venerdì 14 dicembre 2018

SIMENON SIMENON. L'ULTIMO ARTICOLO DI "MONSIEUR LECOQ"

Georges lascia il Belgio e la Gazette de Liège e diventa un... corrispondente da Parigi

SIMENON SIMENON, LE DERNIER ARTICLE DE "MONSIEUR LECOQ"
Georges quitte la Belgique et la Gazette de Liège et devient… correspondant de Paris
SIMENON SIMENON, THE LAST ARTICLE BY "MONSIEUR LECOQ"
Georges leaves Belgium and the Liège Gazette and becomes… a Paris correspondent




Proprio il 14 dicembre del 1922 Simenon è impegnato a scrivere il suo ultimo articolo, o meglio l'ultima e ottocentesima(!) puntata della sua rubrica "Hors du poulailler", quello spazio satirico che gli aveva concesso il direttore De Marteau, nel quale il giovanissimo reporter Simenon, sotto lo pseudonimo di Monsieur LeCoq", prendeva in giro usi e costumi soprattutto della Liegi bene.
Il "billet"  sarebbe come di consueto apparso il giorno seguente, ma quelle righe furono le ultime che Georges scrisse per La Gazette de Liège, le ultime scritte in Belgio, le ultime scritte come redattore interno di un giornale.
Il suo futuro era Parigi, geograficamente parlando, ma Parigi era un tramite... Monsieur le Coq dalla metropoli francese sembrava un piccolo personaggio di provincia, Il giovane Georges aveva in mente orizzonti più ampi e aperti. La grande letteratura, la libertà d'espressione che questa consentiva, la scrittura vera... il tutto in un'atmosfera effervescente e stimolante come quella di Parigi anni '20, che accoglieva scrittori, pittori, poeti, danzatori, filosofi, aggrovigliati in una creatività culturale spesso rivoluzionaria o che apriva strade ed espressioni assolutamente innovative, mischiata con una scatenata voglia di trasgredire e di divertirsi trasgredendo.
Quella atmosfera era l'ideale per stimolare la creatività e come tutti gli artisti che arrivavano nella città anche Simenon lo sapeva bene.
Ma torniamo al giornalista Simenon che a Parigi, intanto che le cose prendessero il loro corso, aveva iniziato a fare il corrispondente. Scriveva infatti degli articoli riguardanti personalità famose per Revue Sincère. Era un modo di tenere il legame con la sua città? Oppure una passerella per ricordare a tutti che lui ormai era a Parigi?
Simenon è cosciente, comunque, che una cosa era scrivere articoli, resoconti di cronaca e pezzi di costume, altro era fare letteratura. Anche quella bassa, quella popolare, quella che veniva commissionata con tanto di tipologie di personaggi, di trame e di finali. Ma quella era l'apprendistato. Certo Georges aveva un'innata tendenza per la scrittura, ma la narrativa, il racconto, il romanzo richiedevano un periodo di ingranaggio. Occorreva conoscere i meccanismi, acquisire il giusto ritmo, acquisire uno stile... Ma per questo occorreva tempo e prove e la letteratura che gli veniva commissionata nei primi tempi era l'ideale per imparare tutto questo. Ma già sapeva che questo non sarebbe bastato. Era appena sbarcato a Parigi, ma la consapevolezza che avrebbe avuto un ulteriore periodo di prova era già radicata in lui. Ovviamente allora Maigret era lontano mille miglia dai suoi pensieri, ma nella sua programmazione già esisteva l'idea di un periodo intermedio  quando avrebbe dovuto riprendersi la sua libertà creativa, una fase intermedia in cui fare un vero rodaggio prima di poter partire con i romans durs. 
Tutto questo, magari inconsapevolmente, eppure era in nuce nell'animo del giovanissimo Georges, che a Parigi intanto abitava nei sottotetti delle pensioni più economiche, economizzava sul cibo e aveva come priorità quello di "piazzare" il suo primo racconto (m.t.) 

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