martedì 4 gennaio 2011

E SIMENON CREO' MADAME MAIGRET

E' proprio il caso di dirlo. Maigret non sarebbe stato Maigret senza M.me Louise Leonard in Maigret. Simenon li ha fatti conoscere (almeno così è riportato ne Le memorie di Maigret) ad un festa da certi zii di lei. Maigret non è certo un ottimo partito, anche se da poco è stato promosso: dalle ronde di quartiere, in divisa e bicletta, a segretario del commissario di Saint Georges. Ma il suo stipendio è ancora basso, quasi cento franchi per tredici ore di turno. La famiglia di lei è dell'Alsazia e lavorano tutti per il Genio civile e l'appartenenza di Jules ai bassi ranghi della polizia ne fa quasi un estraneo... Nei desideri dei suoi genitori, Louise avrebbe dovuto sposare un ingegnere, uno del loro ambito. E invece l'amore trionfò anche sul Genio civile. Jules e Louise si sposaneranno nel mese di ottobre dl 1912 e lei entrerà ufficialmente nel ruolo di M.me Maigret, moglie del comissario divisionario della polizia giudiziaria parigina. Ad una prima analisi può sembrare un elemento secondario della narrativa seriale dei Maigret, non sempre compare nelle inchieste, non viene mai chiamata con il suo nome, nemmeno dal marito, è sempre la signora Maigret. Sembrerebbe una sorta di appendice, che però fà da rimando ad una serie di elementi che ci rendono più completo e conferiscono un maggior spessore alla figura del commissario. Le sue piccole manie, le abitudini casalinghe, lui, così burbero e intrattabile a Quais des Orfèvres, così coccolato e premurosamente curato a Boulevard Richard Lenoir. La prunella dopo cena, quella fatta dalla sorella di lei in Alsazia, la pipata prima di andare a letto, chiedere cosa c'è per cena, cercando di intuirlo dallo sfrigolìo delle pentole sui fornelli. E lei che ormai indovina oltre la porta di casa i pesanti passi del marito che, tornando a sera, sale le scale. E la sua pazienza a raccogliere cenere e tabacco che le pipe di Maigret lasciano dappertutto. Tutte abitudini che, grazie alla vita casalinga ci presentano l'altra faccia di Maigret. E ancora, le serate a cena dai loro amici, i signori Pardon, le domeniche passate al cinema, dove lui spesso si addormenta. Insomma M.me Maigret è sì un espediente narrativo che ci svela l'altra faccia del commissario, ma pian piano prende forma e corpo, tanto da diventare co-protagonista  o addirittura protagonista di alcune inchieste. E poi si emancipa sempre di più, restando sempre una casalinga, ma adeguandosi ai tempi. Ad esempio nelle ultime inchieste è lei che guida l'automobile, avendo preso la patente. Lui no. Ma d'altronde la vera importanza di M.me Maigret è un'altra. Simenon ha tratteggiato in lei la donna ideale, meglio la sua compagna ideale. Ne scrive infatti sempre con una certa attenzione e con un pizzico d'invidia. Se pensiamo bene, alla fin fine somiglia un po' a Teresa  Sburelin che, anche una volta cambiato il suo stato da femme de chambre a compagna ufficiale di Simenon, non mancò di essergli dedita, in modo discreto e affettuoso, profonda conoscitrice del suo uomo e attenta ai più piccoli dettagli del loro menage.  In uno dei suo famosi Dictée (1974) Simenon confessa infatti "... oggi pomeriggio ho farfugliato una piccola frase che non può essere scappata a tutti. Quando mi hanno domandato se il mio ideale di compagna fosse M.me Maigret, io ho candidamente risposto di sì...".Ma M.me Maigret è in realtà un personaggio chiave che non può essere esaurito in queste righe. Torneremo su di lei, sulle sue capacità culinarie e su altre caratterstiche non meno importanti.

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