domenica 12 maggio 2013

SIMENON - GLI SMERALDI DEL LAGO LEMANO / 2

Seconda parte della short-story del weekend. Maigret che deve andare a Roma a incontrare Gino, un suo... amico, ma un'imprevista sosta a Losanna lo piomba nel bel mezzo di un'idagine su un delitto e su un furto di smeraldi... E ora viene il bello... Il racconto come abbiamo detto ieri nella presentazzione  è di Murielle Wenger che i nostri lettori conoscono molto bene come nostra affezionata attachèe. Oggi la seconda e ultima parte della storia... Buona lettura e ricordiamo a tutti coloro che volessero scrivere un racconto  per "...magari come Simenon!" possono indirizzarlo a
simenon.simenon@temateam.com







GLI SMERALDI DEL LAGO LEMANO

di Murielle Wenger

 

La signora Maigret si era già sistemata nello scompartimento, mentre suo marito stava per salire a sua volta, dopo aver svuotato la pipa con dei colpetti contro la porta del treno.
Improvvisamente si sentì chiamare: era Bornand, che correva lungo la banchina. La signora Maigret, che aveva visto il marito che non saliva sul treno, gli disse sporgendosi dalla finestra:
- Che stai facendo? Dai, il treno partirà presto! Bornand correndo aveva raggiunto il commissario. Senza fiato,l'aveva salutato:
- Maigret! Aspetta! Ci sono novità!La signora Maigret aveva già capito. Sospirando, uscì nel corridoio, e passò le borse al marito.
- Che stai facendo? - chiese lui.
- Credo che rimarremo qui, giusto?
Maigret si rivolse a Bornand, che aveva un aspetto quasi implorante. Mentre il commissario aveva preso i bagagli dalle mani della moglie, l'aiutò a scendere i gradini, poi tutti e tre si diressero verso l'uscita. Bornand li portò nella sua auto a velocità sostenuta fino al Beau-Rivage. Lungo la strada, spiegò cosa era successo: aveva incaricato un ispettore di andare ancora una volta interrogare Jeanne Sonais. Voleva capire se sapesse qualcosa di più sul rapporto tra la contessa P ... e il giovane svedese. Ma, quando era arrivato, l'addetto alla reception del Beau-Rivage, gli ha detto che Jeanne era sparita.
- Come, è partita? - chiese l'ispettore, al quale fu risposto che il portiere di notte aveva visto uscire la cameriera la sera prima, ma non l'aveva vista rientrare. Anche il suo collega del giorno non l'aveva vista. L'ispettore si arrabbiò, dicendo che avrebbero dovuto

chiamare la polizia. Il portiere si difese affermando che non avevano avuto precise istruzioni, e nessuno aveva detto che la signorina Sonais non aveva il permesso di uscire.- In realtà abbiamo fatto un errore, ha detto Bornand. Non avevamo ritenuto necessario controllare attentamente la donna. Sembrava così indifesa, abbiamo pensato che non avrebbe mai lasciato l'hotel prima di essere autorizzata.
- Sì - brontolò Maigret, che la pensava allo stesso modo, ma che non voleva calcare la mano con il suo collega, che già sembrava piuttosto dispiaciuto di per sé.
- E non è tutto - aggiunse Bornand - Il mio ispettore è poi salito nella camera della contessa. Durante la perquisizione  si accorse che gli effetti personali di Jeanne Sonais erano tutti lì, come se lei avesse lasciato in tutta fretta l'appartamento, senza quindi portar via nulla. Abbiamo trovato la borsetta con il suo denaro, il necessaire da toletta, le sue carte. Sembra che abbia lasciato l'albergo solo con un cappotto e senza alcun bagaglio. Maigret, mi dispiace, ma ho paura che dovremmo chiederti aiuto, questo caso è complicato. 
Per farsi perdonare Bornand, aggiunse, rivolto alla signora Maigret, nel modo più gentile che potè:
- Mi sono preso la libertà di annullare i biglietti del treno, e ho prenotato un volo diretto dall'aeroporto di Ginevra, che vi porterà a Roma. Così sarete di nuovo a destinazione stasera, solo un po' più tardi.- Pensi che un giorno basterà per svelare il mistero? - chiese Maigret.- Oh, - disse la moglie, -  ricordati che abbiamo già più di un giorno di ritardo ...
- No, no - rispose Bornand - non si preoccupi. Confido nella brillante intuizione di suo marito, e noi lavoreremo il più velocemente possibile. Stasera, sarà a Roma... glielo prometto.
- Sì - borbottò Maigret ...Dopo aver inviato un altro telegramma a Gino Cervi, per spiegare la situazione e chiedergli di attenderli in aeroporto invece che alla stazione, Maigret, accompagnato da Bornand, tornò direttamente al Beau-Rivage. La signora Maigret si era sistemata in una piccola stanza, con un vassoio di tè e biscotti, e una pila di riviste, e i due commissari erano saliti al piano di sopra, entrando nella stanza della contessa P .... Bornand fece strada al collega, che iniziò a osservare tutta la stanza. Fece aprire la valigia Jeanne Sonais. Ce n'erano due modelli, uno abbastanza semplice, ma di buona qualità. Una valigia marrone, in cui c'erano due abiti, uno blu navy e uno nero, che la cameriera probabilmente indossava con piccoli grembiuli bianchi che erano anche essi lì. Nell'altra valigia, che era verde, trovarono ancora tre abiti, grigio pallido e due gialli, una camicia da notte e un pigiama rosso.- Penso che questi siano gli abiti che lei indossava quando era fuori servizio - ipotizzò Bornand.Maigret non disse nulla. Le sue grosse dita frugavano nella valigia finchè non trovò in fondo una cosa che trionfalmente consegnò al collega:
- Una cravatta! - esclamò Bornand. - Che ci fà tra le cose di Jeanne?Poi, dopo aver riflettuto, aggiunse:- Può essere di un amante? Oppure questa cravatta può essere un ricordo? O un regalo per lui? Pensi che possa essere andata dal suo amante ieri sera?
- Non credo nulla - disse Maigret, che accese la pipa e si sedette sul letto di Jeanne.
Per un tempo che parve interminabile a Bornand, il commissario fumò in silenzio, gli occhi fissi sulle due valigie aperte, dove gli abiti formavano un mucchio setoso. Improvvisamente, con sorpresa di Bornand, Maigret balzò in piedi e afferrò uno degli abiti neri. Esaminò attentamente l'etichetta, poi, lasciando cadere il vestito nella borsa, prese l'altro vestito grigio, stesso esame attento dell'etichetta. Un bagliore allegro comparve nei suoi occhi, si rivolse al suo collega:
- Vuoi prendere un abito nero e metterlo su questo? - disse, porgendo il suo vestito grigio.Senza capire, Bornand obbedì, prese l'abito grigio e lo depose sul letto e vi sovrappose un vestito nero preso dalla valigia marrone. Si lasciò sfuggire un'esclamazione soffocata. I due abiti non erano delle stesse dimensioni, il grigio era almeno di due taglie più grande.
- Che cosa vuol dire?
Maigret non rispose subito. Fumava a piccole boccate rapide e Bornand aveva l'impressione di seguire sul suo volto il percorso di una profonda riflessione. Improvvisamente, il commissario portò Bornand fuori dalla stanza. Con un respiro affaticato, disse:
- Devi perquisire tutte le camere da letto al piano superiore.
- Non ci pensare nemmeno ... In un palazzo come questo, senza un mandato, sarebbe un rischio ...
- Bisogna trovare questa cameriera, o no?
- E tu non pensi che...
- Io non credo niente. Già te l'ho detto.. Ma sento che questo può essere la chiave del mistero. Questa storia non mi piace per niente, Bornand, e ho paura che ...Maigret non finì la frase ma il suo sguardo era così insistente, che il commissario di Vaud iniziò a cercare il direttore dell'hotel, cui spiegò la situazione. Venne setacciato l'intero piano, cercando di disturbare il meno possibile gli occupanti delle camere, che mostrarono sufficiente comprensione grazie alla diplomazia del direttore. Purtroppo non fu trovato nulla e Bornand cominciò a pensare che la reputazione del suo collega parigino fosse un po' sopravvalutata, quando, in fondo al corridoio, Maigret scorse una porta non numerata.
- Che cos'è? - chiese al direttore.
- Oh, una semplice stanza. Abbiamo messo lenzuola e asciugamani di ricambio, e ci deve essere anche un aspirapolvere per la donna delle pulizie.
- Vuole aprire la porta, per favore?Il direttore trovò nel suo anello la chiave giusta e la infilò nella serratura. Quando girò la maniglia, la porta si aprì da sola, come se qualcosa di pesante stesse spingendo dall'interno. Il direttore fece un passo indietro e prima una mano poi un braccio, e, infine, un corpo caddero in avanti finendo sul tappeto rosso del corridoio. Era il cadavere di una giovane donna bionda che indossava un abito nero. Bornand si chinò sul corpo.- Morta, naturalmente ...- E' Jeanne Sonais, non è vero? disse Maigret.


                                                                        *******


L'aereo della compagnia svizzera era confortevole. Mentre la moglie al suo fianco, si chinava a guardare le Alpi e la neve che brillava attraverso le nuvole, Maigret indugiava sulla sua poltrona. Gli occhi socchiusi, ripensando alle ultime ore che aveva trascorso a Losanna: la scoperta del corpo di Joan Sonais, strangolata come la contessa, e la lunga discussione che aveva avuto luogo presso la questura di Losanna con Bornand e la sua squadra. Aveva ricostruito gli eventi. Lo studente svedese, aveva pensato di uccidere la contessa prima di rubare gli smeraldi. Poi, una volta che il fatto era avvenuto, aveva dovuto trovare un modo per lasciare inosservato l'hotel. Prima si era nascosto in un sottotetto (lì dove erano stati trovati mozziconi di sigaretta, briciole di pane e delle impronte che corrispondevano alle sue nell'elenco dei dati antropometrici). Dopo due giorni, era riuscito ad attirare Jeanne Sonais in una sorta di trappola: l'aveva poi strangolata e infine aveva nascosto il corpo nello stanzino. Era stato quindi dedotto che la valigia verde era la sua, e che a volte si travestiva da donna per sfuggire alla cattura. Con i suoi capelli biondi e il suo aspetto snello, doveva essere stato facile, indossando abito nero, giacca e un cappello, fingersi Jeanne Sonais. Il portiere di notte aveva visto nel buio del corridoio, una bionda figura femminile e l'aveva scambiata per la cameriera. La segnalazione con le informazioni sullo svedese era stata ormai lanciata dall'Interpol, e prima o poi sarebbe stato catturato. Tutto questo non preoccupava più Maigret che si lasciò sprofondare in una piacevole sonnolenza accompagnato dal ronzio dei motori dell'aereo. Aprì gli occhi quando la voce dell'hostess, annunciò l'imminente arrivo del velivolo a Fiumicino. Quindici minuti più tardi, Maigret e sua moglie erano stati accolti da una persona che sorrideva allegramente sotto i baffi, segno di un deciso gradimento.
- Jules Caro! I miei rispetti, signora ...
- Buona sera, Gino - Maigret volentieri gli strinse la mano.
- Avete fatto buon viaggio?
- Sì, grazie - Non è stato proprio facile - aggiunse la signora Maigret - ma finalmente siamo qui. Immaginate che mio marito ha trovato anche il modo di risolvere un'indagine tra Parigi e Roma, attraverso Losanna ...- Davvero? Ma questo è proprio affascinante... Venite ... Mi racconterete tutto strada facendo. E l'italiano portò i suoi amici per Roma, dove le stelle scintillanti punteggiavano il cielo della notte...

Nessun commento:

Posta un commento

LASCIATE QUI I VOSTRI COMMENTI, LE VOSTRE IMPRESSIONI LE PRECISAZIONI ANCHE LE CRITICHE E I VOSTRI CONTRIBUTI.