lunedì 26 agosto 2013

SIMENON E LO SCIACALLO, CINQUANT'ANNI DOPO


Nel dicembre del 1943 Simenon terminava in Vandea la stesura del romanzo L'aîné de Fercheaux, uno degli ultimi scritti per Gallimard. Vent'anni dopo usciva un film tratto dal libro, diretto dal regista francese Jean-Pierre Melville. Era una produzione italo-francese, con un cast che comprendeva, tra gli altri, il giovane  Jean-Paul Belmondo, l'anziano Charles Vanel, l'avvenente Michèle Mercier e la giovanissima Stefania Sandrelli.
Insomma un film di mezzo secolo fa', una produzione di serie A, per un romanzo che vede Simenon affrontare vari temi: quello dell'arrivismo, quello del rapporto tra due uomini, quello del tradimento, e in cui descrive l'eterna speranza dell'avventuriero di trovare "la soluzione" per una vita migliore, che nella fattispecie significa un'esistenza come mantenuto, magari da una bella e ricca donna.
Il personaggio del giovane arrivista senza scrupoli, Michel Maudet (nel film interpretato da Belmondo) con il ricco banchiere Dieudonné Ferchaux (Vanel sullo schermo) costituiscono la coppia su cui si centra l'attenzione dello scrittore e poi del regista. Il vecchio, una volta davvero ricco e potente, è ormai al tramonto. Ma agli occhi del giovane arrampicatore è comunque un appiglio per cercare di compiere qualche gradino in su nella scala sociale. E per questo è pronto a tutto, a lasciare la sua donna, a seguire per mezzo mondo Ferchaux di cui conosce il passato poco pulito, ad approfittare di lui quando può, ad eliminarlo quando questi ormai non gli serve più e, all'orizzonte, si profila un'altra preda da spolpare. Non a caso nella versione italiana il film fu intitolato Lo Sciacallo.
In realtà la relazione, non solo psicologica, che s'instaura tra il vecchio Dieudonné e il giovane Michel è quasi quella tra un padre e un figlio o meglio quella di un figlio contro il padre, che alla fine ucciderà e del quale idealmente prenderà il posto. E, come ci dice il titolo originale, è come se Michel fosse un po' il primogenito di Ferchaux. Quando si sarà liberato del vecchio, uccidendolo, e avrà iniziato una nuova vita con la ricca e ancora piacente signora Gertrud Lampson, il giovane non godrà comunque una sensazione di benessere né di felicità. Ci saranno, altre donne, altre vicende, sempre nel segno dell'avventura senza scrupoli. Ma Michel non sarà perseguitato dal rimorso di aver ucciso Dieudonné, piuttosto sarà pervaso da una persistente sensazione di vacuità e di sterilità che non lo lascerà mai durante tutta la vita.
Simenon è molto severo con questo personaggio, che evidentemente considera spregevole, e che gudica più aspramente di quanto non sembri fare nel romanzo. Ebbe infatti a dire, in merito, a Gilbert Sigaux "... E' un bruto. non si può dire che sia un tipo molto evoluto. E' forte, ma non è affatto evoluto...".

3 commenti:

  1. romanzo tra i piu belli(e lunghi) di simenon che si divide in due parti,con ambientazioni geografiche e climatiche ben diverse:la prima in francia(nel nord sel paese),la seconda a panama

    RispondiElimina
  2. è cosi che i grandi personaggi conquistano l'immortalità.

    RispondiElimina
  3. Un rapporto ambiguo e tortuoso in cui si nasconde anche un frammento di omosessualità, primo ed unico caso nella sterminata produzione di Simenon.

    RispondiElimina

LASCIATE QUI I VOSTRI COMMENTI, LE VOSTRE IMPRESSIONI LE PRECISAZIONI ANCHE LE CRITICHE E I VOSTRI CONTRIBUTI.