
A parte che, come ci ricordava nel suo post di ieri il nostro attaché del Bureau Simenon-Simenon Andrea Franco, mancherebbero ancora diversi racconti (ma Adephi avrà i diritti anche di quelli?) e poi sul ripetere il successo di Simenon, tra romanzi e Maigret, o anche solo dei Maigret ci pare un'affermazione un po' azzardata. Non vogliamo adesso mettere a confronto il valore letterario di Georges Simenon con quello di Ian Fleming. Ma ad esempio è un fatto che il giallista inglese scrisse il suo primo libro, Casinò Royale, in cui debuttò l'agente segreto 007 James Bond, nel 1953 (pubblicato poi l'anno dopo). Per Fleming arrivò con puntate segunti un successo più che discreto, ma per quello mondiale dovette aspettare fino al 1962 quando la sesta puntata della saga di Bond fu presa come soggetto del film di Terence Young. Uscì Agente infatti 007, Licenza di uccidere con Sean Connery nella parte del protagonista. Successo planetario del film e dell'attore che si tirarono dietro anche i romanzi, i quali vissero una seconda giovinezza, con una vendità e una popolarità stavolta davvero a livello mondiale.

Come può farsi un confronto anche solo con le inchieste del commissario Maigret, che tra romanzi e racconti, sono ben oltre cento, lasciando stare i romans-durs di Simenon autore che può vantare una produzione letteraria lunga cinquant'anni?
Non possiamo credere che all'Adelphi abbiano nemmemo pensato a Fleming come ad un rimpiazzo di Simenon, ma nemmeno dei soli Maigret. E poi sono due scrittori così diversi e, a nostro avviso, con un target di lettori talmente differenti che ogni comparazione sarebbe davvero fuori luogo.
Scommettiamo che "la vena aurifera dell'Adelphi" come la chiama Prisco, continuerà ad essere ancora per diversi anni quella di Simenon?
Sono completamente d accordo:non ce partita tra simenon e fleming e tra maigret e bond,il paragone mi sembra azzardato
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