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Gaston Gallimard |
Da
Gallimard a
Presses de La Cité. E' il passaggio di casa editrice che Simenon decise di fare nel 1945. Perchè? Tutto sommato Gallimard l'aveva accolto bene. Certo Gaston, il patron, si lamentava un po' per le vendite dei suoi romanzi e di contro gli chiedeva di scrivere dei Maigret che la gente comprava invece a occhi chiusi. Ma su questo Simenon non volle cedere più di tanto. Non é un caso se nell'epoca della
Gallimard possiamo contare oltre trenta romanzi, ma soltanto alcune raccolte di racconti di Maigret. E poi tutti quei nomi... Gide, Proust, Sartre, Camus... non che essere in catalogo con quei mostri sacri gli dispiacesse, anzi, se era stato sdoganato come scrittore di polizieschi, lo doveva anche al fatto di essere entrato in una delle più prestigiose case editrici francesi che editava solo certi autori. Ma, come si sa, Simenon aveva sempre avuto poca simpatia per le congreghe letterarie, anche quelle di alto livello e per i salotti culturali. E poi, quel controllo cui si doveva sottoporre al comitato di redazione... Simenon si considerava un artigiano, fin dai tempi della letteratura popolare, e tale si sentiva ancora adesso, ormai romanziere affermato. Scritto il suo libro, spedito in casa editrice, considerava finito il suo lavoro. Aveva altre idee su come passare il tempo (
poco in verità) tra la scrittura di un libro e un altro, che non incontrarsi con altri scrittori, partecipare a pranzi, convegni, ricevimenti, anche quando, di lì a qualche anno, saranno in suo onore.
E, nonostante lasciare un editore come
Gallimard potesse costituire un problema d'immagine per lo scrittore, Simenon sentiva un'insofferenza che doveva risolvere. In quel periodo conobbe Sven Nielsen, danese, che con la consorte aveva avviato una società di imballaggio e spedizioni. Poi debuttò nella distribuzione dei libri come
Les messageries du livre, per poi iniziare una vera e propria attività editoriale, anche se di piccola entità, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, come
Presses de La Cité.
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Sven Nielsen |
Il loro rapporto iniziò con una prefazione che lo scrittore compilò per
Traqué, romanzo poiziesco del norvegese Arthur Omre, cosa che fece gratuitamente, perchè il romanzo gli piacque e perchè gli piaceva anche quel giovane imprenditore coraggioso. Coraggioso e innovativo. Infatti nei suoi libri sostituì all'allestimentimento "rilegato a filo refe", quello più veloce ed economico all'americana, incollato e cartonato. Ridusse il formato dei suoi libri a quello tascabile, per poter risparmiare sulla carta e permettersi tirature maggiori. Insomma intraprendente, pieno di idee, come poteva non piacere a Simenon? E infatti, chiusa la sua esperienza con Gallimard, il 14 luglio 1945 Nielsen e Simenon firmarono un contratto che li legherà fino alla morte dello scrittore. E l'esordio non poteva essere più adatto visto che si trattò di
Pedigree (ottobre 1948) che era stato molto spinto da André Gide e che Gaston Gallimard avrebbe tanto voluto pubblicare.
Ma come in tutti i suoi rapporti di lavoro, Simenon spuntò con
Presses de La Cité un contratto più vantaggioso di quello con
Gallimard, ma soprattutto Nielsen non era certo tipo di mettere becco su quello che il romanziere scriveva, come succedeva con il comitato di redazione di
Gallimard. E in più, essendo entrato anche nell'assetto societario, lo scrittore si sentiva a casa sua, poteva dispensare indicazioni e consigli sulle copertine, sulle uscite e coronare il suo sogno di controllare ogni fase della sua produzione.
simenon ha scritto pochissime prefazioni ma quella scritta nel '44 per il romanzo di omre fa venire voglia di leggerlo
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