(segue) - Sussultò.
M.me Maigret, con un piatto in mano, stava lì sulla porta.
- Jules.... cosa stai combinando?
L'aveva chiamato "Jules", cosa assai rara. Ma le era venuto così spontaneo: lui aveva talmente l'aria di un bambino colto con le mani nella marmellata, con il suo pigiama a strisce, sorpreso e con una specie di broncio sulle labbra...
- Non hai potuto aspettare per i regali, non è vero? - le disse lei con un tono addolcito.
Posò il piatto sul tavolo, si accovacciò a sua volta davanti all'albero prese il pacchetto e lo rimise a posto sorridendo.
- Buon Natale!
- Buon Natale M.me Maigret"
E lui gli porse un pacchetto sul quale, con la sua grossa e maldestra scrittura aveva scritto il nome della moglie.
Sedettero davanti al bricco di caffé fumante. M.me Maigret aveva preparato una brioche, che ora farciva con del burro fresco.
Lei aprì il suo regalo estasiata. Lui le aveva regalato tre foulard di seta che lei aveva visto nella boutique di rue Saint-Honoré, nel loro ultimo rientro a Parigi, un mese prima. I disegni rossi, blu e dorati brillavano alla luce del fuoco.
- Adesso tocca a te - disse lei accennando un lieve sorriso sulle labbra, mentre gli versava una seconda tazza di caffé.
Cercando di assumere un atteggiamento compassato, aprì il suo regalo. Aveva ragione, non si trattava di una pipa, ma di un paio di calze, che Maigret indovinò essere state fatte dalla moglie.
- Tu avevi già la tua sciarpa blu, allora ho pensato che questo anno...
Non ascoltava più. Nascondendo la sua delusione, ammirava come si conviene il regalo della moglie, poi si impegnò a tagliare un bel pezzo della brioche che imburrò generosamente.
M.me Maigret era gia tornata nella sua cucina, perchè il lavoro l'aspettava. Maigret attraversò la stanza per prendere una pipa dalla rastrelliera ("purtroppo non quella buona" sospirò dentro di sé) che riempì e accese prima di sistemarsi nella sua poltrona. Aprì il suo Dumas, sperando che D'Artagnan e Porthos gli facessero dimenticare la storia della pipa.
Nella cucina M.me Maigret con un sorrisetto sulle labbra, dette discretamente un colpo d'occhio al salone, dove suo marito, accomodato sulla sua poltrona, leggeva rabbiosamente.... mettendo sotto assedio La Rochelle...
*******
Il pâté aux morilles era risultato un vero capolavoro. Il pollo alla olive non era stato da meno e il Clos-Vougeot aveva fatto arrossare le loro guance. Il piccolo Jérôme, che aveva avuto diritto a un goccio di vino sul fondo del suo bicchiere, aveva gli occhi brillanti. Regnava un dolce tepore nella stanza, dove il fuoco ardeva e dove gli odori del vino e della cena aggiungevano una loro nota speziata. M.me Maigret e Hortense si scambiavano, come loro abitudine, la loro opinione su come cuocere il pollo, Aline e Odette ciacolavano, il suocero, con il ventre sporgente, aveva acceso un sigaro il cui fumo si intrecciava con le volute azzurine della pipa di Maigret.
- Possiamo aprire i regali, prima del dessert zia Louise? - domandò Jérôme.
Sua madre lo riprese, ma M.me Maigret intervenne:
- Lascia, è normale che i ragazzi siano impazienti. Qualche volta lo sono persino gli adulti.
Dette un'occhiata all'indirizzo di suo marito che assunse un'aria innocente.
I tre ragazzi si precipitarono ai piedi dell'albero, gridando e spingendosi, scartarono i loro pacchi, lasciando esplodere la loro gioia.
Passati i primi entusiasmi, si scambiarono degli sguardi maliziosi e, prendendo un piccolo pacco dalla forma rettangolare, lo portarono a Maigret.
- E' per te - dissero in coro, trattenendosi per non scoppiare a ridere.
Maigret prese a scartare il pacchetto. Rischiò di farsi cadere la pipa di bocca:
in un bella carta di color blu era posata... la sua buona e vecchia pipa curva. Proprio quella che aveva cercato e cercava ancora da due giorni!
La prese tra le dita tremanti, poi guardò sua moglie, che sorrideva teneramente. Lei fece un segno ai tre bambini che andarono a cercare un altro pacco alla base dell'abete.
- Zia Louise all'inizio non era d'accordo, che noi ti facessimo uno scherzo - disse Jérôme - ma alla fine ha accettato di stare al gioco.
Tese il pacchetto a suo zio.
- Da parte di tutta la famiglia - aggiunse.
Maigret prese il regalo, l'aprì e trovò una pipa nuova, di una bella radica liscia, che portò subito alla bocca, succhiando il cannello con un'aria comica. Poi sorrise e tutti scoppiarono a ridere, mentre i bambini gridavano:
- Buon Natale, zio Jules !
Murielle Wenger
Grazie per la traduzione, Maurizio. Tanti auguri a te e buon natale !
RispondiEliminaJe ne sais pas si j'ai mérité de porter le titre de "reine" de Simenon-Simenon, mais le compliment me fait bien plaisir...
Bellissimo racconto, Murielle. Ripeto: un Maigret intimo, immerso nella calda atmosfera della vita domestica, tra gli affetti e le persone cui tiene particolarmente. E' questo il Maigret che io preferisco di più, il Maigret di boulevard Richard Lenoir, per un momento lontano dai problemi, piccoli e grandi, del Quai des Orfèvres. Un Maigret tenero, meno imbronciato o accigliato, come quando talora, ha a che fare con i vari malviventi di cui deve occuparsi. Questo tuo racconto, Murielle, a mio avviso tiene bene il confronto con alcuni episodi dello stesso Simenon, episodi in cui Maigret è molto più in casa e vicino a sua moglie: Un natale di Maigret; L'innamorato della signora Maigret.
RispondiEliminaGrazie per i complimenti, Paolo ! Je suis contente que ma nouvelle t'ait plu...
RispondiEliminaper curiosità va detto che in "l innamorato della signora maigret"simenon fa cambiare residenza parigina al commissario(unico caso):abita infatti in places des vosges
RispondiEliminaComme le raconte Maigret dans ses Mémoires, s'il a habité place des Vosges, c'est parce l'immeuble du boulevard Richard-Lenoir était en rénovation, et que Simenon, qui à ce moment-là partait pour un voyage en Afrique, à prêté au couple Maigret son propre appartement place des Vosges... c'est ainsi que le commissaire a habité au 21...
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