Una soffice nebbia all'imbrunire o e all'alba, lo sciabordio sommesso dello scafo nell'acqua, quelle terre verdi che scorrono lentamente ai lati e in lontananza le guglie delle chiese di piccoli paesi nell'entroterra. Questo è quello che vedeva Simenon nei suoi viaggi sui canali di Francia. E' una sua passione, sprattutto alla fine degli anni venti. E infatti ai primi del '28 acquista una barca di cinque metri, con un piccolo motore ausiliario da 3 cavalli. Questa sarà battezzata Ginette e gi servirà per le sue scorribande che dureranno circa sei mesi attraverso canali e fiumi del sud della Francia. L'equipaggio è costituito oltre che dal "comandante", da Tigy, dall'inseparabile femme de chambre Boule, e da Olaf, il loro cane. Viaggiano di pomeriggio, ormegginao al tramonto. Lui e la moglie dormono in una cabina arrangiata sulla barca, mentre Boule con il cane in una tenda che, di volta in volta, viene montata sulla riva. La mattina Georges lavora. Si sveglia presto (o meglio, lo sveglia la Boule) e alle cinque del mattino generalmente è pronto davanti alla sua macchina da scrivere. Una tazza di caffé su una cassa, la macchina da scrivere pure e anche lui e seduto su una cassa, il tutto in barca sotto un telone. Verso mezzogiorno circa mollano gli ormeggi e ricomincia la navigazione. Incontrano chiatte che trasportavano di tutto.L'anno dopo, grazie anche al fatto che Simenon guadagnava di più si permette un 'imbarcazione più confortevole. Si tratta di uno scafo a vela di dieci metri, adatto anche per il mare. Una volta finita la fa "battezzare" in pompa magna a Parigi, al Pont-Neuf. Il nome questa volta è meno lezioso, anzi... Ostogoth. E per due anni sarà la barca che li porteràa più riprese in tutta la Francia, ma anche fuori. La vita a bordo è tutt'altra cosa. La barca è riscaldata, Boule ha una cucina in una cabina dove Simenon scrive. E i viaggi iniziano d'inverno e li portano questa volta verso nord, fino al Belgio, poi Amsterdam e poi su fin al Mar del Nord. Uno scalo, per così dire tecnico li fa fermare qualche tempo a Delfzijl nei Paesi Bassi. Una sosta importante, almeno secondo la versione di Simenon. Una volta rimessa in sesto la barca, ripartono ancora una volta.
La sosta a Delfzijl è significativa perché, come narra lo scrittore, sarebbe proprio qui tra una pipata e qualche bicchierino di ginepro, in una mattina passata in un bar, che qualcosa gli dà la sensazione di aver concluso quella fase di apprendistato e proprio lì prende forma la figura del commissario Maigret.
pe rapprofondire l argomento si può leggere la raccolta di reportages "long cours sur les rivieres et canaux"
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