domenica 7 dicembre 2014

SIMENON SIMENON. MA L'UOMO CHE NON ERA MAIGRET... NON ERA NEMMENO SIMENON?


Appena abbiamo letto il titolo (L'uomo che non era Simenon) dell'articolo apparso venerdi 5 su La Republica per presentare la pregevole biografia che Pierre Assouline scrisse più di vent'anni fà sul romanziere Georges Simenon, ci è subito venuto in mente il titolo di un'altra biografia, quella di Patrick Marnham tradotta in da noi da La Nuova Italia che s'intitolava L'uomo che non era Maigret.
Titolo (L'uomo che non era Simenon) giustificato da alcune righe del redattore "... L'uomo che non era  Maigret, non era forse nemmeno Simenon, ovvero lo scrittore mondano e fanfarone, l'amante di Josephine Baker, come lui stesso si è presentato negli anni Trenta, organizzando la promozione dei suoi libri con trovate come il ballo antropometrico. Era soprattutto un padre di famiglia preoccupato di educare e a giocare con i suoi quattro figli..."
Coincidenze. E certo senza togliere nulla al lavoro di Marnham, le due biografie non possono essere confrontate, sono due opere diverse e viaggiano su livelli diversi.
Ma l'articolo redatto da Anais Ginori, sovrattitolato "Un incontro con Pierre Assouline". Crediamo sia quanto mai esatta la scelta del termine "incontro" e non "intervista". E d'altronde anche lo svolgimento dell'articolo conferma che non si tratta di un "botta & risposta". Ma per altro La Repubblica non scrive da nessuna parte che si tratti di un'intervista. Si tratta di una serie di affermazioni del gornalista culturale francese, cucite sapientemante, che giureremmo di aver già letto da qualche parte o forse da più parti.
Ciò detto, dobbiamo dire che comunque l'articolo fà una presentazione completa dell'opera dedicata a Simenon che, ma questo l'abbiamo già detto, che consideriamo a tutt'oggi la più completa, la più ricca ed informata tra le biografie che sono in circolazione.
Forse, trattandosi di una biografia che fa anche piazza pulita di alcuni luoghi comuni sulla vita e sull'opera di Simenon, si poteva far a meno di citare la storia della diecimila donne, gli scritti di sapore nazista di quando Georges aveva sedici anni, la storia con Josephine Baker, le amicizie importanti di Gide, Fellini e Renoir (Jean), la tragedia del suicidio della figlia Marie-Jo. Insomma  forse c'erano altre chicche, meno conosciute frutto del lavoro di ricerca di Assouline, che magari avrebbero meritato di essere citati.
Ma d'altronde l'enorme dati che si è trovato davanti Assouline nello scrivere la biografia di Simenon, ha generato un'opera così densa di fatti, vicende e testimonianze che non era facile riassumere, sia pure in un articolo che occupa tutta una pagina del quotidiano romano.
Merito alla casa editrice Odoya che dopo più di vent'anni l'ha tradotto e messo in libreria.

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