venerdì 17 marzo 2017

SIMENON SIMENON. DAVVERO UN IDOLO SENZA LETTERATURA?

Esaminiamo il primo racconto di Simenon su "Le Matin"

SIMENON SIMENON. VRAIMENT UNE IDOLE SANS LITTERATURE ?
Examinons le premier conte de Simenon dans "Le Matin"
SIMENON SIMENON. TRULY AN IDOL WITHOUT LITTERATURE

Let’s examine Simenon’s first story in "Le Matin"



Davvero il primo gradino. L'allora ventenne Sim con la pubblicazione de La Petite Idole sul quotidiano parigino Le Matin, inizia a inerpicarsi su quella scalinata, ripida sì, ma nemmeno poi tanto lunga, che lo porterà a diventare "romanziere".
Ormai lo abbiamo scritto più volte che la responsabile della pagina della cultura, dove si pubblicava ogni giorno un racconto, era la celeberrima Colette.
E, altrettanto noto, è il gioco tra la famosa scrittrice e il caparbio esordiente. Lui, con il suo racconto sotto il braccio, faceva la fila nell'anticamera, insieme a tanti altri che coltivavano il suo stesso sogno e, nel momento in cui toccava a lui, si sentiva dire che in quel testo c'era troppa letteratura, Troppi avverbi e aggettivi? Troppe frasi lunghe? Troppe digressioni? Troppa enfasi? L'invito era ad asciugare il testo, renderlo più essenziale, con meno orpelli.
Simenon tornava a casa (o meglio a seguire per la Francia il Marquis de Tracy, di cui faceva il segretario) e limava, tagliava, riscriveva, leggeva, correggeva e poi tornava da Colette. Questo due, tre, quattro volte. La scrittrice lo incitava "...meno letteratura, ci siamo quasi, ma non ci siamo ancora... meno letteratura...". E lui cocciuto, tornava sul suo testo... sforbiciando qua e la, condensando frasi, cassando impietosamente aggettivi e avverbi.
E venne il giorno. Colette disse "lo pubblichiamo", evidentemente dal manoscritto del "mon petit Sim", come la scrittrice lo chiamava, non colava più nemmeno una goccia di "letteratura". E il 29 di settembre 
La Petite Idole usciva sul quotidiano, nella rubrica Le mille et un Matin.
Ma veramente quel breve racconto era ormai fuori dai melmosi pantani di una letteratura ampollosa e sovrabbondante?
Siamo andati a rileggere quelle righe, in francese.
Abbiamo detto che si tratta di un racconto breve, due cartelle e mezzo all'incirca.
"M. et M.me Arnal". Inizia così, subito presentando sinteticamente e nel modo più semplice la coppia protagonista. Moglie e marito, si capirà dopo, scesi in un albergo di un'anonima località di villeggiatura al mare. Atmosfera solare, frizzante, gente che ha voglia di divertirsi, donne giovani, desiderabili e spensierate.
Un ambiente che non piace a madame e che invece cattura il marito, il quale desidererebbe tuffarsi in quel vortice, che invece lei vuole evitare accuratamente... Non vuole paragoni? Inizia a soffrire il confronto con quelle donne? Si accorge delle occhiate furtive ma rapite del marito che si soffermano sulla pelle di quelle donne, abbondantemente esposta al sole.
Diciamo che fin qui il suggerimento di Colette è messo in pratica. Poi si sofferma sugli abiti di madame, "troppo studiati", dalle "pieghe misurate", con un "taglio dritto senza variazioni". Insomma un bel po' di attributi per contrapporre quei vestiti a quelli più informali e che disegnano il corpo delle altre giovani donne.
Lei non era affatto brutta, anzi, ma i suoi comportamenti, le  movenze rigide, racconta Sim, ci fanno capire che è più grande delle altre e la coglie mentre ripensa ad un altro viaggio, il primo, fatto quando lei e lui erano più giovani. E' l'insicurezza data dagli anni trascorsi la porta ad interrogare il marito... se la amasse ancora... ancora come una volta... come quando la chiamava piccolo idolo... nonostante avesse ormai quarant'anni...
L'insistenza di lei sembra sorda alle rassicurazioni di lui che arriva a dirle che, non solo lei era ancora il suo piccolo idolo, ma che addirittura gli anni trascorsi l'avevano fatta più bella, perché erano stati anni pieni d'amore. 
E Sim parte con una descrizione della donna. "....le sue forme snelle e agili, le sue membra quasi feline si erano arrotondate. I suoi occhi profondi nello scuro delle palpebre piegate finemente, erano più inquietanti. La sua bocca stessa, più voluttuosa, evocava ora un frutto molto maturo, pieno di sapore...".
In questo passaggio, e in quello di prima che descrive l'abbigliamento, Sim si dilunga un po' e utilizza non pochi aggetti, avverbi... mentre al contrario il dialogo tra i due è costruito con frasi brevi, battute svelte, che producono un ritmo serrato.
Nonostante la donna cerchi di agghindarsi, si rende conto, che i complimenti del marito suonano falsi e non le sfuggono le frasi di approvazione (o ammirazione) per le giovani donne che invece sono vestite poco e molto semplicemente. 
Insomma con il passare dei giorni mentre lui sente sempre più a suo agio e felice della gioventù che li circonda, lei si sente più estranea a quell'ambiente, a quell'aria spensierata e si accorge di come quelle giovani risveglino i desideri del marito.
E tutto cambia. Lei non riesce più sopportare quella gente, quel continuo confronto e a nulla valgono le rassicurazioni e le effusioni del marito. E a nulla vale la sua pretesa, soddisfatta, di essere chiamata di nuovo piccolo idolo... A quel punto lei vuole partire, mentre lui cerca di convincerla che quella sorta di malessere passerà, che ha solo bisogno di distrarsi e di fare un po' di baldoria con gli altri... Ma ormai non si capiscono e madame Arnal sa che non sarà più il suo piccolo idolo    
Una storia che è ancora nel solco della letteratura popolare, ma nella quale si affacciano già degli elementi psicologici e s'intravede la maestria dello scrittore nel creare i dialoghi. C'è ancora un po' di "letteratura" nello stile, nella lingua e nel modo di affrontare la situazione tra marito e moglie. Ma qua e la nel testo appaiono come dei lampi che fanno rivelano le innate capacità narrative dell'autore. 
Insomma il piccolo Sim certamente non è ancora Georges Simenon, ma la stoffa c'è e s'intuisce chiaramente. (m.t.)

2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. La petite idole venne pubblicato su Le matin il 27 Setembre 1923 e ,come dice giustamente Maurizio,segna l inizio dell epopea di Simenon.la stoffa dello scrittore di talento già si intravedeva

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