la ronda per la strada.
"... i primi tre anni si girava la città, anche in bicicletta. Poi c'erano le stazioni. In seguito i grandi magazzini, le metropolitane, le prostitute...".
Certo era una Parigi molto diversa quella dei primi del secolo scorso, come era diverso il rapporto tra la polizia e la malavita.
"...non c'era risentimento tra poliziotti e i criminali. Era estremamente raro, soprattutto con i malavitosi "professionali"... Non bisogna scordare che si conoscevano l'un l'altro molto bene...".
Certo ora sembrano un po' romantiche queste forze del'ordine molto lontane da quelle "scientifiche" di oggi, con metodi e tecnologie che nelle indagini fanno la parte del leone. Allora c'era però una maggior conoscenza dell'ambiente e dei personaggi criminali, esisteva una sorta di codice che veniva generalmente osservato. E spesso le dritte giungevano proprio dalla malavità.
Questa confidenza con il territorio urbano e con chi lo abitava era il substrato su cui si innescava la capacità di indagare di ciascun poliziotto. Ma questa conoscenza palmo a palmo delle strade delle piazze, dei locali dei bar, dei vari quartieri era considerato da Simenon uno strumento formidabile.
" Non so se riuscite ad immaginare  - afferma lo scrittore rivolto a Roger Stephan - la somma di conoscenze umane che tutto questo lavoro sul campo poteva portare dopo dieci o quindici anni! Voleva dire conoscere la città, angolo per angolo. Si conosceva davvero l'anima di Parigi...".
E qui torna il leitmotiv di tutta l'opera di Simenon che nela sua opera dava molto importanza alla conoscenza dei luoghi, delle gente del posto, delle abitudini, della mentalità. Questa confidenza era quella che faceva da base alle sue storie, proprio come alle indagini di Maigret.

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