venerdì 2 agosto 2013

SIMENON, LA DEPRESSIONE DI DENYSE E IL MALE DEL SECOLO IN CASA.

Certo non poteva immaginare che quell'incontro focoso nel dicembre del '45 a New York, quell'intesa sessuale e intellettuale, quella complicità che si era subito stabilita con quella canadese, conosciuta facendo una ricerca per una segretaria-interprete, sarebbe finita così.
Così cioè con Denyse, la sua seconda moglie, che nel tempo sarebbe diventata vittima di attacchi depressivi, che ne avrebbero alterato l'equilibrio psichico, facendole alternare periodi di depressione profonda, a momenti di lucidità, a sprazzi di iper-eccitazione. Insomma quell'instabilità del carattere che spiazza quelli che vivono accanto ad un soggetto del genere.
"...Come aiutarla? Ogni parola ed ogni attenzione rischia di essere mal interpretata... Lei cerca di reagire con tutte le sue forze, ma fatalmente lo fa nella direzione sbagliata. L'esperienza delle precedenti depressioni non serve a nulla. Ogni volta manca la fiducia. Perchè siamo alla mecè di un centesimo di miligrammo d'acido... - racconta Simenon nel '64, sul suo Quand jétais vieux - ...Ieri una ricaduta per Denyse, bruscamente alla stessa ora di dicembre. Stessi dolori. Stessa situazione defatigante..."
E' un'altalena che in quel periodo Georges conosce bene, già si sono pronunciati gi specialisti, già c'è la consapevolezza che sarà quasi impossibile che quello stato di alterazione regredisca. E poi c'è la conseguenza di tutto ciò: l'alcolismo. Denyse beve, ma lo fa da tempo, mentre lui, che pure beveva forte insieme a lei, ha ormai praticamente smesso. E poi quella situazione ha delle ovvie ricadute negative sulla vita familiare.
"... è patetico assistere agli sforzi di un essere, al quale ci si sente legati in tutto e per tutto, per ritrovare un suo equilibrio, le sue forze, la gioia di vivere...".
L'infausta possibilità di Simenon di osservare, e in questo caso di partecipare, alla disgregazione dell'equilibrio psichico di una persona, a parte la sofferenza personale, deve essere stato un grande arricchimento per lo scrittore, un'occasione unica sia pure nella sua estrema negatività. Quante volte avrà tentato di mettersi nei panni della moglie? Quanto avrà cercato di immedesimarsi nelle crisi della sua compagna in quell'inspiegabile altalena della psiche che oscillava tra vette di esaltazione e baratri di depressione?
Ma la vita non è un romanzo e pian piano anche lui dovette arrendersi all'evidenza e a cercare di non essere eccessivamente coinvolto in prima persona,  a tentare di proteggere i figli, la famiglia tutta da quella stressante situazione. Anche i medici a quel punto consigliarono la separazione e un ricovero per Denyse in una struttrura adeguata al suo stato. Tutto finì quando nell'aprile del '64 lei fu ricoverata, ma in realtà fu l'addio a casa Simenon, in cui non farà mai più ritorno.

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