venerdì 19 luglio 2019

SIMENON SIMENON. IN ITALIA CONTINUA IL "BOOM"


L'ultimo roman dur, a due settimane  dalla pubblicazione. conquista le vette della classifica dei titoli più venduti

SIMENON SIMENON. EN ITALIE, LE "BOOM" CONTINUE
Le dernier roman dur, deux semaines après la publication. conquiert les sommets du classement des titres les plus vendus
SIMENON SIMENON. IN ITALY THE "BOOM" CONTINUES
The last roman dur, two weeks after publication. conquers the peaks of the ranking of the most sold titles

Sono un paio di settimane o poco più che è stato pubblicato il romanzo di Simenon “Maria la strabica”. E a questo proposito, volevamo riprendere una consuetudine di qualche tempo fa’: seguire l’escalation, nelle classifiche italiane dei libri più venduti, dei titoli dello scrittore. Qui siamo in presenza non di un godibile Maigret, ma di una storia non certo allegra, segnata dal destino e dal rapporto tra due amiche-nemiche.
Beh, la “Maria”, dopo una settimana dall’uscita già entrava nelle classifiche. Per Robinson de La Repubblica  si piazzava al 5° posto della narrativa straniera. Ne La Lettura del Corriere della Sera  (7 luglio), stessa categoria, arrivava invece alla  4° posizione. In quella di TuttoLibri de La Stampa era addirittura 3° tra i libri di autori stranieri. La settimana successiva su Robinson avanzava dal 5° al 3° posto e su La Lettura arrivava al 2° posto della straniera e all’8° della Top Ten generale. Sul sito Internet Book Shop lo troviamo al 16° posto (ma  al 11°posto troviamo un altro titolo “estivo” di Simenon “il Mediterraneo in barca”, un diario di bordo e di viaggi per mare). Potremmo snocciolare altri dati e altre classifiche, ma il concetto non cambierebbe. E’ quello che abbiamo sempre sostenuto: un libro già edito in Italia, scritto quasi settant’anni fa’ ancora si presenta interessante e attrattivo tanto da trovarsi tra i titoli più venduti. Tanto da essere acquistato e letto da generazioni che vivono in un mondo che nel 1950 non esisteva, con mentalità e modi di vivere che allora non erano neppur immaginabili.
E qui torniamo sul concetto di “long-seller” nell’accezione di un’opera cha attrae i lettori non per qualche mese o per qualche anno, ma per diversi decenni. E se poi incrociamo questa peculiarità con la qualità, che viene unanimemente riconosciuta non solo ai cosiddetti romans durs ma ormai anche ai Maigret, e con la quantità di libri venduti (l’Unesco parla di oltre settecento milioni di copie vendute da quando Simenon ha iniziato a scrivere), ci rendiamo conto perché se si parla di Simenon si tira in ballo così spesso l’attributo “fenomeno”.
Sono infatti tre direttrici che lo definiscono. Tre direttrici che pur incrociandosi, viaggiano in versi differenti. Dal basso in alto: la quantità delle opere vendute. Da lontano a vicino, temporalmente: un’attualità longeva. Dall’alto in basso, la qualità della sua scrittura che sa farsi semplice tale da essere compresa da un pubblico molto ampio e diverso.
Speriamo di aver sintetizzato efficacemente le motivazioni che ci portano a dire spesso: “Simenon non è uno scrittore come gli altri”. Molti di questi hanno un posto nell’olimpo della storia delle letterature, nelle rarefatte atmosfere del Nobel. Altri autori hanno avuto riconoscimenti accademici. Altri hanno vissuto un intenso periodo di popolarità di  pubblico e di favore della critica, ma poi sono svaniti dall’immaginario collettivo dei lettori e degli studiosi.
Simenon ha faticato ad imporsi come romanziere tout court. Prima si portava dietro il marchio di compilatore di storie e romanzi su commissione, pagato un tanto a parola. Poi fu il periodo in cui fu identificato come scrittore di genere poliziesco, nel senso allora inteso, più ristretto della parola. Quando iniziò a scrivere romanzi, fece inarcare il sopracciglio di più di un critico, un po’ per l’ardire di cimentarsi in un genere letterario così alto e poi.... sì, c’era quella cosa della velocità nello scrivere che non l’aveva mai abbandonato. Ma come si fa a scrivere un romanzo, degno di tale nome, in soli dodici, tredici giorni? Come tale fretta può coniugarsi con l’accuratezza e la qualità della  scrittura, della trama, della creazione dei personaggi?
Questi pregiudizi Simenon dovette superarli sul campo. Lentamente la stima nei suoi confronti crebbe, come pure le sue vendite. Arrivò il momento in cui distributori ed editori  avrebbero fatto carte false pur di averlo. Non solo, ma si arrivò ad un punto, proprio intorno agli anni ’50, in cui il livello dei Maigret era cresciuto in termini di linguaggio, dal punto di vista narrativo, nel suo spessore psicologico che andavano sempre più sovrapponendosi ai romans durs.

Basta questo a spiegare il “boom” in Italia di questo romanziere?


Maurizio Testa  

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