Una specie di rassegna stampa commentata di come i giornali trattarono la notizia
SIMENON SIMENON. C'EST AINSI QUE LA PRESSE SALUA LA DISPARITION DU ROMANCIER
Une sorte de revue de presse commentée sur comment les journaux traitèrent la nouvelle
SIMENON SIMENON. THIS IS THE WAY THE PRESS GREETED THE NOVELIST’S DISAPPEARANCE
Lunedì 4 settembre 1989, alle ore 4.15 cira, Georges Simenon veniva a mancare, nella sua casa al 12 di rue Figuiers a Losanna, assistito dalla sua compagna Teresa Sburelin.
Questa notizia non poteva uscire sui quotidiani del giorno, ma su quelli del 5 settembre avrebbe potuto essere pubblicata. Invece i media dettero la notizia solo il 7 settembre. Questo decalage fu dovuto alle volontà di Simenon che aveva lasciato disposizioni affinché, prima di dare comunicazione a chicchessìa, persino ai figli, dovesse essere cremato e le sue ceneri sparse nel giardino della sua casa rosa di Losanna, sotto il gran cedro del Libano, dove anni prima erano state sparse da lui stesso quelle di sua figlia Marie-Jo, morta suicida. Delle disposizioni si rese garante la Sburelin, anche se ci fu qualche fuga di notizia (forse il personale delle esequie) e in realtà un media belga uscì con la notizia.
Oggi vogliamo proporvi una rassegna di quello che riportarono i quotidiani italiani, ma non solo, il giovedì 7 settembre, giorno in cui tutti uscirono con la notizia della morte di Simenon, nella speranza che in questo patchwork di titoli, sommari e occhielli vi possiate fare un idea di come la notizia fu accolta allora e di quale fosse l'immagine del romanziere.
Iniziamo quindi dal quotidiano francese Le Monde che apriva in prima pagina con "La mort de Georges Simenon - Le halo des réverbéres". La pagina 11, tutta riservata all'evento con quattro articoli : "Une oeuvre déconcertante", "Plus de cinq cents millions d'exemplaires à travers le monde", "L'immortel commissaire Maigret" e "L'homme de Liège".
In Italia il Corriere della Sera gli dedicò sulla prima pagina un articolo di Oreste del Buono intitolato "Quell'angelo corpulento calato tra noi" che seguiva all'interno. Sull'intera terza pagina, campeggiva un titolo: "Simenon Maigret la coppia più famosa del mondo" e sotto cinque articoli: "Pochi indizi, tanta atmosfera", "Vivevo nella pelle di tutti i miei personaggi", "I volti del commissario", "Un primato: oltre mezzo miliardo di copie vendute", e il seguito del già citato articolo di Del Buono. La Repubblica gli tributò il paginone centrale della Cultura con un "Si è spenta la pipa di Simenon",e gli articoli "Un Maigret con i miliardi", "L'uomo dai cento volti", "Le opere di Simenon".
Torniamo in Francia con Le Figaro che in prima pagina titolava "Adieu Simenon" e "Maigret c'est nous" di Jean d'Ormesson. All'interno nella sezione "Figaro Letteraire" scrive "Simenon, le Balzac du romance policier" e "Popoulaire". In uno spazio apposito "L'Évenement" riporta i pareri di altri scrittori Patrick Modiano "Un vrai romancier", Leo Malet "Un travailleur exceptionel" e altri articoli "Ses parrins: André Gide, François Mauriac et Henry Miller" "Trois époques d'une oeuvre monumentale", "Gaston et Georges: Le bras de fer" di Pierre Assouline e "Une Oeuvre largement commentée".
La Stampa di Torino, dedicò la sezione Società e Cultura a "La scomparsa dello scrittore che Gide definì: il più grande contemporaneo francese". Gli articoli: "Le 200 fatiche di Simenon", "L'ultima intervista: Maigret è un borghese onesto. Ci siamo tenuti compagnia" e nelle pagine seguenti la Biografia, il Cinema, la Televisione e Parigi.
Liberation nella prima pagina scrive "Le roman de Simenon [...] un écrivan moderne." Poi gli dedica le pagine 2 e 3 con un "Monsieur Simenon a tourné la dernière page", "Sa méthode: Je coupe... je coupe... je coupe..." e una rassegna di commenti di personaggi da Mitterand a Bertrand Tavernier, da Jean Dellannoy a Bernard Pivot, da Jack Lang a Gilles Grangies. E ancora alle pagine 4 e 5 due ritratti di Maigret "Maigret en meublé" e "Maigret chez les flics", più un'intera pagina dedicata a "Maigret au cinéma". Chiude lo speciale una sesta pagina dedicata a "Des chiffres et des lettres" e un "hanno detto di lui" dove troviamo commenti di Gide, Céline, Mauriac, Paul Morand, Jacob (Max) Jean Renoir, Henry Miller, Patricia Highsmith.
Torniamo in Italia con Il Messaggero che nella pagina della Cultura dedica tre articoli:
"Storie di anime in pena", "Pseudonimi della solitudine", "Tanti successi garantiti sulle spalle robuste del bonario Maigret" e l'incipit di un (allora inedito) " '30 Hotel del terrore" (Hotel ritorno alla natura). L'Unità titolava "Commissario e letterato", seguito da "212 romanzi e diecimila donne" e infine da "Io, arrestato da Maigret". E ancora Il Tempo apriva in terza pagina con "Gide lo ha definito grande come Balzac", con box dedicato al commissario " Un commissario artigiano fra i sapori della vita - Maigret più uomo che poliziotto". E velocemente in rassegna, Il Secolo XIX "Non solo Maigret - E' stato il Balzac del ventesimo secolo", "Quel commissario cambiò il giallo" e Indimenticabile Cervi". Il Mattino "Il prolifico papà di Maigret", "Prigioniero di un colore", "Il fascino del commissario antieroe". Il Giorno "Addio Simenon", "Un poliziotto capace di provare pietà", "L'omaggio della Francia allo scrittore più letto del mondo". La Gazzetta del Mezzogiorno "Un uomo venuto dal nord sulle tracce dell'assassino", "Maigret commissario bonario" e "400 libri 10.000...donne". Avanti! "L'altro Simenon celato da Maigret". Il Popolo "Padre di Maigret ma non solo".
Pagine di carta, allora, che a sfogliarle oggi danno un senso di una certa simpatia che alla fin fine veniva fuori per quello scrittore che spesso era stato guardato con una fredda perplessità per la sua smisurata produzione, per aver toccato il lato alto della letteratura e quello più popolare con la stessa disinvoltura e per il suo successo così duraturo. La morte lo rese più vicino e ispirò nei suoi confronti un maggiore confidenza. (m.t.)
In Italia il Corriere della Sera gli dedicò sulla prima pagina un articolo di Oreste del Buono intitolato "Quell'angelo corpulento calato tra noi" che seguiva all'interno. Sull'intera terza pagina, campeggiva un titolo: "Simenon Maigret la coppia più famosa del mondo" e sotto cinque articoli: "Pochi indizi, tanta atmosfera", "Vivevo nella pelle di tutti i miei personaggi", "I volti del commissario", "Un primato: oltre mezzo miliardo di copie vendute", e il seguito del già citato articolo di Del Buono. La Repubblica gli tributò il paginone centrale della Cultura con un "Si è spenta la pipa di Simenon",e gli articoli "Un Maigret con i miliardi", "L'uomo dai cento volti", "Le opere di Simenon".
Torniamo in Francia con Le Figaro che in prima pagina titolava "Adieu Simenon" e "Maigret c'est nous" di Jean d'Ormesson. All'interno nella sezione "Figaro Letteraire" scrive "Simenon, le Balzac du romance policier" e "Popoulaire". In uno spazio apposito "L'Évenement" riporta i pareri di altri scrittori Patrick Modiano "Un vrai romancier", Leo Malet "Un travailleur exceptionel" e altri articoli "Ses parrins: André Gide, François Mauriac et Henry Miller" "Trois époques d'une oeuvre monumentale", "Gaston et Georges: Le bras de fer" di Pierre Assouline e "Une Oeuvre largement commentée".
La Stampa di Torino, dedicò la sezione Società e Cultura a "La scomparsa dello scrittore che Gide definì: il più grande contemporaneo francese". Gli articoli: "Le 200 fatiche di Simenon", "L'ultima intervista: Maigret è un borghese onesto. Ci siamo tenuti compagnia" e nelle pagine seguenti la Biografia, il Cinema, la Televisione e Parigi.
Liberation nella prima pagina scrive "Le roman de Simenon [...] un écrivan moderne." Poi gli dedica le pagine 2 e 3 con un "Monsieur Simenon a tourné la dernière page", "Sa méthode: Je coupe... je coupe... je coupe..." e una rassegna di commenti di personaggi da Mitterand a Bertrand Tavernier, da Jean Dellannoy a Bernard Pivot, da Jack Lang a Gilles Grangies. E ancora alle pagine 4 e 5 due ritratti di Maigret "Maigret en meublé" e "Maigret chez les flics", più un'intera pagina dedicata a "Maigret au cinéma". Chiude lo speciale una sesta pagina dedicata a "Des chiffres et des lettres" e un "hanno detto di lui" dove troviamo commenti di Gide, Céline, Mauriac, Paul Morand, Jacob (Max) Jean Renoir, Henry Miller, Patricia Highsmith.
Torniamo in Italia con Il Messaggero che nella pagina della Cultura dedica tre articoli:
"Storie di anime in pena", "Pseudonimi della solitudine", "Tanti successi garantiti sulle spalle robuste del bonario Maigret" e l'incipit di un (allora inedito) " '30 Hotel del terrore" (Hotel ritorno alla natura). L'Unità titolava "Commissario e letterato", seguito da "212 romanzi e diecimila donne" e infine da "Io, arrestato da Maigret". E ancora Il Tempo apriva in terza pagina con "Gide lo ha definito grande come Balzac", con box dedicato al commissario " Un commissario artigiano fra i sapori della vita - Maigret più uomo che poliziotto". E velocemente in rassegna, Il Secolo XIX "Non solo Maigret - E' stato il Balzac del ventesimo secolo", "Quel commissario cambiò il giallo" e Indimenticabile Cervi". Il Mattino "Il prolifico papà di Maigret", "Prigioniero di un colore", "Il fascino del commissario antieroe". Il Giorno "Addio Simenon", "Un poliziotto capace di provare pietà", "L'omaggio della Francia allo scrittore più letto del mondo". La Gazzetta del Mezzogiorno "Un uomo venuto dal nord sulle tracce dell'assassino", "Maigret commissario bonario" e "400 libri 10.000...donne". Avanti! "L'altro Simenon celato da Maigret". Il Popolo "Padre di Maigret ma non solo".
Pagine di carta, allora, che a sfogliarle oggi danno un senso di una certa simpatia che alla fin fine veniva fuori per quello scrittore che spesso era stato guardato con una fredda perplessità per la sua smisurata produzione, per aver toccato il lato alto della letteratura e quello più popolare con la stessa disinvoltura e per il suo successo così duraturo. La morte lo rese più vicino e ispirò nei suoi confronti un maggiore confidenza. (m.t.)
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