venerdì 18 maggio 2012

SIMENON. L'UOMO CHE GUARDAVA PASSARE IL PARIS EXPRESS

Paris Express. E' il titolo con cui negli Stati Uniti e in Germania uscì nel 1953 The Man Who Watched Trains Go By, film dell'inglese Harold French, tratto dal romanzo di Simenon L'Homme qui regardait passer les trains, scritto alla fine del 1936 e uscito nel 1938 per Gallimard.
Il 1938 è un anno d'oro per il romanziere. Pubblicò ben sette romanzi: Les Rescapés du Télémaque, Monsieur La Souris, Touriste de bananes, La Marie du Port, Le suspect, Les soeurs Lacroix, Le cheval blanc, oltre al già citato L'Homme qui regardait passer les trains. Non uscì nessun volume di Maigret, anche se Simenon pubblicò cinque racconti con il commissario su Police Magazine. Certo non furono scritti tutti in quell'anno, ma pubblicati sì.
Ma torniamo a L'Homme qui regardait passer les trains, uno dei più bei romanzi di Simenon, dove il protagonista compie il più classico dei "passaggi della linea", come diceva lo scrittore, in cui un piccolo uomo si libera di tutti i cliché che lo avevano fino ad allora caretterizzato agli occhi di tutti e lo avevano imprigionato in una parte che non si era scelto. E allora il tragico evento che però lo libera, lo trasporta in mondo che è l'opposto di quello che ha sempre frequentato, accompagnato da un'ondata di libertà che lo sommerge e gli cambia la mentalità, il comportamento, la prospettiva con cui guardava il mondo. La descrizione di questa trasformazione é da parte di Simenon magistrale, ad iniziare dalla tragedia che scatena tutto il cambiamento, l'esigenza di fuggire e la metamorfosi da individuo integrato nella società, ligio a tutte le convenzioni ad un emarginato che si sente libero di comportarsi come i suoi istinti, fino ad allora repressi, gli avevano negato.
Siemenon ci racconta come Kees Popinga, questo impiegato serioso e grigio  passi dalla piccola cittadina olandese di Groninga alla libera e libertina Parigi. Lo fa con un racconto ricco di quegli elementi che spesso ritroviamo nei Maigret, ad punto tale che ci azzardiamo a dire che in questo romanzo è come se lo Simenon avesse scritto un Maigret rovesciando il punto di vista. L'inchiesta vista dalla parte del ricercato, che ne conosce gli sviluppi attraverso i giornali e che cerca giustificazioni ai suoi misfatti, quasi volesse replicare, pro domo sua, il maigrettiano "comprendere e non giudicare". Ma gli eventi precitano e i suoi fallimenti si sovrappongono uno all'altro fino a condurlo alla fine più indecorosa in un'inarrestabile discesa agli inferi.
La degradazione è seguita passo passo come solo Simenon sa fare, costringendoci all'identificazione con questo piccolo uomo che passa dal grigiore di un'esistenza spenta, all'euforica e inebriante sensazione di libertà e di liberazione, sino al declino ineluttabile verso una fine indecorosa, non da "mostro" come la polizia e l'opinione pubblica l'ha soprannominato, ma da piccolo e insignificante uomo, che forse ha commesso crimini più grandi di lui, forse senza nemmeno rendersene conto fino in fondo.  

giovedì 17 maggio 2012

SIMENON A SEATTLE?

Chi l'ha detto che gli Stati Uniti non si occupano di quello che succede in Europa? E non stiamo parlando della crisi economica finanziaria che colpisce e preoccupa tutto il globo terrestre. No. Ci riferiamo ad un evento che per noi europei è molto prestigioso il Festival Internazione del Cinema di Cannes che ieri ha aperto i battenti della sua 65a edizione. Già perchè abbiamo scoperto che negli States, la patria della cinematografia (anche se i fratelli Lumiére erano francesi), la nazione di Hollywood, nutre un certo interesse per l'evento (forse perchè quest'anno in particolare i film in concorso made in Usa non sono pochi?). Navigando tra gli anfratti più remoti del web in cerca di notizie su Simenon che cosa troviamo...?
Bene, il Seattle P.I. quotidiano on-line erede di un omonimo giornale cartaceo (il Seattle Post Intelligencer), insomma una gazzetta della citta e dintorni, dedica in homepage un generoso slide-show, intitolato "Il Film Festival di Cannes attraverso gli anni". E dall'edizione dell'anno scorso, va a ritroso nel tempo con ben 58 fotografie fino a quella del 1956. Ovviamente per il 1960, tra le altre, c'è la foto che vedete in alto, che raffigura Simenon, in quell'edizione presidente della giuria e Federico Fellini, vincitore della Palma d'Oro con La dolce vita. Scusate se ci stupiamo un po'. Perche non stiamo parlando di giornali cosmopoliti e importanti come il New York Times o il Washington Post. Si tratta,lo ripetiamo di un giornale on-line locale di Seattle, la più importante città dello stato di Washington (non c'entra ovviamente nulla con Washington D.C la capitale federale) che si trova sulla costa pacifica. Seattle nell'area urbana oggi non arriverà al milione di persone (nell'ultimo censimento del 2009 superava appena le 600.000 unità) e lo stato intero non contava nel 2010 nemmeno sette milioni di abitanti. Eppure un piccolo giornale-web, di un piccolo stato (nonostante il suo nome, non certo importante), sente il bisogno di dedicare una retrospettiva fotografica (diremmo anche interessante) al prestigioso festival francese. E Simenon non poteva mancare. Godetevelo anche voi lo slide-show del Seattle P.I.

mercoledì 16 maggio 2012

SIMENON. QUANTI ALTRI SIMENON E QUANTI ALTRI MAIGRET?

Chi segue, non solo professionalmente, ma anche per sola passione, le vicende letterarie di casa nostra e non solo vi ci sarà imbattuto diverse volte.
Stiamo parlando di quante volte, per inquadrare uno scrittore (soprattutto se esordiente o poco conosciuto) o il personaggio letterario di un autore, si fà ricorso alle allocuzioni "...il nuovo Simenon", oppure "...è un investigatore alla Maigret...", o anche "...i suoi personaggi fanno pensare a quelli forgiati da Simenon..." o addirittura "...sono atmosfere prettamente simenoniane...".
Spesso, anzi diciamolo chiaramente, quasi sempre sono riferimenti campati in aria, dove alla prova dei fatti (cioè la lettura) quella similitudine o analogia espressa da un critico, da un giornalista specializzato o da chi ha un microfono davanti alla bocca in tv o alla radio, è del tutto inesistente.
Con questo non voglio mettere sotto mira la comunità dei critici letterari, dei giornalisti che si occupano di cultura o dei blogger che parlano di scrittori e romanzi. Assolutamente non tutti, ma alcuni sì. Sembra che certe volte citare Simenon sia un vezzo che qualcuno di questi usa per strizzare l'occhio al proprio lettore (vedi io quanto consosco bene un romanziere come Simenon).
Non che sia un fenomeno che riguardi soltanto Simenon, sia chiaro. Ma a noi, che lo conosciamo molto meglio di tanti altri scrittori, salta subito all'occhio. Non ci azzarderemmo a chiamare in causa Dostoevskij, Garcia Lorca, Seakespeare, Hemingway, o altri che pure abbiamo letto e amato. Ma conoscerli a fondo, decifrare i meccanismi dei loro moduli espressivi, entrare in sintonia con il loro  afflato creativo, conoscere le motivazioni più profonde della loro poetica, come pure le vicende più materiali della vita quotidiana è tutt'altro. E' qualcosa che richiede tempo, un lungo lavoro, capacità di analisi e di empatia.
Certi presentazioni dei romanzi di autori esordienti o tradotti che forse non meriterebbero tanta attenzione ci fanno venire in mente un acronimo coniato da Pierre Assouline un giornalista francese (tra l'altro uno dei massimi esperti di Georges Simenon) che, parlando di certi romanzi, li classifica come O.L.N.I cioè Oggetto Letterario Non Identificato (Objet Littéraire Non Identifié)
Beh, a nostro avviso, si potrebbe utilizzare tale acronimo con una piccola modifica per certa critica e certe presentazioni, O.C.N.I, Oggetto Critico Non Identificato. Quanti OCNI avete letto? Magari segnalateceli

martedì 15 maggio 2012

SIMENON. L'IMPORTANTE E' INIZIARE, NON DA DOVE MA COME

Domenica, nel supplemento La Lettura, abbinato al Corriere della Sera, abbiamo trovato un'intera pagina, sotto la rubrica Caratteri/Itinerario d'autore, dedicata a Maigret (con grande foto di un Simenon quarantenne, farfallino e ovviamente pipa tra i denti). Occhiello: I 5 romanzi memorabili di un protagonista della letteratura. Sommario: Le certezze di un poliziotto: la vita non è mai facile e giudicare impossibile. E poi giù l'articolo di Roberto Iasoni, una trentina di righe d'introduzione e quindi cinque capitoli ognuno dedicato ad un titolo dei cinque Maigret che, come si spiega nell'introduzione non sono i migliori, ma più precisamente quelli da cui si dovrebbe (sempre secondo Iasoni) iniziare per addentrarsi nell'opera omnia dei Maigret. I titoli sono: Pietr-Il-Lettòne, Il cane giallo, Il caso Saint-Fiacre, Maigret a New York e infine Maigret e il barbone.
Non siamo qui a scrivere per contestare le scelte dell'articolista e neppure il metodo. Ognuno sceglie e propone secondo il proprio gusto, le proprie conoscenze, le proprie possibilità, anche se lo fa dalle righe di un importante giornale o dietro lo schermo di una celebre televisione.
Noi sulle inchieste del commissario proposte non abbiamo obiezioni. Ma visto l'intenzione, cioè quella di indicare da dove iniziare a leggere i Maigret (e quindi rivolgendosi a chi non lo conosce ancora), ci saremmo dilungati di più sulla nascita del personaggio, sul perchè Simenon scelse il genere poliziesco ("polar" dicono i francesi), come davvero è nato Maigret e come la racconta Simenon, gli attriti con l'editore Fayard per farlo pubblicare e magari anche un accenno al famoso Bal Anthropométrique che lanciò la serie in un modo, per quei tempi, davvero inusuale.
Di contro ci saremmo contenuti di più sul raccontare le varie vicende (non si raccontano mai le storie dei romanzi!), evitando di citare brani dei testi, troppo brevi per far capire qualcosa a chi non conosce Maigret e magari nemmeno Simenon.
Ma ognuno fà le sue scelte. E ognuno scrive i propri articoli come gli pare.
Chi segue Simenon-Simenon, tutte queste cose le ha già lette e approfondite. Chi ha letto quell'intera pagina dedicata a Maigret sul Corriere della Sera purtroppo non le ha apprese. Speriamo che le sapesse già...

domenica 13 maggio 2012

SIMENON E GLI PSEUDONIMI. OGGI... DIAMO I NUMERI!

Intervento di un assiduo "attaché" al Bureau Simenon Simenon, Andrea Franco. Se volete partecipare, editare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com 
Roma - dal nostro attaché Andrea Franco - Oggi voglio aiutare tutti i simenoniani con la "S" maiuscola a fare un po' di chiarezza sugli pseudonimi utilizzati dallo scrittore, per quali pubblicazioni e quante volte.
Ecco tutti gli pseudonimi utilizzati da Simenon:

1) Georges Sim con le seguenti varianti:
- Georges Simm (unicamente per il romanzo 'Les larmes avant le bonheur'
- G. Sim 
- Geo Sim  
- Sim
Utilizzato 61 volte per romanzi lunghi. Era uno pseudonimo che riservava per romanzi di un certo livello. Sono firmati cosi anche svariati racconti.

2) Christian Brulls. Si trovano anche le varianti 
- C. Brulls 
- Christian Brull's,
Usato 28 volte per romanzi lunghi di un certo livello, specialmente per i romanzi d'avventura. Sono firmati così anche svariati racconti
3) Jean du Perry.
Si trova 41 volte, principalmente per romanzi brevi di carattere sentimentale. Unica eccezione Marye Mystère

4) Jacques Dersonne:
Utilizzato 6 volte per romanzi brevi sentimentali

5) Jean Dorsage. Si trova anche Jean Dossage.
Usato 6 volte per romanzi brevi sentimentali

6) Luc Dorsan. Si trovano anche le versioni:
- Dorsan
- Luc Donan 
- Donan
Compare in 6 romanzi, principalmente per la produzione di carattere leggero ed erotico, ad eccezione del romanzo umoristico-avventuroso Les mannequin du docteur Cup. Sono firmate cosi anche 2 raccolte di racconti e svariati racconti di genere leggero

7) Georges Martin-Georges, utilizzato 15 volte per romanzi per lo piu brevi e di carattere sentimentale

8) Gaston Vialis. Si trovano le varianti 
- Gaston Viallis 
- G. Violis 
- G. Vialio 
Utilizzato 8 volte per romanzi sentimentali

9) Germain d'Antibes. Utilizzato solo per firmare il romanzo Hèlas,je t'aime!

10) Aramis. Compare varie volte in racconti di carattere umoristico e leggero

11) Bobette. Usato per scrivere unicamente Bobette et ses satyres

12) La Deshabilleuse. Appare varie volte per racconti di carattere umoristico e leggero

13) Gemis o Gémis. Utilizzato varie volte per racconti di carattere umoristico e leggero

14) Gom Gut. Con qusto pseudonimo ha pubblicato 13 romanzi e quattro raccolte di racconti di carattere leggero e/o erotico o paraerotico, più svariati racconti dello stesso genere

15) Georges d'Isly. Firma esclusiva, solo per il romanzo breve Etoile de cinema

16) Jean. Usato varie volte per racconti di carattere umoristico e leggero

17) Kim. Utilizzato varie volte per racconti di carattere umoristico e leggero, oltre che per il romanzo breve Un petit poison

18) Miquette. Usato diverse volte per racconti di carattere umoristico e leggero

19) Mitsi. Ha firmato così vari racconti di carattere umoristico e leggero

20) Pan. Utilizzato varie volte per racconti di carattere umoristico e leggero

21) Plick et Plock. Psudonimo che compare qualche volta su alcuni racconti di carattere umoristico e leggero. Lo si trova anche come firma della raccolta di racconti Voluptueuses etreintes

22) Poum et Zette. Usato qualche volta per alcuni racconti di carattere umoristico e leggero, ma anche nel romanzo breve di carattere umoristico/erotico Des gentes qui exagerent

23) Jean Sandor (o Sandor solamente) utilizzato qualche volta per alcuni racconti di carattere umoristico e leggero

24) Le Vieux Suiveur. Si trova qualche volta per alcuni racconti di carattere umoristico e leggero

25) Monsieur Le Coq. E' lo pesudonimo che usava per gli articoli della rubrica quptidiana Hors du poulailler su La Gazette de Liège. L'ha utilizzato per 784 volte

26) J.-K. Charles. Lo si trova una sola volta per un reportage di carattere poliziesco

27) Georges Caraman. E' servito per firmare diversi articoli di giornale, reportages e racconti di viaggio

In passato furono erroneamente attribuiti a Simenon  anche altri pseudonimi come: Trott, Max-André Dazergues, M. Lecoq e Maurice Pertuis, tuttavia si può affermare con certezza che non gli appartengono.

Tirando le somme, il totale degli pseudonimi utilizzati ammonta a ben 27, di cui però "solo" 11 per firmare romanzi



sabato 12 maggio 2012

SIMENON FA' LA GAVETTA

Un giovanissimo Simenon scrive a macchina
"...una mattina comprai in un'edicola tutto ciò che potei trovare quanto a romanzi popolari, romanzi d'appendice a buon mercato. Ne esisteva a quell'epoca una quantità incredibile e di tutti i tipi C'era il romanzo per la sartina e il romanzo per la dattilografa, il dramma spaventoso per le portinaie e le storie all'acqua di rosa per le giovani pallide. C'erano anche i romanzi d'avventura per i ragazzini, le storie di indiani, di pirati.... di banditi senza scrupoli e di ladri gentiluomini... Scoprivo una vera industria, con un numero di prodotti ben determinati, standardizzati,come diremmo oggi, dal piccolo periodico di poche pagine, fino al grosso romanzo popolare, dalle righe fitte, stampato su carta ruvida, da un franco e novantacinque...".
E' Simenon che racconta i propri inizi ne L'age du roman (lungo saggio autobiografico apparso su un numero speciale , 21-24, della rivista "Confluence" - Problèmes du Roman - 1943). Prendeva allora contatto con quella letteratura popolare che in effetti nei primi anni venti in Francia era molto diffusa (vedi il post Scuola di scrittura da Colette ai romanzi popolari) e poteva fornirgli il modo per iniziare e praticare quell'apprendistato che il giovane Simenon si era consapevolmente già programmato come propedeutico per poter approdare alla scrittura vera e propria e poi infine ai romanzi-romanzi. E' con questa letteratura che farà la sua pratica, ma va notato un particolare non privo di signifcato. Firmava tutto, dai racconti ai romanzi, con una ventina di pseudonimi. Il suo nome, mai. Evidentemente, già da allora lo teneva in serbo per quando avrebbe composto opere letterariamente più dignitose. Non che si vergognasse di quel che scriveva, però... "...certamente in quel momento non mi vantavo delle mie opere che firmavo con diversi pseudonimi - spiega Simenon - Avevo bisogno di camminare a testa alta e ripetermi che Balzac e molti altri avevano iniziato allo stesso modo...".
Però nei suoi ricordi quello è un periodo di cui Simenon parla con tenerezza e nostalgia, come d'altronde chiunque ricorda con rimpianto anche i periodi meno felici della propria giovinezza.
L'inizio fu quello più umile e il futuro scrittore cominciò con le storie brevi, quei romanzetti di poche pagine che Simenon scriveva immaginando la sartina che l'avrebbe letto, sospirando e piangendo sulle sventure della povera protagonista di turno. Ma si soffriva anche per i romanzi a puntate sull'ultima pagina dei quotidiani, romanzi che duravano fino a sei mesi.
Questa fase durò circa dieci anni, dall'arrivo di Simenon a Parigi nel '22 al lancio dei Maigret nel '31. Ma ancora nel '43, quando lo scrittore era ormai affermato, ed era entrato nell'elenco degli autori della Gallimard ancora dichiarava "... quell'apprendistato è durato dieci anni e non sono affatto sicuro che a quest'ora sia del tutto concluso... D'altronde la modestia ci viene solo con l'età e probabimente è giusto che sia così".

venerdì 11 maggio 2012

SIMENON. MAIGRET SULLE TRACCE DEI VERI TITOLI


Un bel gioco da veri "simenoniani" ci viene proposto alla nostra "attachée" al Bureau Simenon-Simenon, Murielle Wenger. Se volete farne parte anche voi scrivete a simenon.simenon@temateam.com
Roma - dalla nostra attachée Murielle Wenger - E questa volta il gioco si fa duro. Prima di tutto perchè si tratta davvero di un gioco. E per di più un gioco in francese. Insomma simenoniani di ferro, e francofoni, ecco pane per i vostri denti! Ognuna delle brevi frasi che trovate elencate nel box qui di seguito evocano un romanzo di Maigret, come fossero una sorta di nuovo titolo. Dovete cercare di indovinare ogni volta il vero titolo... ma non sarà poi così difficile, visto che le frasi (ossia le nuove titolazioni) sono ordinate secondo l'ordine cronologico di scrittura dei romanzi stessi.




giovedì 10 maggio 2012

SIMENON. L'ISTINTO PRIMARIO DELLA SCRITTURA E NON SOLO

Tutto quello che ha scritto e ogni dichiarazione che ha rilasciato il tal senso portano univocabilmente alla concusione che l'istinto per Simenon fosse vincente sulla ragione. E lui non si riferiva solo alla propria opera letteraria, ma anche alla propria vita, alle scelte di tutti i giorni.
Questa storia dell'istinto a 360° a volte non convince. Ad esempio nel trattare con gli editori o con le case cinematografiche per la cessione dei diritti, cosa che sapeva fare molto bene, l'istinto può averlo aiutato fino ad un certo punto, ma ci sarà voluta anche una buona dose di ragione e una certa esperienza.
Però anche lui stesso, per esempio in una lettera ad André Gide, si definiva non intelligente e addirittura affermava di diffidare della propria intelligenza perchè preferiva "sentire" piuttosto che "pensare", riconosceva che aveva un'ottima memoria e un buon intuito e che queste erano doti importanti. L'intelligenza poteva subentrare in un secondo momento.
Quando nell'ultima parte della sua vita, tirava le somme della sua intensa e ricca esistenza, non faceva che riconfermare questa tesi.
"...non ho mai obbedito alla ragione. Fin dalla mia infanzia ho sempre seguito l'istinto, cosa che continuo far tutt'ora... - scriveva in uno dei Dictées nel 1979 -  Fino ad oggi comunuque il mio istinto non mi ha mai fatto sbagliare anche se mi ha procurato qualche anno infelice e qualche volta doloroso...".
Tra l'altro questo fatto di non essere intelligente, ma intuitivo o istintivo, Simenon l'ha trasposto sic e simpliciter nel suo commissario Maigret. E lo dice proprio con le stesse parole che utilizza per sé stesso.
Infatti, rispondendo ad un domanda in un'intervista di Roger Stéphane nel 1963, asseriva "... Maigret non è un uomo intelligente. E' un intuitivo...".
Lo affermava come se questo trasfert potesse rendere più convincente la sua opinione. Adesso non vogliamo qui impelagarci nella questione se Maigret sia o no il personaggio della letteratura simenoniana che più somiglia allo scrittore. Ma è un fatto che quanto detto prima e, per esempio, la convinzione che "é meglio comprendere che giudicare", fanno parte della mentalità dello scrittore, ma le ritroviamo come caratteristiche basilari del commissario.
Anche nella famosa intervista televisiva di Bernard Pivot del 1981, si toccò l'argomento e Simenon ebbe così modo di ribadire: "... non ho mai pensato un romanzo, ho sentito un romanzo. Non ho mai pensato un personaggio, ma ho sentito un personaggio. Non ho mai inventato una situazione, la situazione si è concretizzata mentre scrivevo, ma non sapevo affatto dove il mio personaggio mi avrebbe condotto...".
E questo, l'abbiamo gia detto tante volte, spiegherebbe la velocità di scrittura di Simenon. E sappiamo che faceva di tutto per non interrompere la seduta di scrittura. Preparava in anticipo quello che gli sarebbe potuto servire, nel timore che qualsiasi interruzione avrebbe potuto fargli perdere quell'intuizione. E poi se non fosse stato trascinato da questa istintiva ispirazione, quella che lui chiamava état de roman, sarebbe potuto essere così veloce? Evidentemente dubbi, curiosità, ripensamenti, incertezze, che avrebbero rallentato il ritmo, non facevano parte della sua modalità di scrittura. E' vero che durante il suo periodo di scrittura popolare, quella su ordinazione, doveva sbrigarsi e più velocemente scriveva e tanto più guadagnava. Ma dai Maigret in poi tutto questo non era più necessario, non aveva bisogno di essere così veloce. Eppure il ritmo rimase inalterato, anche se dai popolari ai Maigret e quindi ai romanzi le sue costruzioni letterarie andavano facendosi sempre più complesse e approfondite. Eppure lui procedeva sempre come un treno. Ad ogni bivio intuiva perfettamente dove andare senza esitazioni e i risultati alla fine sembrano proprio dare ragione a questo istinto o intuito comunque si voglia chiamarlo.

mercoledì 9 maggio 2012

SIMENON E L'ISOLA DEL TESORO



Vista di Porquerolles anni '30 ripresa da un pallone aerostatico
In quei primi anni '30 Simenon stava vivendo una fase felice della sua vita. E' finito il periodo di apprendistato rappresentato dalla letteratura popolare. Passa infatti a quella che lui stesso chiama la semi-letteratura (o letteratura semi-alimentare) con il lancio del commissario Maigret che segna anche il momento in cui inizia a firmare i propri libri con il proprio nome, abbandonando gli pseudonimi. Ancora non lo sa, ma di lì a qualche anno entrerà nella prestigiosa maison Gallimard e il suo ingresso ufficiale nella letteratura si sarà compiuto.
E' sposato con Tigy, e con loro convive Boule con il ruolo di femme de chambre, ma anche di maitresse per "il padroncino Georges".
Lo scrittore aveva già scoperto l'isola di Porquerolles nella seconda metà degli anni '20, quando, tra i primi guadagni di Georges e la buona vendita di un paio di quadri da parte di Tigy, la coppia mise insieme un gruzzoletto che permise loro di passare alcuni mesi di vacanza nell'isola che allora era un vero paradiso naturale. Poi una lunga pausa e quindi il ritorno nel 1933. E da quell'anno fino al 1940 soggiornarono tutti gli anni diversi i mesi nell'isola qualche volta anche d'inverno in un casa chiamata Le Tamaris sulla strada per Langoustier.
Vediamo quello che Simenon ha scritto in proposito su Mémoires intimes
"... vi ho passato sette anni, svariati mesi all'anno e quache volta anche tutto l'inverno. Avevo una strana piccola casa proprio in riva al mare, alla fine del porto. A fianco delle casa si ergeva una torre quadrata, assai improbabile, sormontata da un minareto ancor più improbabile. Il gardino traboccava di tamaris. Avevo fatto costruire una banchina dove era ormeggiato il mio 'pointu', ossia la mia barca da pesca, oltre ad atre due barchette..."
Quest'isola era per Georges e Tigy un vero tesoro e segnò l'inizio della passione della pesca per lo scrittore. Che ben presto si fece costruire una barca da pesca più grande e iniziò ad avvalersi di quello che nell'isola era ritenuto il miglior pescatore, un certo Tado. Con lui via per mare, sia per le grandi battute di pesca sia per raccogliere lo stretto necessario per una ricca zuppa di pesce. Un'altra delle "impegnative" attività dell'isola erano le partite di pètanque sulla piazza del paese.
"...Eravamo a volte otto contro otto e le partite, sotto il sole cocente del Sud, duravano due ore e mezzo/tre ore - continua a raccontare Simenon in Mémoires intimesE lì si potevano sentire tutti gli accenti, tutte le imprecazioni in francese e in tutti i dialetti italiani della costa. A partita finita, tutti si andava Chez Maurice, all'Arca di Noè, un piccolo albergo con un simpatico bar...".
Però tra pesca, partite di petanque, bagni, grandi mangiate di pesce la produzione letteraria di Simenon non si fermava. Nemmeno d'estate quando nel suo studio, al piano basso della torre, iniziava a scrivere verso le quattro del mattino per sfuggire alla gran calura del giorno. Tra i titoli scritti sull'isola possiamo ricordare Les fiançailles de Monsieur Hire (1933), Maigret (iniziato a Porquerolles nell'estate del '33), L'évadé, Les clients d'Avrenos, Le coup de lune (tutti scritti nella primavera del '34) e Les demoiselles de Concarneau (iniziato anche lui nella primavera dello stesso anno), e poi nel '36 Le blanc à lunettes e Le testament Donadieu. E ancora, nel 1937 finiva la stesura de L'homme qui regardait passait les trains e scriveva Monsieur La Souris, Touriste de bananes e Le cheval blanc (1938).
Tra quelli citati ci sono alcuni tra i più bei romanzi di Simenon, segno che in quegli anni Porquerolles fu davvero l'isola di un tesoro, soprattutto letterario.
 

martedì 8 maggio 2012

SIMENON: I MAIGRET-EBOOK ANCHE SU GOOGLE PLAY

Intervento di una nuova "attachée" al Bureau Simenon Simenon, Cristina De Rossi. Se volete partecipare, editare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com


Roma - dall'attachée Cristina De Rossi - Arrivano anche gli ebook della Rizzoli (Rcs Libri Group) sulla nuova piattaforma che Google ha riservato a quello che chiama "intrattenimento digitale". Il colosso del web oggi lancia Italia Libri sulla sua sezione Google Play. Si parte dall'Italia, ma in poco tempo il servizio sarà fruibile in decine di altri paesi dell'Eurpa continentale. Ovviamente di questa offerta faranno parte anche gli ebook di Maigret che, come Simenon-Simenon ha già scritto, L'Adelphi sta pubblicando in ordine cronologico e che hanno avuto subito un grande successo.

domenica 6 maggio 2012

SIMENON - FLEMING, BOND - MAIGRET, NON C'E' STORIA?

Sul Sole 24 Ore del 4 maggio è uscito un articolo, Doppio anniversario per l'agente 007, un Bond da 11,7 miliardi di dollari, in cui si dà anche la notizia della prossima uscita dei romanzi di Ian Fleming per i tipi dell'Adelphi (vedi Bond in Italia sarà targato Adelphi - post del 4 aprile sul "Dizionario Atipico del Giallo on-line"). Nel corso dell'articolo l'autore, Francesco Prisco, tra l'altro scrive "...la casa editrice milanese specializzata in letteratura di qualità farà uscire un tomo dietro l'altro l'intero corpus di Fleming. Esauritasi infatti la vena aurifera dell'opera omnia di Georges Simenon e del suo inossidabile commissario Maigret, pare che Fleming e Bond siano i «cavalli di razza» sui cui puntare con decisione per ripeterne il successo. Come risponderà il pubblico? Difficile pronosticarlo...".
A parte che, come ci ricordava nel suo post di ieri il nostro attaché del Bureau Simenon-Simenon Andrea Franco, mancherebbero ancora diversi racconti (ma Adephi avrà i diritti anche di quelli?) e poi sul ripetere il successo di Simenon, tra romanzi e Maigret, o anche solo dei Maigret ci pare un'affermazione un po' azzardata. Non vogliamo adesso mettere a confronto il valore letterario di Georges Simenon con quello di Ian Fleming. Ma ad esempio è un fatto che il giallista inglese scrisse il suo primo libro, Casinò Royale, in cui debuttò l'agente segreto 007 James Bond, nel 1953 (pubblicato poi l'anno dopo). Per Fleming arrivò con puntate segunti un successo più che discreto, ma per quello mondiale dovette aspettare fino al 1962 quando la sesta puntata della saga di Bond fu presa come soggetto del film di Terence Young. Uscì Agente infatti 007, Licenza di uccidere con Sean Connery nella parte del protagonista. Successo planetario del film e dell'attore che si tirarono dietro anche i romanzi, i quali vissero una seconda giovinezza, con una vendità e una popolarità stavolta davvero a livello mondiale.
Ma, come abbiamo detto siamo nel '62, due anni dopo Fleming morirà ancora abbastanza giovane (56 anni) per un infarto. Nel complesso quindi la sua opera si compone di dodici romanzi più due raccolte di racconti, scritti complessivamente in tredici anni.
Come può farsi un confronto anche solo con le inchieste del commissario Maigret, che tra romanzi e racconti, sono ben oltre cento, lasciando stare i romans-durs di Simenon autore che può vantare una produzione letteraria lunga cinquant'anni?
Non possiamo credere che all'Adelphi abbiano nemmemo pensato a Fleming come ad un rimpiazzo di Simenon, ma nemmeno dei soli Maigret. E poi sono due scrittori così diversi e, a nostro avviso, con un target di lettori talmente differenti che ogni comparazione sarebbe davvero fuori luogo.
Scommettiamo che "la vena aurifera dell'Adelphi" come la chiama Prisco, continuerà ad essere ancora per diversi anni quella di Simenon?

sabato 5 maggio 2012

SIMENON. SE IO FOSSI STATO MEDICO....

Cinquant'anni fa' Simenon si trovava a Montreux per inaugurare a maggio il IV Congresso della Federazione Internazionale degli scrittori medici.
Il rapporto tra il romanziere e la medicina e i medici è stata una costante della sua vita e un interesse che era ben conosciuto. Non a caso nei suoi romanzi protagonisti o co-protagonisti sono medici e il più caro amico del suo famoso commissario Maigret è proprio un medico, il dottor Pardon.
"Cosa mi sarebbe capitato se la morte di mio padre non mi avesse costretto ad abbandonare gli studi? Avrei scelto la carriera medica? Avrei retto alla prime seduta in sala settoria?.... Allora ero troppo piccolo per pormi queste domande, ma oggi posso dire con la massima sincerità che vi invidio...".
Con queste parole aprì il congresso e confermò, se ce ne fosse stato bisogno, che la professione medica costituiva per lui una grande attrazione. Nel suo discorso si soffermò poi sull'analogia tra gli scrittori e i medici, citando anche il suo amico scrittore Somerset Maugham che affermava "...non cososco migliore scuola per uno scrittore che dedicare alcuni anni della propria vita alla professione medica...". Simenon era infatti convinto che sia i medici che i romanzieri avessero di fronte all'uomo lo stesso atteggiamento che lo osservassero dallo stesso punto di vista, e che sia gli uni che gli altri cercassero in definitiva la stessa cosa. E anche in Mémoires intimes rinnova questa sua fede "... credo davvero nella medicina, nonostante oggi sia di moda pensare il contrario... e credo soprattutto nei medici perché ne ho conosciuto molti. Nei più diversi posti  del mondo in cui ho vissuto, i miei migiori amici sono stati dei medici...".
Questo attaccamento ai medici era quasi un'ossessione e lo confermò, dopo la famosa intervista del '68 a Simenon dei medici di Médicine et Hygiène, uno degli intervistatori, il dottor Pierre Rentchnik, che sottolineò come lo scrittore avesse bisogno di medici intorno a sé, non foss'altro che per traquillizzarsi. Ma questa esigenza era tale che arrivò a definirla un'ossesione compulsiva. Prova ne è che lo scrittore era sempre in contatto con i suoi due medici personali.
Ma non si trattava solo di questo. Anche l'atteggiamento di Simenon nei confronti degli altri aveva a che fare con quello tipico di un medico. Una delle testimonianze in tal senso la fornisce uno psichiatra di sua conoscenza, il dottor Pierre Deniker "... agli occhi del medico e soprattutto dello psicologo, Simenon appare, attraverso la sua opera come un perfetto clinico... senza dubbio, meglio di  tanti altri, ha saputo osservare e far percepire la faccia nascosta delle manifestaioni esteriori, i sintomi negativi, la fragilità nascsta, i punti deboli... Diffidando delle apparenze e dubitando delle sue analisi, osserva, spia, indovina e mette insieme le constatazioni; tiene per sé l'interpretazione e la diagnosi fino alla soluzione...".
Simenon leggeva avidamente libri di medicina, di psicologia e anche di psicoanalisi, come e opere di Carl Gustav Jung che lui ammirava tanto (vedi i nostri post Georges Simenon e Carl Gustav Jung e l'incontro mancato e Simenon. Psicologia, psicanalisi e psichiatria).
Questo non poteva che far piacere al medico... mancato che Simenon si sentiva, tanto più che questo tipo di riconoscimenti non gli veniva solo dall'ambito clinico, ma anche da quello letterario. Non a caso andava molto fiero del giudizio di André Parinaud che ebbe modo di scrivergli "...quello che mi piace nei vostri libri, Simenon, è che i vostri personaggi non solo hanno una vita romanzesca, intellettuale o animalesca, ma un fegato, dei polmoni, un cuore, dei muscoli, dei nervi. Mi sforzo sempre, al primo capitolo, di formulare una diagnosi medica  sui vostri personaggi, curioso di sapere alla fine se mi sono sbagliato o no...". 
Insomma sembra proprio che abbiamo perso un bravo medico, in compenso abbiamo guadagnato uno scrittore con i fiocchi.

SIMENON+MAIGRET+CERVI= 111 ANNI PER L'ATTORE ITALIANO

Omaggio a Gino Cervi. Il 3 maggio ricorreva il 111° anniversario della nascita di Gino Cervi, l'indimenticato interprete italiano degli sceneggiati del commissario Maigret prodotti e messi in onda dalla Radio Televisione Italiana tra il 1964 e il 1972.
Per tanti, tantissimi italiani la faccia di Cervi fu un'icona. Entrò nell'immaginario collettivo dei telespettatori in modo così prepotente che Mondadori, allora editore delle opere di Simenon, pubblicò per molti anni i libri delle sue inchieste con le superbe  illustrazioni di Fèrenc Pinter che raffiguravano le fattezze del commissario con i lineamenti dell'autore. Un fenomeno unicamente italiano (vedi Simenon. Si scrive Maigret, ma in Italia si pronuncia Cervi).
Cervi, nonostante sia stato grande attore di teatro, direttore di compagnie drammatiche, interprete di numerosi film, fu così legato al personaggio creato da Simenon che spesso venne identificato con il commissario di Quai des Orfévres, (oltre che alla sua interpretazione cinematografica con Fernandel nella serie "Don Camillo e l'onorevole Peppone" per altro famossisima anche in Francia, dove Cervi interpretava il sanguigno sindaco comunista nell'Italia degli anni '50).
Ma il rapporto Cervi-Maigret era speciale:" ...nella mia lunga carriera non mi sono mai innamorato di un personaggio come questo - scriveva l'attore al giornalista Angelo Gangarossa - Io a Maigret voglio un bene dell'anima. Mi piace tutto di lui, anche quello che mangia e quello che beve. Forse Maigret è un oriundo emiliano..."
Volessimo raccontare la carriera teatrale, radiofonica, cinematografica e televisiva di Gino Cervi non basterebbe un blog come Simenon-Simenon. Ci vorrebbe un... Cervi-Cervi, anche perchè è stato un forsennato della recitazione almeno quanto Simenon lo è stato per la scrittura. Per dare un'idea diremo che tra il '24 e il '73 ha interpretato a teatro oltre 300 commedie, ha girato 120 film, nell'anno 1927 con la compagnia di Annibale Bertone di cui faceva parte partecipò alla messa in scena 50 rappresentazioni e arrivò a provare quattro o cinque commedie contemporaneamente! Insomma i numeri non gli mancano e vogliamo finire con 18 milioni. Sì, tanti furono gli spettatori che seguirono, nel picco d'ascolto, l'ultima serie televisiva dei Maigret nel '72.
Noi di Simenon-Simenon, vogliamo fargli un omaggio molto personale ricordando che nel 2003, scrivemmo un libro per la ElleU Multimedia, Chez Maigret. E' un pastiche letterario che vede insieme Georges Simenon, Jules Maigret e appunto Gino Cervi. I tre si ritrovano a cena a casa del commissario a gustare le prelibatezze preparate da M.me Maigret e poi, per un imprevisto, passano tutta la notte insieme tra Quai des Orfévres, la Brasserie Dauphine e una Parigi notturna. La cena e la nottata sono un pretesto perchè i tre protagonisti si raccontino vicendevolmente le proprie storie, le esperienze vissute e gli intrecci che la professione e la fantasia hanno creato tra loro.
Il nostro saluto e il nostro affettuoso ricordo ad un attore che difficilmente potremo dimenticare, anche (e forse soprattutto) per il suo bellissimo Maigret.

venerdì 4 maggio 2012

SIMENON. QUELLO CHE NON HO... DEI MAIGRET

In evidenza un bel commento breve di un nostro "attaché" al Bureau Simenon Simenon, Andrea Franco. Se volete editare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com


Roma dall'attaché Andrea Franco - All'Adelphi dovrebbero pubblicare ancora i 28 racconti della serie dei Maigret, tra cui tre inediti in Italia. Si tratta di Menaces de mort ('42?), Ceux du grand café (1938) e L'improbable Monsieur Owen (1938), questi scritti a La Rochelle. A mio avviso, soprattutto il primo, meriterebbe di essere pubblicato per la soddisfazione di tutti i simenoniani d'Italia. (Copertina di "Menace de mort" versione graphic-novel di Loustal)

giovedì 3 maggio 2012

SIMENON... L'ULTIMO MAIGRET ?

E' in uscita prossimamente l'ultima inchiesta del commissario Maigret scritta da Simenon nel 1972, Maigret e il signor Charles. L'editore forse potrebbe pubblicare il volume con tanto di fascetta rossa con su scritto "L'ultimo Maigret". E, se i nostri calcoli non sono sbagliati, dovrebbe essere probabilmente l'ultimo Maigret che resta da pubblicare all'Adelphi.
Su carta, perché la pubblicazione degli ebook è appena iniziata e andrà avanti per un bel po'.
Questa inchiesta ha la sua importanza anche perchè è l'ultimo libro scritto e pubblicato da Simenon. Infatti Maigret et Monsieur Charles fu terminato nel febbraio del '72, mentre la stesura dell'opera precendente, il romanzo Les Innocents, era stata conclusa, sempre ad Epalinges, l'anno prima (ottobre '71) e poi pubblicato a febbraio del 1972, mentre Maigret et Monsieur Charles uscì successivamente, a fine luglio '72.
Il seguente doveva essere un romanzo, intitolato Victor, di cui l'autore non riuscì però a scrivere nemmeno una riga. E non fu una transitoria crisi della pagina bianca, come si dice spesso per gli scrittori. Fu una vera e propria resa alla letteratura (ne abbiamo parlato in Simenon. L'ultimo romanzo fu un Maigret). Era l'11 febbraio '72 quando ad Epalinges il romanziere decise di smettere. Non riusciva più a entrare ed uscire dal famoso état de roman? Ormai a 69 anni si era sentito improvvisamente stanco? E vista la sua produzione, non avrebbe nemmeno avuto torto. Forse fu come se la stanchezza accumalata in cinquant'anni di scrittura forsennata, con oltre 400 titoli all'attivo, fosse piombata tutta insieme sulle spalle del romaziere, schiantandolo fisicamente, psichicamente e anche da un punto di vista creativo. Forse... Fatto sta che Simenon non stette lì a traccheggiare, decise subito che non avrebbe più scritto romanzi. Fece togliere dalla dicitura "professione" della sua carta d'identità la parola "romanziere". Continuarono ad uscire dei suoi libri, ma erano riflessioni, ricordi e considerazioni varie, dettate a registratore e poi trascritte e pubblicate. Ci fu anche l'eccezione dell'imponente Mémoires intimes nel 1981, ma si trattava di autobiografia e non certo di un romanzo.
Ma torniamo all'ultimo protagonista della penna di Simenon: Charles, chi era costui? E' fin troppo ovvio che si tratta del protagonista dell'inchiesta, ma quello che è particolare che non si chiama davvero così. Il suo vero nome è Gérard. Gérard Sabin-Levesque cui il matrimonio non aveva cambiato le sue abitudini di scapolo impenitente e di donnaiolo imperterrito. Diventava il signor Charles quando frequentava locali notturni, cabaret, prostitute o belle donne disponibili con cui ogni tanto spariva per qualche giorno, come raccontava una rassegnata(?) moglie, denunciando la scomparsa del marito al 36 Quai des Orfévres.
Ci viene in mente una coincidenza. Simenon ha iniziato a scrivere nel '22 utilizzando una ventina di pseudonimi e nel '72, dopo mezzo secolo, il suo ultimo libro parla proprio di un uomo che non usava il proprio nome. Questo non significa nulla, anche perchè nel febbraio del '72 Simenon non immaginava certo che stava redigendo il suo ultimo Maigret e che non avrebbe più scritto romanzi.
Ma torniamo al nostro signor Gérard, alias Charles, che si eclissava con l'amante di turno per un po'. Ma, come si dice, un bel giorno sparì non per un po', ma per parecchio, finchè il suo cadavere non fu ripescato bello gonfio, una volta venuto a galla dal fondo della Senna.
Dove porterà il cammino dell'inchiesta che per Maigret inizia proprio dal matrimonio dei coniugi  Sabin-Levesque? E' un percorso psicologico tutto da leggere che come di consueto scandaglia rapporti, tradimenti, vendette che Simenon conosceva bene e descriveva meglio.

mercoledì 2 maggio 2012

SIMENON. TUTTO O QUASI SU MAIGRET, IN ONDA SU ARTE'

L'ormai famoso canale televisivo franco-tedesco di Strasburgo, Arte, che come dice efficacemente iL suo nome si occupa prevalentemente di arte e di cultura più in generale, lunedì scorso ha mandato in onda un documentario di oltre 50 minuti intitolato Tout o presque Maigret. Nel programma si ripercorre la nascita del personaggio e del suo lancio, si scava sulla convinzione di Simenon che dovesse trattarsi di una serie da esaurire in una ventina di inchieste, mentre  invece il commissario lo seguirà per tutta la vita, diventando una sorta di suo alias. E poi il documentario prende in esame i motivi del successo, non solo letterario ma anche cinematografico e poi televisivo del personaggio. Insomma un ritratto interessante e di grande appeal per tutti i ...maigret-dipendenti.
La trasmissione sarà replicata sempre su Arte il prossimo 18 maggio, alle 13.40 circa.  
Oggi ve lo proponiamo grazie all'archivio del I.N.A. (Institut national de l'audiovisuel francese). 
Il documentario è del 2009, realizzato da Alain Ferrari, prodotto da Arte France , Les films du Cabestan , Institut national de l'audiovisuel , Sombrero & Co, produttore esecutivo Valérie Abita. il documentario è commentato in francese da Bernard Pierre Donnadieu e Anne Marie Philipe.

martedì 1 maggio 2012

SIMENON. LIBRERIA RIZZOLI, UNA PAGINA DA NON PERDERE

In una delle nostre scorribande sul web siamo incappati in una pagina della Libreria Rizzoli che è completamente dedicata all'edizione in ebook di tutte le inchieste del commissario Maigret (ne abbiamo già parlato in un post del 22 gennaio Da domani Maigret indaga anche dagli ebook). In questa pagina abbiamo trovato una vera miniera di notizie (!) che a quel momento però non erano ancora disponibli al pubbico. E invece qui abbiamo trovato il calendario delle uscite, i titoli, i prezzi, le promozioni, addirittura fino a fine marzo 2013. E poi pubblicità sull'iniziativa, tutte le indicazioni e i sistemi per acquistarli on-line... insomma una mole di informazioni sulle edizioni e sulle promozioni come nemmeno sul sito dell'Adelphi si possono trovare. La pagina in questione la potete trovare qui.
Forse vi chiederete perchè Rizzoli sì e Adelphi no? Intanto forse non tutti sanno che da oltre sei anni la Rizzoli (o più precisamente la RCS Media Group) possiede quasi il 60% delle azioni dell'Adelphi ed è quindi naturale che prenda iniziative promozionali per una delle sue sigle editoriali e soprattutto per uno dei "must"  della suddetta casa editrice, vale a dire Simenon.
E poi l'Adelphi è stata sempre un mondo a sé stante, un editore che ha sempre fatto scelte elitarie. Non a caso Roberto Calasso (allora non ancora presidente, ma direttore editoriale) nel 1985 riuscì a strappare i diritti di Simenon alla Mondadori, convincendo lo scrittore, magari anche con un'offerta vantaggiosa, ma soprattutto con l'idea che l'Adelphi fosse la punta di diamante dell'editoria italiana, la più sofisticata, la più elitaria e la più esclusiva, mentre Mondadori era ormai diventato un'editore popolare, che pubblicava di tutto e non più adatto ai suoi romanzi.
E così, dicevamo, l'Adelphi aveva sempre l'immagine di una casa editrice che con le altre aveva poco a che fare (e in parte a ragione, visto il livello degli autori che è riuscita a pubblicare), quasi quasi fosse disinterassata all'aspetto commerciale e più concentrata sulla qualità culturale di quello che pubblicava (non sappiamo se questa sia stata la realtà, ma il fatto che alla fine sia stata comprata dalla RCS, nel mondo dell'editoria vuol dire una sola cosa: Adelphi non riusciva a star in piedi da sola, andando avanti con le proprie forze).
Direte voi, e questo cosa c'entra con Simenon?  Beh... ricordiamo che Simenon nel '45 non esitò a lasciare la grande e prestigiosa Gallimard, gotha delle letteratura francese e non solo, per entrare nell'allora piccola e sconosciuta Presses de La Cité (di cui divenne anche azionista). Non deve stupire quindi che per l'Italia il romanziere lasciasse un grande editore internazionale per una piccola e rampante casa editrice.
Insomma Rizzoli inzia a muoversi per promuovere Simenon, chissà che non arrivi a posare l'occhio anche su Simenon-Simenon? (Adelphi, ad esempio, non ci ha mai inviato nemmeno un comunicato stampa...).

lunedì 30 aprile 2012

SIMENON. IL LUNEDI' DELLE CLASSIFICHE

Eccoci qui pronti come ogni settiana a registrare le variazioni di classifica degli ultimi "simenon" usciti. Iniziamo con le rilevazioni delle Nielsen Bookscan che vede scendere Maigret e l'informatore. Su TuttoLibri de La Stampa di sabato lo colloca al 5° posto nella sezione "Tascabili" e invece su La Lettura del Corriere della Sera di ieri lo dava all'8a posizione (in discesa dalla 4a) nella "Narrativa straniera". Su R2 Cult de La Repubblica, Eurisko lo piazzava invece al 4° posto della categoria "Tascabili".
Sul web sempre la stessa inchiesta di Maigret la ritroviamo nella classifica IBS (libri venduti tramite internet) nella 23esima posizione. Per gli ebook troviamo sempre Maigret ma in posti bassi della classifica. Al 37° posto l'inchiesta di Maigret All'insegna dei Terranova, ancora Maigret al 45° con Il crocevia delle tre vedove, come pure al 50° con La chiusa n.1.

domenica 29 aprile 2012

SIMENON SCRIVE E IL MONDO GIRA INTORNO A LUI

Simenon attraversa il secolo scorso quasi nella sua interezza. Nasce nel 1903 quando inizia, come si suol dire, la moderna era industriale. In quell'anno ad esempio i fratelli Wright per la prima volta riescono a far volare un aeromobile per un'ora e soprattutto a farlo atterrare. Un certo Henry Ford fonda un'industria che produrrà un marchingegno chiamato automobile. E in quegli anni inizia anche la diffusione internazionale di quell'altro apparecchio destinato a cambiare il mondo: il telefono.
Nel 1989, quando lo scrittore si spegne a Losanna, vanno registrati in Europa lo storico "crollo del Muro di Berlino" e in Cina l'altrattanto storica rivolta studendesca di piazza Tieanmen contro il regime comunista. D'altro canto l'uomo era intanto arrivato sulla luna (e ci era tornato più volte), erano nati il computer, internet, la posta elettronica... Insomma uno come Simenon ha dovuto assimilare cambiamenti epocali nel corso della sua vita che hanno rivoluzionato il modo di vivere e di pensare degli uomini.
Sull'onda di questa considerazione, abbiamo voulto ripercorrere le tappe più importanti della vita del romanziere abbinandole a fatti e avventimenti storici culturali e scientifici che hanno scandito il secolo scorso. Una galoppata tra fatti più o meno rilevanti che considerati tutti insieme ci danno un sommario quadro  dell'evoluzione e del percorso storico del '900. Insomma vediamo come il mondo ha girato intorno a Simenon...>>>

sabato 28 aprile 2012

SIMENON. CACCIA ALL'AUTORE DELLE COPERTINE

Oggi l'intervento di un nostro "attaché" al Bureau Simenon Simenon, Giorgio Muvi. Se volete partecipare, editare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com


Roma dal nostro attaché Giorgio Muvi - Mi hanno molto interessato i commenti al post di lunedì scorso, Simenon: Classifiche "saliscendi" come montagne russe,  e in particolare quelli dedicate alle copertine di Dick Bruna che illustrano i Maigret olandesi. Grazie al link indicato, le ho potute vedere sul sito di Murielle Wenger e le ho trovate molto belle, molto essenziali, quasi gemetriche. Ero quindi convinto che Bruna fosse anche l'autore di una serie di copertine di certi Simenon che Fayard, ristampò nel '58 e di cui comprai una copia a Parigi qualche anno fa'. La copertina di questa versione di Le relais d'Alsace raffigura una macchina da scrivere stilizzata (sembrerebbe una mitica Olivetti Lettera 22), una pipa altrettanto essenziale nel tratto e un foglio di carta bianca su cui appare il titolo del libro.
E invece quando ho ripreso in mano il libro, cercando la firma dell'illustratore, ne ho trovate due! La sigla é sulla quarta di copertina e si tratta di Gouju et Amalric, due disegnatori che firmarono diverse copertine per quella serie, ma tutte uguali, tutte con la stessa macchina da scrivere, la stessa pipa e lo stesso foglio, cambiavano solo i colori e, ovviamente, i titoli. Ho fatto una piccola ricerca e ho trovato altre copertine di quella serie (ne vedete alcune sopra e sotto). Ma mi piacerebbe saperne di più di questi Gouju e Alaric... nomi veri o pseudonimi? Non mi stupirei, visto quello che fino a qualche anno prima aveva fatto Simenon con i suoi nom de plume!

venerdì 27 aprile 2012

SIMENON FUNZIONA PER I QUOTIDIANI ANCHE IN ROMANIA

L'abbinamento quotidiano libro (in regalo o a prezzo speciale che sia) è una formula di promozioni che gli editori utilizzano da non poco tempo. E Simenon, ma ancor di più Maigret, è stato utilizzato e riutilizzato più volte in questa veste.
Possiamo citare ad esempio l'operazione del Corriere della Sera che dal giugno 2009 portò in edicola ogni settimana un titolo delle inchieste del commissario per ben 60 settimane.
Quest'anno è stata la volta del Sole 24 Ore, serio quotidiano economico della Confindustria, ma molto attento anche alla cultura. Anche questa volta il commissario Maigret viene presentato n una selelzioni di 40 titoli, abbinati al quotidiano dall'11 gennaio di quest'anno. 
Tutto ciò ha avuto dei precedenti, anche con le videocassette degli storici Maigret della Rai (con L'Unità anni '80) con Gino Cervi, o con la pubblicazione di romanzi a puntate (vedi tra gli altri ne L'Europeo La vedova Couderc '49, oppure su Epoca con l'inedito Il natale di Maigret nel '53, e ancora in Panorama nel '66 con Maigret e l'informatore anch'esso inedito).
Ma anche all'estero ci sono state promozioni di questo tipo. Ricordiamo la più recente in Francia quella messa in cantiere l'anno scorso da Le Monde di cui vi abbiamo parlato (vedi Le Monde de Simenon) con ben sessanta titoli raccolti in venti volumi con romanzi e Maigret.
Stavolta vogliamo segnalarvi un'operazione analoga ma promossa da un quotidiano rumeno. Si tratta del Ziarul de Iasi, del quotidiano di Iasi, capoluogo della Moladavia, seconda città rumena dopo la capitale Bucarest. Il piccolo quotidiano ha da tempo lanciato una promozione abbinando libri al giornale. Non era un'operazione centrata sui Maigret, ma nel tempo i titoli del commissario (evidentemente funzionano di più) hanno preso il sopravvento e costituiscono la spina dorsale dell'iniziativa. A tutt'oggi su trentuno titoli pubblicati ben undici sono inchieste del commissario Maigret. L'utima  Maigret e il fantasma, la prima, manco a dirlo, è stata Pietr il Lettòne.

giovedì 26 aprile 2012

SIMENON. LE FUGHE DI MONSIEUR GEORGES

Quando nel dicembre de '22 il giovanissimo Georges aveva deciso di lasciare la propria città natale, la casa materna, il suo ben avviato lavoro di giornalista a La Gazette de Liège e non ultima la sua fidanzata, nonchè promessa sposa Régine Rénchon, molti si chiesero il motivo di quella improvvisa decisione. Sembrava quasi una fuga. Certo vanno considerate la giovane età, la chimera di una carriera letteraria, l'attrazione per la fascinosa Parigi che in quegli anni attirava intellettuali come il miele le mosche. Insomma c'erano abbastanza motivi per spiegarla.
Altra fuga fu quella del '27 da Parigi. A quell'epoca era l'amante della più famosa, desiderata e trasgressiva vedette della capitale: il ciclone Josephine Baker. E Simenon ne era stato travolto, al punto di trascurare la sua produzione letteraria che allora consisteva in romanzi e racconti popolari e che iniziava ad ingranare. Ma i ritmi di vita che l'entourage della Baker gli imponeva lo condizionavano troppo e per altro si iniziava a parlare di lui come fosse il segretario della star. La loro relazione almeno ufficialmente era segreta, tanto che sembra che nemmeno sua moglie ne fosse al corrente. Ad un certo punto Simenon parve come destarsi da un lungo sonno (o sogno?) e capì che quella vita non era quella che voleva e che la popolarità di Josephine lo avrebbe fatto diventare null'altro che un "monsieur Baker".
Così dalla sera alla mattina, senza avvertire nessuno, lui e sua moglie fuggirono letteralmente, destinazione l'Ile de Aix, vicino a La Rochelle in Vandea, una regione in cui avrebbero poi abitato per una decina d'anni circa.
Quella più plateale e famosa fu la sua fuga dalla Francia alla fine della seconda guerra mondiale. Motivi? Politici. Durante l'occupazione tedesca, aveva fatto affari, vendendole diritti di suoi romanzi,  con la produzione cinematografica Continental che faceva capo nientemeno che ai gerarchi nazisti dell'entourge di Hitler. E in una presunta (non si sa ancora se vera o no) lista del Fronte di Liberazione francese sembra comparisse il nome di Simenon, accanto a quello di altri collaborazionisti. Il solo dubbio di un arresto, un processo e poi chissà cosa, fece fare carte false allo scrittore per riuscire ad imbarcarsi per l'America, passando mesi di attesa a Londra.
In America Simenon trascorse praticamente dieci anni spostandosi dal Canada fino a Cuba, viaggiando da est ad ovest. Poi sembrò trovare pace, nel Conneticut, a Shadow Rock Farm, una bella fattoria vicino Lakeville. Lì rimase stabile per quasi cinque anni. In America aveva continuato a scrivere, era stato ben accolto, aveva trovato, la sua seconda moglie, una canadese che gli aveva dato altri due figli. Insomma tutto faceva presagire che quella fosse una sistemazione definitiva. E invece nel marzo del 1955 lascia alla chetichella anche gli Stati Uniti. Parte come per uno dei diversi viaggi che aveva fatto in quei dieci anni, ma fu invece una traversata di sola andata, il ritorno definitivo nel vecchio continente.
Lo ritroviamo in Svizzera nel 1963, sistemato in una grande villa ad Epalinges, vicino Losanna,  l'unica casa che Simenon si fosse fatto costruire appositamente. Tutto secondo le sue esigenze e quelle della sua famiglia e tutto in grande, un'abitazione per stupire gli ospiti, come disse qualcuno. Una casa che però vede il disfacimento della famiglia. La moglie Denyse che al culmine del suo stato di squilibrio psichico lascia definitivamente Simenon ed Epalinges. I figli che crescono e che uno ad uno crescono e se ne vanno per la loro strada e lui rimane in quella casa lussuosa, piena di quadri di famosi pittori, con un garage con automobili molto costose. Sono ormai solo lui e Teresa Sburelinl, sua femme de chambre da quando Boule se ne era andata. Ad un tratto si sentì estraneo a tutto quello sfarzo che pure lui stesso aveva creato.
Anche qui un'altra fuga. E, a quasi settant'anni, da quella principesca sistemazione si trasferì in un appartamentino in un palazzone di Losanna. Senza portar via nulla. Lui, Teresa che nel frattempo era diventata la sua compagna, e il minimo indispensabile per una vita modesta, senza pretese, quanto più possibile lontana dai fasti e dall'elevato standard che aveva mantenuto per lunghi anni.
L'ultima fuga fu quella del 4 settembre del 1989, quando nella sua ennesima abitazione, un piccola casa antica con un altrettanto piccolo giardino, stringendo la mano di Teresa se ne andò via da questo mondo, probabilmente per raggiungere quello dei suoi romanzi. 

mercoledì 25 aprile 2012

SIMENON: "E BASTA CON QUESTA ATMOSFERA!"

L'atmosfera alla Simenon. Quante volte questa allocuzione è stata usata per spiegare, dare l'idea del tipo di ambiente, di contorno, di mentalità che creano lo sfondo di una vicenda, descritta da uno scrittore. Potremo affermare, senza timore di essere smentiti, che se ne è abusato. E ne è stato fatto un uso eccessivo anche per descrivere una delle qualità di Simenon stesso.
E su questo sono caduti un po' tutti, (anche noi vi abbiamo fatto disinvoltamente ricorso). Sappiamo che al romanziere non piaceva che si parlasse di questo argomento, forse perchè era una discussione che rischiava di offuscare altri elementi della sua scrrittura e della sua letteratura?
Vediamo cosa dice in proposito in un'intervista del 1955 alla radio francese, rispondendo alla domanda di André Perinaud "Sarebbe interessante avere da voi una definizione della cosiddetta 'atmosfera Simenon'...".
"Non sono io, sono gli altri che hanno utilizzato quel termine. Non cè nulla che mi irrita di più della parola 'atmosfera'. Il romanziere d'atmosfera! Ma, Cristo, se non ci fosse atmosfera il romanzo sarebbe un fallimento. E' un po' come se parlandomi di un uomo, mi diceste: 'sapete, respira'. Certo che respira, altrimenti sarebbe morto, no? Un romanzo senza atmosfera è nato morto".
Parinaud  non demorde, rimane sul tema e approfondisce chiedendo lumi sul rapporto tra quest'atmosfera  e l'espressionismo in pittura, anche perchè era proprio Simenon che aveva avuto modo di affermare che quello che gli altri chiamavano atmosfera per lui poteva dirsi più propriamente un "clima poetico", mentre la critica quando parlava di atmosfera aveva appunto in mente qualcosa di molto vicino all'impressionismo nella pittura.
"... nel romanzo classico come nella tragedia cassica, i personaggi si sviluppano in un certo abito intellettuale, senza che si sappia chi sono, da dove vengono, che cosa vogliono, se fà caldo se sono nel sud oppure nel nord, se è estate o inverno. Sono elementi di nessuna importanza perché i personaggi sono un'entità, puri spiriti - e poi Simenon passa a spiegare cosa succedeva nei suoi anni in quello stesso ambito -  Oggi tendiamo a credere che l'uomo reagisca in modo diverso a seconda che abiti nel Gabon, a Parig o a Mudon. L'ho constato di persona. Nell'Ubangui, uno dei luoghi più umidi e torridi del mondo, ho visto alcuni coloniali avere reazioni che non avrebbero mai avuto a Bécon-les-Bruyéres o a Frejus...".
Insomma si tratterebbe anche di contestualizzazione, di influenza delle condizioni esterne, di dislocazione geografica... tutto questo è atmosfera?  Rincarando la sua "critica ai critici": ... mi fanno imbestialire questi critici  con 'l'atmosfera Simenon', ma se non ci fosse l'atmosfera, cosa respireremmo?...", ci scherza anche sopra.
Ma aldilà delle battute Simenon è molto netto: "... l'uomo non è sospeso nello spazio, non è neanche un puro spirito. E' un tutto con un corpo al centro di un universo che cambia colore, peso, odori. L'uomo cambia, le sue reazioni sono diverse a seconda dello stato di questo universo...".
Ipse dixit Simenon.

martedì 24 aprile 2012

SIMENON. I CINQUANTA MODI DI DIRE "MAIGRET"

Versione mongola de Il cane giallo (www.enquetes-de-maigret)   
Come ci ricorda una dei nostri attaché, Murielle Wenger, in un commento al post di ieri, "...Simenon è stato tradotto in più di 50 lingue: soltanto per i Maigret sono state registrate a tutt'oggi traduzioni in 52 lingue diverse..." (vedi a tale proposito nel suo sito www.enquetes-de-maigret ). La domanda sorge spontanea quando si trovano le avventure parigine del commissario in lingue come il coreano, il vietnamita, il thailandese, l'uzbeko, il mongolo: come fanno individui di culture così distanti e totalmente differenti dalla nostra (diciamo europea) a capire e apprezzare? Cosa potranno cogliere soprattutto i lettori di quei paesi (e immaginiamo siano la maggioranza) che non sono mai stati in Francia, a Parigi, ma addirittura quelli che non hanno nemmeno mai visto foto o filmati della capitale francese? Certo oggi la diffusione delle immagini tramite la televisione, i film, le nuove tecnologie è enormemente cresciuta anche negli angoli più dispersi del pianeta. Ma questo non spiega tutto. Già... infatti può funionare anche il fascino dell'esotico. Quanti di noi rimangono incantati da storie, libri e film, che provengono dall'estremo oriente e che in qualche modo ci colpiscono, anche se il nostro grado di comprensione è poi molto basso, perchè non conosciamo la storia, la cultura, la mentalita e il contesto ambientale, ad esempio, della Mongolia.
C'è poi da tener presente un altro aspetto. Come anche nell'occidente, ad esempio negli Stati Uniti, ci sono differenze a volte notevoli tra posti diversi (cosa hanno in comune New York, con il paesino di Rock Spring nello Wyoming, pur essendo entrambe "americane?), così ci saranno differenze tra la capitale mongola Ulam Bator e Tsagaannurm, piccolo e sperduto centro al confine con la Cina settentrionale.
E tutto questo cosa c'entra con la Parigi degli anni '30, quando dalla penna di Simenon nasceva Maigret?
Ce la potremo cavare con l'aspetto universale dell'arte. Se è "arte", è compresa da tutti gli esseri umani di qualsiasi etnia, cultura o dislocazione geografica. Ma, crediamo c'entri anche il livello di  cultura. E questo ovviamente vale anche da noi, paesi occidentali, dove bianchi scolarizzati e inseriti nella società, non sempre hanno una base che gli consenta di apprezzare la buona letteratura, neanche quella d'evasione. Possiamo immaginare che lo stesso succeda anche in Mongolia.
Insomma c'è qualcosa che passa aldilà di tutte le sovrastrutture culturali, razziali, storiche e goegrafica e arriva dritto all'animo di quel mongolo che se ne sta comodamente seduto a bearsi un'inchiesta del commissario Maigret.
D'altronde come dice lo stesso Simenon nella famosa intervista con Médecine et hygiène (1960) "... il vero successo è essere compreso da un uomo che lavora in un kibbuz, quello che mi fa piacere è ciò non ha nulla a che vedere con la tecnica di scrittura. Quello che mi piace è che dei polacchi a Cracovia e a Varsavia si ritrovino talmente nei miei libri, da farne oggetto di una tesi universitaria, anche se qusto paese è al di fuori dell'occidente...".
Beh,... figuriamoci la Mongolia!

lunedì 23 aprile 2012

SIMENON: CLASSIFICHE "SALISCENDI" COME MONTAGNE RUSSE

Copertina olandese di Maigret e l'informatore
Ogni settimana si corre in giù o in su, molto velocemente nelle posizioni e nelle varie sezioni delle classifiche. Osserviamo quelle degli ultimi giorni e vediamo che sabato scorso  la Nielsen Bookscan riportava su TuttoLibri de La Stampa il simenoniano Maigret e l'informatore al primo posto nella classifica dei "Tascabili". Sempre stessa società di rilevazione, ma su diverso inserto, parliamo de La Lettura del Corriere della Sera di ieri, nella "Narrativa Straniera" piazza lo stesso titolo al 4°posto (in salita rispetto al 10° della settimana scorsa). Più che onorevole invece la seconda posizione indicata nella rilevazione di Eurisko per La Repubblica RCult di domenica.
Facciamo ora il salto sul web dove, navigando tra la classifica della IBS Top 100 (aggiornata quotidianamente e riferita agli ultimi quindici giorni), ci imbattiamo in Maigret e l'informatore alla sedicesima posizione. Per gli ebook, settimana magra per Simenon del quale si trova solo Il Crocevia delle tre vedove al 41° posto su IBS.