1961. Simenon è a Milano per parlare con Arnoldo Mondadori, il suo editore italiano. La conversazione oltrepassa il confine degli affari e arriva fino alle considerazioni di un Simenon, ormai separato da Denyse, che si lamenta un po' di vivere in una casa dove non ci sia una presenza femminile o perlomeno di quanto sia difficile trovare un'affidabile femme de chambre che faccia funzionare tutte le faccende domestiche. Questo fa venire in mente a Mondadori che invece la sua segretaria conosce una pesona che potrebbe far il caso di Simenon.
Teresa Sburelin, 35 anni, friulana, entra così in casa Simenon, alla fine di quell'anno.
La sua presenza, oltre che utile, fu addirittura provvidenziale almeno in un paio di volte per lo scrittore. A Crans-sur Sierre, durante le vacanze invernali, Simenon per un attimo è vittima di un istinto suicida.
" Che nostalgia mi prese quella sera? Immaginavo Denyse sola, tra gli estranei, a Prangins (la clinica dov'era ricoverata), alla nostra passione tumultosa dei primi mesi, il mio accanimento in tanti anni di formare con lei una vera coppia. Ho provato di tutto, ho subito tutto, invano. Lei per me è persa ed senza dubbio è persa anche per sé stessa. Quella sera preso da un'improvvisa disperazione, decido di finirla. Stavamo camminando lungo una roccia a picco. Mi fermo, vacillo, balbetto qualcosa come: Non ne posso più... Non è una vaga sensazione, in quel momento sono deciso davvero a finirla... Ma Teresa mi trattiene appena in tempo con le sue braccia per fortuna vigorose...".
La seconda volta capita nella villa di Epalinges. Simenon fa un brutta caduta nella toilette. Nella casa deserta solo Teresa gli corre in soccorso. Insomma dalla seconda metà degli anni '60, Teresa diventa la compagna di Simenon. Un Simenon molto diverso da quello conosciuto da Tigy, da Denyse. Un Simenon alla vigilia della sua rétraite, della sua rinuncia a scrivere. Ormai è quasi solo nella sua villa-monstre di Epalinges. La moglie ormai fuori dalla sua vita, su e giù per cliniche e case di cura. I figli, ognuno per la sua strada. Marc a 33 anni lavora per il cinema e la tv. Johnny, dieci anni di meno, studia in America. Marie-Jo, la sua prediletta, non trova il suo equilibrio e vive a Parigi. Rimane in casa solo Pierre, tredicenne, il più piccolo che va ancor a scuola.
Durante il suo ultimo sforzo, quello di scrivere il suo poneroso commmiato Memoires intimes, non solo Terese e M.me Aitken (la responsabile de Le secrétariat Simenon) lo aiuteranno nella ricostruzione della successione degli avvenimenti, ma addirittura Simenon affida loro, semmai gli succedesse qualcosa, il compito di portarlo a termine.
Teresa è la compagna di questo periodo in cui Simenon si ritira dalla letteratura, dalla vita sociale, dalle abitazioni principesche. Lei lo accudisce, lo assiste in questa sua vita ridota ormai all'essenziale. Lo assisterà durante le sue malattie e le varie operazione per il tumore, per la rottura del femore e per l'intervento alla prostata. Ma non sarà la sua infermiera. Il loro rapporto durerà oltre vent'anni, pressapoco quanto quello con Tigy e quello Denyse. Teresa saprà dargli quella tranquillità e quel conforto anche nei momenti più terribili, come quando nel '78 Marie-Jo si suiciderà.
In un intervista dell'81, Siemenon affermava: "... da quando conosco Teresa nessuna delle donne che incontro riesce ad eccitarmi. Se la più bella donna del mondo venisse ad offrirsi a me, io sarei nell'impossibiltà di fare l'amore con lei. La nostra unione è completa e totale, perchè tra noi c'é la tenerezza, la passione, il sesso. Siamo una vera coppia: un maschio e una femmina. E, quando la definisco femmina, da parte mia é un complimento...".
Fu lei a tenere la mano di Georges nel momento del trapasso, quando lui pronunciava le sue ultime parole "Finalmente vado a dormire". E fu sempre lei, che, secondo le volontà di Simenon, fece cremare il corpo, sparse le ceneri nella casetta di avenue de Figuieres, dove erano state sparse anche quelle di Marie-Jo.
Teresa visse ancora un paio d'anni in quella piccola casa rosa, poi forse, tornò in Italia. I figli di Georges la cercarono, ma non la trovarono, le sue tracce si erano perse. Se n'era andata discretamente, quasi timidamente, così come vent'anni prima era entrata nella vita di Simenon.
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