Brigitte Colin Baker entrò
nell’ufficio. Meglio apparve. Nessuno l’aveva sentita arrivare.
- Brigitte – esclamò De
Villeroy.
Qualche secondo poco entrò
anche l’ispettore Janvier, il fiato un po’ grosso come se avesse dovuto
inseguire la donna, il capello storto e la pipa in mano.
- Salve capo…
- Novità Janvier? – chiese
Maigret, indicando con lo sguardo De Villeroy.
Janvier, si tolse il
cappello, mise la pipa tra i denti e si avvicinò al commissario. Bisbigliarono
alcuni secondi e poi Maigret con un sorriso ironico disse, rivolgendosi alla
nuova arrivata:
- Madame Baker, benvenuta
tra noi…
- Se non fosse per quello
zoticone del suo ispettore starei ancora facendo toilette…
Da quando quella donna era
entrata in quell’ufficio si respirava un’aria nuova. La sua presenza era
palpabile, come se non si potesse far a meno di accorgersi di lei. Certo era
una bella donna, aveva un’intonazione di voce accattivante… per non parlare del
profumo… Ma non era questo o perlomeno non solo questo. La signora emanava un
percettibile flusso che sembrava colpire soprattutto, ma non solo, De Villeroy.
Infatti le si era fatto
vicino e l‘aveva abbracciata. Ma lei, come infastidita, fece un minimo di
resistenza e lui quasi subito si ritrasse.
Fu cosa di pochi secondi,
ma non sfuggì a Maigret che fece la voce grossa.
- Madame Baker, ci dice
cosa ci faceva ieri sera qui nell’ufficio di suo marito poco dopo le dieci?
- Passavo di qui dopo una
cena con un’amica e, sapendo che mio marito era ancora al lavoro, sono venuta
su per fargli un saluto.
- Premurosa… un gesto da
vera innamorata - Maigret calcò l’accento su questa ultima parola – peccato che
è arrivata poco dopo le dieci ed è andata via dopo pochi minuti e di corsa…
- Le ho detto, era solo un
saluto…
- Già, un saluto… e mi dica
giù nell’androne dell’ufficio non ha incontrato qualcuno?
- C’era il guardiano
notturno.
- Non ha notato nulla di
strano e lui non le ha riferito qualcosa?
- No.
Maigret si lasciò cadere su
uno dei divani, riaccese la pipa e tirò un sospiro.
- Madame lei sa nulla in
merito all’ipoteca che grava su questo immobile?
- Ipoteca? – fece la Baker
con l’aria più stupita e con un’espressione di sorpresa – Quest’ufficio è
ipotecato?
- Già. Gli affari di suo
marito non vanno bene e, se ho capito bene – spiegò Maigret - Ha ipotecato
l’immobile, i soldi non bastavano mai e Jean Villeroy, fratello di suo marito,
che lei senz’altro conoscerà, gli ha prestato dei soldi, ma ovviamente voleva
che gli fossero restituiti o, in caso di estinzione dell’ipoteca, voleva entrare
in possesso dell’immobile… Ipotesi, già… al momento sono soltanto ipotesi…
- Ma io cosa c’entro in
tutto questo? Non sapevo nulla e non conoscevo nemmeno il fratello di mio
marito…
- Non conosceva Jean
Villeroy?
- No. E ho sempre evitato
di conoscerlo – disse con un certo sussiego – Che vuole, siamo due persone
troppo diverse, veniamo da due mondi completamente differenti e, a sentire
quello che dice mio marito, è anche una persona sgradevole… no, no… non l’ho
mai visto e tantomeno lo conoscevo.
- Lei è una bella signora,
ma anche una bella bugiarda - fece Maigret con un’aria canzonatoria – Già, Infatti
l’uomo che lei dice di non conoscere, ha prestato soldi anche a lei…
- Ma cosa dice?
- Quello che dicono il
personale di servizio della sua casa. Il nostro ispettore Torrence – spiegò
Maigret, tirando delle lunghe boccate di pipa – ha interrogato le persone a
servizio in casa vostra e… non è stato affatto difficile sapere…
- Ma questo è falso, io non
ho mai detto una cosa del genere a nessuno dei miei…
- Ha ragione – bofonchiò
Maigret – ma si vede che mura e porte della vostra casa sono molto sottili… oppure
che la sua voce a volte è troppo squillante…
- Ma cara non mi avevi
detto nulla di… - intervenne sorpreso De Villeroy
- E perché, tu mi avevi
detto per caso di questa ipoteca… del prestito di Jean….? – replicò stizzita.
- Ma che c’entra, cara
questi sono i miei affari e tu…
- Io? Io sono tua moglie e
tu non hai il diritto di…
- Calma signori, smettete
di litigare per dei prestiti… qui c’è un morto ammazzato e dobbiamo capire chi
di voi due è stato…
De Villeroy e madame Baker
si zittirono e lo guardano con una certa apprensione. Janvier era ancora in
piedi con il cappello in mano, la pipa in bocca. L’aria nella stanza iniziava a
diventare tesa.
- Janvier, vai giù a vedere
se trovi un café o una brasserie e fai venir su sandwich, birra… e acqua per
tutti… ho una certa fame e credo che qui le cose andranno per le lunghe – disse
Maigret mentre si alzava dal divano – Ah, se trovi un telefono cerca di
rintracciare anche Torrence, informalo su quei dettagli e digli di venire.
- Va bene capo - rispose
Janvier, felice di uscire da quell’ufficio dove non era a suo agio e dove l’atmosfera
iniziava a diventare pesante.
Maigret intanto cercava di
ricostruire i fatti, cercando di mettersi nella testa dei protagonisti. Un uomo
vanitoso che aveva cambiato il commercio di ortofrutticoli del padre in una
società finanziaria, e così vanitoso da modificare anche il proprio nome. Ma evidentemente
non abbastanza scaltro negli affari, se aveva dovuto ipotecare quel palazzo e
poi chiedere soldi proprio a quel fratello che disprezzava perché era rimasto
un “sempliciotto”, come aveva detto, legato alla terra. Questo Jean invece doveva
essere uno solido, concreto, determinato. Forse aveva ricevuto dal padre dei
soldi in eredità, gli stessi che il fratello aveva sperperato in quel
pretenzioso immobile, arredato da qualche architetto alla moda, in abiti di
fattura inglese e forse in chissà quali auto.
Jean invece quei soldi
doveva averli fatti fruttare, come aveva fatto fruttare la terra, con un duro
lavoro giorno per giorno.
Certo tra i due fratelli
non doveva correre buon sangue… ma allora perché Jean aveva prestato soldi a
Gerard?
E, cosa ancor più strana,
perché ne aveva prestati alla nuora, che in teoria non avrebbe neanche dovuto
conoscere, e che comunque non era certo molto diversa da Gerard?… E per quale
motivo?…
E che erano venuti a fare
quella stessa sera, quasi alla medesima ora, in quell’ufficio? Coincidenza?
Tutti e due, stessa ora… No, c’era un motivo ben preciso… e lui l’avrebbe
scoperto.
- Commissario Maigret
perché non chiede conferma a Joch, il guardiano notturno, come è andata
davvero?
- Perché? Lei non lo sa? –
fece Maigret sarcastico – Non sa davvero quello che è successo lì sotto?
- Io? Ma se le ho detto che
non mi sono mai mosso da qui. Come faccio a sapere quello che è successo dieci
piani più sotto?
- Perché a quell’ora nel
palazzo c’eravate solo lei e Joch… e solo lei aveva interesse che il guardiano
non testimoniasse su quello che sarebbe successo. E lo chiedo a lei, Gerard De Villeroy
– Maigret fece una pausa – perché
suo fratello ha prestato del denaro anche a sua moglie?
- Non lo sapevo e non
saprei immaginare come e perché… quei due neanche si vedevano…
- Già non si vedevano, però
si parlavano… Dalle testimonianze del vostro personale di servizio abbiamo
saputo che la madame Brigitte spesso parlava con un certo Jean… Coincidenza
anche questa? – e poi rivolto alla Baker – … o era per caso un altro Jean?
- Beh… - fece con un
risolino malriuscito da svampita – eh… eh… Jean è un nome molto comune…
- Anche i prestiti al
proprio fratello e le ipoteche sui suoi immobili sono argomenti molto comuni? –
cantilenò Maigret.
C’era un’aria di estremo
imbarazzo. I coniugi avevano non avevano dato risposte e il commissario si
rendeva conto di non sentire il modo per venir a capo della questione, anche se
intuiva che la soluzione probabilmente era lì sotto il suo naso.
Arrivò Janvier e il garzone
della brasserie con un vassoio colmo di panini e un’altro con birre e acqua.
- Facciamo una pausa –
disse Maigret tirando un sospiro di sollievo. Afferrò un boccale di birra e in due o tre sorsate lo vuotò.
Poi addentò un sandwich, guardando di sottecchi gli altri. L’ispettore si era precipitato ad
imitarlo, la signora aveva preso solo un bicchier d’acqua, DeVilleroy si teneva
lontano da quei vassoi come fosse roba da plebei.
Mentre mangiavano squillò
il telefono. Era ancora per il
commissario, l’ispettore Torrence dall’ospedale.
- Commissario sono qui dove
hanno ricoverato Joch, sì insomma il guardiano. Ha ripreso conoscenza, ma
sembra non ricordare nulla. Una sorta di vuoto di memoria…
- E i dottori che dicono?
- Che forse potrebbe essere
anche una conseguenza del trauma… ma bisogna aspettare ancora un po’…
- La botta è stata forte?
- Beh insomma… secondo il
chirurgo, no. L’escoriazione non è molto profonda e l’ematoma sembra tutto sommato
di modeste dimensioni… probabilmente gli hanno sbattuto la testa al muro… ma
non molto forte…
- Non molto forte, eh…
- Sì, così dicono qui.
- Grazie, Torrence. Aspetta
che siano pronti i referti e poi portaceli subito.
- A dopo capo.
Il commissario tornò a bere
birra. Era come se la telefonata di Torrence lo avesse rimesso di buon umore.
Janvier se ne accorse subito.
- Allora non volete dire nulla
su questa strana storia. E allora mi divertirò un po’ io a raccontare una
storia. (m.t.)
(segue)
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