venerdì 25 novembre 2016

SIMENON SIMENON. LE INTERVISTE AD UN ROMANZIERE FAMOSO E... SCONOSCIUTO

Giornalisti, medici, critici  alla scoperta di Georges Simenon

SIMENON SIMENON. LES INTERVIEWS D'UN ROMANCIER CELEBRE ET… INCONNU
Journalistes, médecins, critiques à la découverte de Georges Simenon
SIMENON SIMENON. INTERVIEWS OF A NOVELIST, FAMOUS AND… UNKNOWN
Journalists, doctors, critics discovering Georges Simenon

Soprattutto nell'ultima parte della sua vita,
Simenon passò sull'altra sedia: da quella del giornalista che pone le sue domande a quella dell'intervistato.
Effetto non solo della notevole fama raggiunta nella maturità, ma anche del fatto di essere un personaggio su cui si fantasticava molto, poterlo avere per un intervista, radiofonica, giornalistica o televisiva era  quasi sempre uno scoop.
Anche perché la complessità del personaggio dava adito spesso a interpretazioni contraddittorie, con il risultato che, per i più, Simenon rimaneva uno scrittore non così inquadrabile nelle consuete categorie. Finchè se ne parlava semplicemente come inventore del commissario Maigret, era tutto chiaro a quasi tutti. Ma già quando si affrontava la differenza tra la sua vita e quelle che raccontava nei suoi romanzi si ponevano diversi interrogativi. E poi quel padroneggiare sia il cosiddetto "alto" della letteratura (i romans durs) che quello ritenuto "basso" (i Maigret) lasciava, più i critici che i lettori, un po' perplessi. I tanti lati della sua vita: la voglia di una grande famiglia, la sua passione ossessiva per il sesso, il suo forsennato ritmo di scrittura, l'impellente esigenza di cambiare, regione, città, casa, il suo vivere di letteratura e la sua avversione per il mondo letterario e le sue liturgie... tanti e tali elementi che si accavallano l'uno sull'altro e che paradossalmente invece di accrescere la conoscenza dello scrittore, sembrano allontanarne la comprensione con il risultato di renderlo quasi "sconosciuto".   
E forse anche questo era il motivo di tante interviste, ognuna delle quali cercava di scoprire più a fondo possibile almeno uno spicchio di un personaggio così complesso. Certo non possiamo né vogliamo qui dar conto di tutte le interviste che lo scrittore ha concesso nella sua vita, ma vogliamo ricordare quelle più importanti che riuscirono a tirar fuori l'essenziale dello scrittore e della sua vita.
Iniziamo con Francis Lacassin studioso e amico dello scrittore che lo intervistò più volte, tante da raccogliere tutti i loro incontri in un libro "Conversations avec Simenon" (Du Rocher 2002).
Un'altra famosa fu quella del giornalista americano Carvel Collins nel '55, per la rivista newyorkese The Paris Review, intitolata The Art of the Fiction n°9, realizzata a Shadow Rock Farm (Lakeville), alla vigilia del suo ritorno in Europa.
In Europa, e più propriamente in Svizzera, fu organizzata l'intervista più singolare. Da una parte lo scrittore, dall'altra, a fare domande, alcuni dottori di Médicine et  Hygiène che il 3 marzo 1968, in occasione del 25° anniversario della rivista svizzera, la quale volle festeggiare così quella ricorrenza. Fu un'intervista collettiva dove Simenon accettò di sottostare alle domande incrociate anche di psicologi e psichiatri, una categoria che stimava molto, e che scavarono più di altri sulle motivazioni delle scelte e sulle modalità d'espressione del romanziere.
Ma quella più famosa è forse quella televisiva del 1981. La trasmissione era la celebre Apostrophe, condotta da Bernard Pivot, un conosciutissimo giornalista che si occupa di cultura. Era il 27 novembre e l'emittente Antenne 2, l'occasione, quella dell'uscita del suo ultimo libro, Mèmoires intimes. Durò oltre un'ora e culminò con le domande sulla tragedia di Simenon padre: il suicidio della sua amata figlia Marie-Jo a venticinque anni. L'intervistatore andò decisamente a fondo sul caso e il quasi ottantenne scrittore si commosse non poco in diretta, offrendo un'immagine fragile di sé che fino ad allora non era nota (di quella durezza Pivot si pentì, chiedendo in seguito scusa). 
E così anche in questo caso più d'uno ebbe l'impressione di non aver capito fino in fondo Simenon. Insomma famoso, ma sconosciuto, nonostante la grande attenzione della critica e la pignola curiosità dei media. (m.t.)

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