sabato 7 maggio 2011

SIMENON. IL PRETE CHE VOLEVA HITCHCOCK REGISTA DE "LES FANTOMES DU CHAPELIER"

Semaine Spécial 
CINEMA SIMENON
2/8 maggio
 

Intorno ai romanzi di Simenon come soggetto per un film hanno sempre girato molti registi, com mosche al miele. Anche quando le cose non erano semplici. Per esempio Henri-Georges Clouzot che aveva dovuto rinunciare a Streap-Tease che la censura riteneva troppo spinto, era poi tornato alla carica con Coup de Lune. Anche Jean-Pierre Melville dovrà attendere un bel po' per poter realizzare L'Ainé des Ferchaux. E ancora Jean Renoir che aveva l'idea di girare Trois chambres à Manhattan in bianco/nero, come pure desiderava poter realizzare il remake di La Nuit de Carrefour, (dopo trent'anni, e questa volta con attori americani: Josè Ferrer e Leslie Caron). Insomma proposte che andavano e venivano. Europei e americani, progetti che non andavano in porto e contratti che venivano firmati. Insomma il parco titoli dei romanzi simenoniani era assai frequentato non solo da registi, ma anche produttori, attori. Ma tra tutte le storie delle persone più diverse, la palma va senz'altro a quella che l'impareggiabile Pierre Assouline ci racconta nel suo Simenon, biographie (Juillard -1992).
Ci parla nfatti  di un grande appassionato dei romanzi simenoniani: un certo padre Jean Mambrino, che era anche uno scrittore e un poeta riconosciuto, ovviamente appassionato di letteratura, ma anche di cinematografia. Alla fine degli anni '50, avendo letto molti romanzi di Simenon e avendo visto al cinema molte pellicole di Hitchcock, ebbe, racconta Assouline, un intuizione. Realizzò che si trattava di due illustri artisti, ma non adeguatamente riconosciuti. Avevano entrambe passato esperienze con il giallo o storie piene di suspence. E da bravo gesuita non ignorava che sia il bambino belga Georges che l'inglese Alfred avevano frequentato entrambe le scuole dei gesuiti. E Assouline, cita delle lettere dello stesso padre Mambrino (che Simenon aveva conosciuto a Londra) inviate allo scrittore sia nel '51, che '56, dove spiegava, adducendo i suddetti motivi, sul perché un regista come Hitchcock avrebbe dovuto girare un film tratto da Les Fantomes  du chapelier!

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