No. Non è un errore, uno scambio involontario di nomi con Maigret alle assise (Maigret aux assises -1959), titolo di una delle inchieste del commissario. E non c'entra nemmeno con il romanzo Cour d'assises (1937). Qui parliano proprio delle esperienze di Simenon convocato nel maggio del 1934 in tribunale per una causa, citato da una donna che si era riconosciuta in uno dei personaggi di un suo romanzo, con caratteristiche che riteneva lesive della sua onorabilità.
Un fatto che dovrebbe rientrare nella normalità per chi fa lo scrittore o il giornalista. E' quasi inevitabile prima o poi incappare in qualche infortunio, per cui talvolta c'è chi si riconosce ritratto in un articolo o in un personaggio di un libro e si ritiene danneggiato nella sua immagine o, ad esempio oggi, pensa che la sua privacy sia violata e cita l'autore per diffamazione o per danni. E' questo il caso del romanzo Coup de lune (Fayard -1933), che Simenon aveva scritto nel suo soggiorno all'isola di Porquerolles. E la querelante era la proprietaria di un albergo in cui aveva soggiornato Simenon in un precedente viaggio in Gabon e che lo scrittore tratteggia minuziosamente: facili costumi, pochi scrupoli, incline ad affari loschi e poco chiari. Duecentomila franchi. Era il risarcimento che la donna chiedeva. Lungo e snervante processo alla XII sezione del Tribunale di Parigi e poi l'assoluzione dello scrittore e il pagamento delle spese per la querelante. Ma fu una vicenda che mise sull'avviso Simenon. Poi ci fu nel '35 un contenzioso con uno scrittore dilettante, che era anche l'amministratore dell'arcipelago di Tuamotu, conosciuto nel viaggio a Papetee. Questi aveva molti scritti nel cassetto e Simenon si accordò affinché, se i testi non fossero stati publicati da un editore, lui avrebbe potuto utilizzarli come canovaccio e/o materiale di documentazione. In questo caso avrebbero firmato entrambe l'opera e avrebbero diviso i proventi. Poi non se fece più nulla, ma Simenon fece uscire sul giornale Marianne un racconto ispirato al suo viaggio in quei luoghi. L'amministratore lo venne a sapere, ritenne che questo avesse violato il loro contratto e fece valere i suoi diritti tramite un avvocato a Parigi. Altre seccature per Simenon con strascichi legali e giudiziari. E anche qui, dopo un certo numero di dibattimenti, si andò ad archiviare il caso con una conciliazione.
La storia di Coup de lune si ripete con Quartier Nègre, un romanzo scritto un paio d'anni dopo. Anche qui c'è un albergatore francese, stavolta di Panama. E' convinto che nel romanzo ci sia un po' troppo di sé, del suo albergo e di quello che lo scrittore aveva visto e sentito. Nonostante la determinanzione con cui inizialmente Simenon aveva affrontato la causa, dopo due anni, si misero d'accordo, anche perchè il risarcimento chiesto dall'albergatore era di ben 500.000 franchi. Così su Paris-Soir apparve un articolo a firma Simenon di una intera pagina intitolato Panama, ultimo crocevia del mondo, dove una colonna era dedicata all'albergatore, paragonato ad una sorta d'istituzione perché con il proprio impegno e i propri soldi aveva fondato una biblioteca.
Certo queste esperienze inclinarono Simenon più che ad uno scetticismo, ad una vera e propria sfiducia "...chiunque potrebbe comunque e sempre riconoscersi in uno dei personaggi, soprattutto se questo può fargli incassare una bella somma!...". Tanto che nel '39 quando uscì Le Bourgmestre de Furnes fece pubblicare una precisazione divenuta poi famosa " Io non conosco Furnes. Non conosco né il suo borgomastro né i suoi abitanti. Furnes non è per me altro che un motivo musicale. Spero dunque che nessuno si voglia, nonostante tutto, riconoscersi in uno o l'altro dei personaggi della mia storia".
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