martedì 25 marzo 2014

SIMENON SIMENON. LA CENTRALITA' DEL... PANINO NELLE INDAGINI DEL COMMISSARIO MAIGRET/ 2

(seconda puntata). Ciò detto, non è proprio sicuro che i quattro panini siano stati sufficienti per l'appetito di Maigret, perchè appena qualche ora più tardi, quando si prepara a aprtire per Fécamp, domanda a Torrence di passare alla Brasserie per ordinare birra e qualche panino...Nondimeno dovrebbe avere "gli occhi più grossi del ventre", come si dice dalle mie parti, poiché al suo ritorno da Fécamp trova sulla sua scrivania  "un panino della notte precedente"... a meno che non l'avesse lasciato in previsione di un attacco di fame, visto che lo divora prima di ritornare al Majestic.
Il panino è essenziamente un "cibo da ufficio"  che il commissario consuma durante il lavoro e nella serie viene definita come un'alimentazione parigina. Di conseguenza è raro che Maigret ne mangi nelle inchieste che conduce fuori della capitale; vale a dire che se il consumo dei sandwich nei romanzi del periodo Fayard è piuttosto moderato, visto che Simenon, come si sa, ha portato fuori Parigi il commissario nelle sue prime inchieste. Ma nonostante tutto si trovano citazioni di panini anche in queste pagine.

In Monsieur Gallet, décédé, Maigret accompagna M.me Gallet sul treno da Saint-Fargeau a Sancerre. Al commissario basta un'attesa per una coincidenza da aspettare alla stazione di Melun per acquistare "un cestino con panini, frutta e una bottiglia di bordeaux". Certo nulla a che vedere con un vassoio preparato dalla Brasserie Dauphine, ma Maigret ne farà le spese: la dignitosa M.me Gallet rifiuta quel pasto e non si saprà se anche il commissario oserà consumare, lui che aveva già "abbandonato l'idea di fumare in sua presenza"... Astinenza, dunque...

Anche il successivo panino non ha un gran successo: in La tête d'un homme, Maigret è a La Coupole dove sta per assistere all'arrivo di Heurtin: preso dalla tensione del momento mangia un panino "senza appetito" a meno che i panini de La Couple non fossero all'altezza di quelli della Brasserie Dauphine...

Il romanzo La nuit du carrefour s'apre su una scena tipica delle indagini maigrettiane: mattina presto alla Polizia Giudiziaria alla fine di un lungo interrogatorio: "Sul tavolo c'erano dei bicchieri di birra vuoti e dei resti di panini".
Ecco il primo riferimento ai panini durante il rituale dell'interrogatorio che poi ritorveremo spesso in seguito. Nello stesso romanzo Maigret si prepara ad affrontare la notte:
"Maigret entrò nella cucina dove la moglie dell'albergatore preparava la cena. Scovò una terrina di paté, tagliò una grossa fetta di pane e ordinò:
- Un bichiere di bianco, per favore...
- Non aspettate la cena?
Divorò senza rispondere il suo enorme panino.
Il brigadiere l'osservava con un'evidente voglia di parlare.
- Vi attendete qualcosa di grosso per stanotte, non è vero?
- Heu!...
- Ma perché negarlo? Questo mangiare in piedi non sa tanto di veglia d'armi?

Ritroviamo una scena simile in Le port des brumes, dove Maigret fà su e giù tra il muro della villa del sindaco Grandmaison, punto d'osservazione di Lucas, e l'hotel dove il commissario si è sistemato.
Maigret va all'hotel per cercare del cibo e delle bevande per il suo brigadiere: "Il suo posto a tavola era preparato all'Hôtel de l'Univers. Ma si accontentò di ingoiare in piedi un pezzo di patè e del pane. Preparò un panino per il collega e portò via il resto della bottiglia di bordeaux".

Occorre attendere l'utimo romanzo del periodo Fayard (Maigret) per ritrovare il riferimento ad un panino: il commissario in pensione, accompagna suo nipote a Parigi. Entra al Tabac Fontaine, per acquistare del tabacco, un panino (al prosciutto)  e ne approfitta per informarsi su quello che è successo la notte precedente al Floria. Poi consumerà nello stesso posto altri due panini durante la lunga notte in cui spia le reazioni di Audiat e compagni. Il padrone che non lo vede di buon occhio, gli fà serviere due panini "secchi e raggrinziti" con una vecchia fetta di prosciutto e senza mostarda. Una piccola vendetta di cui Maigret fà finta di non accorgersi... A la guerre comme à la guerre...

Quando Simenon  riprende il suo personaggio dopo qualche anno di interruzione, per una serie di racconti da pubblicare sui giornali, il primo testo che scrive L'affaire du boulevard Beaumarchais, s'apre con una scena ormai rituale: lungo interrogatorio nela notte alla Polizia Giudiziaria, a porta dell'ufficio di Maigret di apre: "Lucas!... - chiamò Maigret, cercando gli ispettori con gli occhi di chi non ci vede più molto chiaro - Corri a cercare dei panini... Passa alla brasserie e fai portare su delle birre...". Ecco dunque la chiave dell'enigma: il panino che Maigret mastica in piedi e "a grandi morsi" gli serve in realtà a far luce sul mistero e a far emergere la verita, a vederci chiaro.... 


Altra scena d'interrogatorio, ne L'Etoile du Nord: si scorgono i resti del duro confronto che il commissario ha sostenuto con la giovane Céline: " Alle tre del pomeriggio l'ufficio di Maigret era sempre nello stesso disordine, con in più dei bicchieri di birra sul tavolo, degli avanzi di panini, della cenere di pipa un po' dappertutto e delle cicche di sigarette". 



Il panino è anche il cibo "fatto e mangiato" che  si mangia quando non si ha il tempo di mettersi a tavola per gustare il piatto del giorno: così succede ne L'homme dans la rue, dove Maigret, che segue le tracce del suo sospettato, resta in piedi vicino a lui, davanti al bancone di zinco e "inghiotte panini". Nello stesso racconto, un volta che l'uomo si era recato dal commissario, questi lo porta a Quai des Orfèvres e l'interrogatorio può iniziare, perchè la messa in scena era in arrivo "Una porta che si apre e si richiude. Birra e panini sul tavolo".


Ed eccoci arrivati al periodo Gallimard. Nel primo romanzo che Simenon scrive in questoi anni con il suo personaggio, Les caves du Majestic, si trova di nuovo la scena dell'interrogatorio: è quello di Prosper Donge, che il commissario fà cercare al Dépôt. Lo porta nel suo ufficio: "- Entrate...avete mangiato? L'altro fà segno di no. Maigret, che aveva fame anche lui, e soprattutto sete, spedì l'uomo di guardia a cercare birre e panini". Una volta ancora "Maigret mangiava in piedi andando e venendo su e giù per l'ufficio".


E' un rituale talmente abitudinario che Maigret lo replica anche fuori del 
suo ufficio: così ne La maison du juge, dopo che il giudice Forlacorix gli ha affidato il caso, Maigret fà venire Méjat che trova il commissario a "divorare un panino al patè, mentre camminava. Sul tavolo c'era una bottigia di vecchio bordeaux quasi vuota". Poi dopo aver portato Lisa in clinica, e il giudice in prigione, Maigret va alla stazione per prendere il treno che lo porterà a Versailes. Aspettando il treno ordina birra e un panino al prosciutto.
Più tardi durante la gande scena dell'interrogatorio di Marcel Airaud e di Albert Forlacroix si ripete il celebre rituale: il capitolo 9, intitolato La "chansonnette" si apre così:
"Chiunque a Quai des Orfèvres, un Lucas o un Janvier, non avrebbero avuto bisogno d'osservare a lungo Maigret per capire. Anche la schiena era eloquente! (...) Tutte le volte che qualcuno avesse visto quella schiena lungo il corridio della Polizia Giudiziaria, Maigret senza conferire parola che introduceva un uomo nel suo ufficio, gli ispettori si sarebbero guardati.
- Hum!... Ecco un testimone che si sa quando entra... 
E questo senza stuporsi se dopo due o tre ore si sarebbe visto il garzone della Brasserie Dauphine portare dei panini e della birra
"Entra! gridò Maigret a Méjat entre gli dava dell pacche sulle spalle. E sistemò le cibarie sul tavolo, del patè, il prosciutto, del pane, delle bottigliette di birra (...)Maigret (...) si preparò un panino, si versò da bere (...) Camminava. Mangiava. Borbottava. Inarcava la schiena. (...). Maigret mangiava di continuo, facendo dei bocconi fin troppo grossi e andava avanti masticando, piazzato davanti alla porta per contemplare quei due attraverso i vetri...".

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