sabato 27 febbraio 2016

SIMENON SIMENON. UNA LINEA DA OLTREPASSARE, UNA, DUE, TRE VOLTE.... E IL DESTINO E' LA'....

27 febbraio 1958 - Georges Simenon termina "Il passaggio della linea"
E' il 27 febbraio 1958, e Simenon chiude l'undicesimo capitolo del romanzo che ha iniziato a scrivere il 16 dello stesso mese. Undici giorni in ètat de roman per comporre undici capitoli de Le passage de la ligne che racchiude diverse caratteristiche basilari dell'opera simenoniana.
Già il titolo fà riferimento al concetto che troviamo come un paradigma delle storie narrate dallo scrittore. Quel passaggio della immaginaria linea che divide due mondi, due situazioni, due destini. O si sale o si scende. E quasi mai si riesce a tornare indietro.
Steve Adams, ci racconta la sua vita in un arco di tempo che va dal 1908 al 1953, che lo porta dalla natìa Normandia, dove, figlio di separati (il padre inglese è in Gran Bretagna e la madre, una ribelle che lavora a Niort), vive con i nonni e la zia Louise. Poi il periodo inglese con la nuova famiglia del padre. Poi di nuovo la Francia, prima a Niort dove inizia a frequentare il liceo che ben presto lascia in fuga verso Parigi. Lì entra in contatto con un mondo, con della gente e con un modo di vivere che per lui sono del tutto nuovi.
All'inizio alloggia in alberghetti da cinqunta franchi al mese, ma a due passi dal cuore di Parigi, quella Montparnasse dove intellettuali, artisti e gente del bel mondo si divideva tra due famosi café La Rotonde e Le Dôme, insomma la crème de la crème della società. E poi i turisti, gli stranieri, quell'aria cosmopolita che da una parte lo stordiva, ma che nei suoi sogni era il suo traguardo. Doveva solo passare quella linea che lo separava da tutto quello. 
Sembra di vedere il giovane Simenon quando, appena arrivato a Parigi, cercava di ambientarsi, con la voglia di far parte di quel mondo.
La "grigia aula del liceo di Niort" per Steve era lontana, ormai molto lontana e lui era immerso in un ambiente da scoprire. Tutta quella gente, quella vita così intensa e colorata, e poi i bar, i ristoranti, i locali, le automobili, la metro...
Simenon osserva la metropoli con quello stupore e quella fame di conoscerla, attraverso gli occhi di Steve. Ci offre un quadro di Parigi, vivido, con pennellate essenziali, in un carrellata di quartieri, di strade, di boulevard conil suo protagonista che inizia la sua scalata in sella ad un triciclo come garzone di una salumeria italiana. Poi venne la cartoleria di Rue Richelieu, le prime esperienze sessuali, quindi l'incontro con M.Haags. Questi er un distinto cinquantenne, raffinato ladro di gioielli, frequentatore, per motivi di lavoro, di alberghi di lusso. Così il nostro Steve diventa il suo assistente facendo un salto di livello, vestendo come quelli del bel mondo, frequentando le migliori tavole, adeguandosi alla vita di coloro che nel periodo passato, aveva invidiato. Era un altro passaggio della linea. Ma non l'ultimo. 
Finita fortunosamente l'avventura con Haags, seguì il periodo come segretario della ricca e matura madame Gabrielle D. Era sempre più all'interno del bel mondo e soprattutto del mondo che conta. Era salito di un'altro piano, ancora più in alto da dove si vede la vita e la gente da una prospettiva ancora diversa. La seconda guerra mondiale s'incaricò di troncare il loro sodalizio. Lei in fuga negli Usa, lui richamato dall'esercito inglese. Finito il conflitto, al ritorno a Parigi, Steve mise a frutto le sue esperienze e le sue conoscenze. Aprì, con i soldi chiesti alla sua vecchia zia Louise, un'agenzia di public-relations. Fu un successo. Quello suo personale e quello del suo lavoro, attività del tutto nouva e destinata a crescere nel dopo-guerra. Dalle pubbliche relazioni, all'agenzia di pubblicità. Da un ufficio di qualche stanza, ai tre piani dell'impresa ormai cresciuta e divenuta una società di promozione e advertising. Poi il matrimonio con una ventiduenne borghese, un appartamento in rue François I, con la vita frenetica dell'uomo d'affari e di successo. Ma dopo qualche anno qualcosa inziava ad incrinarsi: nel matrimonio, nel suo interesse per il lavoro, nei rapporti personali. Insomma una crisi generale che metteva in discussione tutto e tutti e che fu l'anticamera di un'altro passaggio, ma questa volta fu un passo indietro. Quasi una fuga a nascondersi. Un'altro passaggio della linea, forse l'ultimo.
Steve Adams si rifugia nella periferia di Tolone dove apre un piccolo negozio di antiquariato. Come dice nel romanzo non è una soluzione è "...un vivere alla meno peggio, un arrangiamento precario che durerà quanto durerà. Ognuno è costretto a un certo punto a cercare un equilibrio approssimativo..."
Un romanzo di tutta una vita, dove si leggono, tra le righe, le esperienze di Simenon quando ad esempio prese servizio come segretario di Binet-Valmer che lui vedeva come un grande scrittore, inseguendolo per un periodo in tutti i suoi spostamenti da un posto all'altro. Ma non fu un passaggio della linea, ma solo un'illusione.
Anche il tema del difficoltà o addirittura del rifiuto richiama l'esperienza i Simenon in America dove non riesce ad inserisi nelle forme di vita sociale: cerchie di amicizie, club vario tipo, compagnie che frequentano certi bar, tutte comunità in cui lui non riesce ad appartenere. "To belog/Appartenir: "...ci ho provato. Spesso ho avuto la falsa impressione di esserci riuscito..." Queste sono le parole che Simenon fà dire allo Steve de Le passage de la ligne. Lo scrittore dal suo punto di vista affermava: "...viene il momento in cui ognuno di noi si trova nella situazione di gestire il proprio destino di fare la scelta definitiva, quella da cui non si torna più indietro...".
Insomma un romanzo biografico, con Steve Adams che narra la sua vita in prima persona, con diversi flashback che illuminano il periodo della sua infanzia, i nonni, la zia, i rari ricordi della madre... un altro elemento che ci fà ripensare a certe opere autobiografiche di Simenon.
E soprattutto, lo ripetiamo, grandi pagine di letteratura simenoniana quando  Steve lascia il liceo e si trasferisce a Parigi, dove il suo lavoro lo porta a contatto con la gente della metropoli. Le tipologie, gli ambienti e le situazioni, tratteggiate da Simenon aturalezza, attraverso tringate descrizioni e con la sua una particolare capacità di ricreare un'atmosfera in cui il lettore s'immerge voluttuosamente. (m.t.)

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