
Simenon raccontò inoltre che spesso cercava di spiegare il suo intento: raccontare delle storie poliziesche, ma che avessero in nuce una dignità di romanzo, insomma come diceva lui una "semi-letteratura". Questa tesi esposta una volta in un incontro con critici e letterati come Frédéric Lefèvre o a Jacques-Emile Blache, suscitava qualche perplessità. Simenon faticava a farla comprendere.
- Sì, cerco di fare della semi-letteratura.
- Semi-letteratura? - era la loro domanda - e dopo questa semi-letteratura?
- Quando non avrò più bisogno di una spinta, di un cadavere e di un commissario, cercherò di scrivere dei romanzi tout-court..
- Dei romanzi tout-court? Prima la semi-letteratura e poi dei romanzi tout-court...
Il consulto, se così si può chiamare, fu molto deludente per Simenon e nacque in lui la decisione di non leggere più i romanzi contemporanei per non farsi influenzare, ma i suoi scontri con gli editori continuano. Con Fayard, ad esempio, per cui già aveva scritto una valanga di romanzi popolari e che invece regolarmente gli negava la pubblicazione di Pietr-Le-Letton perchè non rispettava le regole del genere. Ma Simenon era un osso duro, più duro di Fayard e tornava alla carica ogni volta con motivazioni e spiegazioni differenti. Come succedeva molto spesso, alla lunga chi la vinceva era Simenon che infatti convinse l'editore che però lo ricattò "D'accordo, pubblicheremo i vostri polizieschi, ma voglio al più presto una dozzina di Maigret sul mio tavolo!". Era fatta, il poliziesco che sovvertiva tutte le regole era sulla rampa di lancio e nessuno l'avrebbe fermato, sarebbe stato tradotto in tutto il mondo, ancora oggi vende entrando addirittura nelle classifiche. Come e più dei romanzi i Maigret furono e sono dei veri long-seller
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