venerdì 14 gennaio 2011

SIMENON, QUALITA' O QUANTITA'

Abbiamo spesso scritto  di quante alte siano state le vendite dei titoli di Simenon in tutto il mondo.  Però se andiamo a esaminare il periodo che va dalla metà degli anni '30  alla metà dei '40, vedremo le cose sotto un'altra prospettiva. Sono gli anni dell'esordio in Gallimard per cui Simenon ha iniziato a scrivere i romans-durs, ma i risultati delle vendite non sono poi così esaltanti. Ad esempio nel '34 il trentatrenne autore belga del suo Le Locatire vende, secondo i resoconti della Gallimard, poco più di 25.500 copie. Ma poi si scende. Nello stesso anno Les Suicidés non arriva a 21.000 copie. Nel '35 Les Pitards dimezza quasi le vendite con neanche 11.000 di venduto. E su questo livello troviamo  Le Bourgmastre de Furnes con poco più di 12.200 copie e nel '41 e Le Voyager de la Touissant con neanche 11.500 copie. Nel '38 la sua raccolta di racconti (che ad onor del vero non era il suo pane... e a nostro avviso non può far testo) vende appena 3800 copie.  Gallimard commenta:"E' chiaro, l'abbandono da parte vostra del genere poliziesco ha diminuito la vendita dei vostri libri, questo era prevedibile...". Ma il patron sa di avere un puledro di razza, per altro assai prolifico, e non ha nessuna voglia di farselo scappare. Anche perché la critica era in magioranza schierata con Simenon. La qualità c'era e non si poteva discutere. Però di fronte al mancato guadagno un editore pur sensibile, ma pur sempre un uomo d'affari come Gallimard, alla fine perde le staffe e lo scontro con Simenon è inevitabile. Lo scrittore gli rimprovera di non spendere nella promomozione per i libri. L'editore risponde secco con le cifre. Fino a quel momento (1938) rivendicava di aver versato anticipi a Simenon per 500.000 franchi e di averne spesi altri 400.000 per i costi di produzione e di organizzazione. Insomma quasi un milione di franchi: una cifra troppo elevata anche per un editore come Gallimard, per non tenerne conto.
Dopo la guerra però le cose iniziano a cambiare. Simenon (1947) ha lasciato Gallimard per Presse de la Cité di Sven Nielsen e le vendite prendono respiro, non per tutti i titoli, ma alcuni iniziano a fare numeri più consistenti e soprattutto nel tempo, perchè il pregio dei romanzi di Simenon e che sono dei long-seller che si vendevano negli anni '30 e si vendono ancora oggi 2011. Questo lo aveva capito Nielsen. E infatti al dicembre del 1962 i numeri erano diversi. Trois chambres a Manhattan (1947) aveva fato 45.000 copie, Les Volets Verds (1950)  41.000 questi gli alti, ma ci sono anche i bassi Pedigree (1948) 18.000, Une vie comme neuve (1951) 10.000 copie. E Maigret lo salva sempre. Con lui i numeri schizzano in alto, se consideriamo le inchieste del commissario: Une pipe de Maigret 77.000 copie, Maigret et l'inspecteur Malgracieux 88.000, Maigret à New York 92.000 copie. E gli anni che passano gli danno ragione. E anche la stampa. Un quotidiano canadese  nel 1949, in un rubrica intitolate "Pronostici per l'anno 2000" indicava Simenon tra gli scrittori che sarebbero arrivati a quella data vendendo ancora i loro libri. E così è stato.

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