lunedì 22 luglio 2013

SIMENON, UN ROMANZIERE... TROPPE IDEE SBAGLIATE...


L'ambizioso. Così spesso si sente definire Simenon. E poi giù a sciorinare il numero incredibile di racconti popolari, romanzi, Maigret, novelle, saggi, articoli che ha scritto nella sua vita nella convinzione che questi numeri siano una dimostrazione della sua ambizione.
In realtà la sua vera ambizione era tendere all'essenziale. Non solo nella scrittura, ma anche nella vita. Certo non si fece mai mancare comodità e talvolta anche il lusso del superfluo, ma per esempio cercò sempre di sistemarsi in luoghi non alla moda, dove non dovesse "sostenere" la parte dello scrittore di successo (e non gli piacevano ricevimenti, cerimonie e festeggiamenti letterari). Da Parigi, fuggì nel '32 per andare a vivere in Vandea, a La Rochelle, dove visse per dieci anni in piccoli paesini, se non in campagna. Poi L'America, ma mai a New York, Chicago, Los Angeles, Boston... no. Sempre piccoli centri o in ranch come quello dove passò gli utlimi cinque anni (Shadow Rock Farm), in Connecticut, nei pressi di Lakeville. E quando tornò in Europa si stabilì definitivamente nei dintorni di Losanna. Si dirà, ma spesso la sistemazione era in castelli principeschi (o in quella villa un po' megalomane ad Epalinges, progettata da lui stesso...). Certo, ma non scordiamoci che visse anche in un appartamento in un palazzone, all'ottavo piano, prima di traferirsi definitivamente nella piccola casa rosa di rue de Figuiers. E a tal proposito disse a Fellini: "... sogno di avere una piccola stanza in una via piena di negozi, e scrviere senza che questo mi renda più di quello che mi serve per mangiare... non sono mai stato ambizioso...".
Qualcuno  obbietterà che questa frase non è stata pronunciata a cinquant'anni, ma quai a settantacinque, quando ormai aveva smesso di scrivere romanzi da tre anni ed era entrato in fase di declino.
Ma anche a 58 anni aveva un atteggiamento particolare, ad esempio sul denaro: ".. dico spesso che il denaro non è altro che l'uomo in conserva... perchè una qualsiasi somma rappresenta tante ore di lavoro, giorni, mesi di vita dell'uomo. Chiuderli in una cassaforte, questi che rappresentano uno spaccato di vita... E' una cosa che mi fà orrore Al puno tale che certe volte mi è capitato di fare degli acquisti folli per ritrovarmi a zero ed essere costretto a ricominciare a lavorare...".
Altra idea molto diffusa. Le atmosfere di Simenon... "il romanziere d'atmosfera! Ma porca miseria, se non ci fosse un'atmosfera il romanzo sarebbe mutilato. - si lamenta Simenon in un'intervista del '55 con André Parinaud -  E ' un po' come se, parlando di un uomo, si dicesse: Respira! Se non respirasse sarebbe morto, no? Un romanzo senza atmosfera sarebbe un romanzo nato morto...".
I Maigret, sarebbero stati scritti, perché più popolari e con vendite superiori ai romans-durs. Simenon ne avrebbe scritti così tanti per questioni ecnomiche.
"... non scriverei mai dei Maigret  per far soldi, in fretta e costi quel che costi - spiegava il romanziere nel '48 al suo ultimo editore Sven Nielsen di La Presse del CitéIo continuo tranquillamente secondo la mia ispirazione. E' un'opera che ho iniziato 25 anni fa' con convinzione, e se ci sono dei "bassi" saranno compensati da "alti", sia per me come per il mio editore. Non chiedo di partire a razzo. Non produco né del sapone, nè del dentifricio...".
E ci vogliamo fermare qui.

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