giovedì 24 novembre 2011

SIMENON, ROMANZIERE NOIR, COSI' E' SE...

Lasciamo da parte i Maigret e i romanzi dove comunque la vicenda, pur non avendo connotati polizieschi, gira comunque intorno ad un omicidio o ad un reato. Prendiamo invece in considerazione altri titoli e chiediamoci se Simenon non sia stato anche uno scrittore di noir.
Prima però intendiamoci cosa si considera per noir, perchè la cosa non è affatto semplice.  Già il termine ha una genesi molto particolare. L'espressione intanto fu coniata in riferimento alla cinematografia. E fu la critica francese nel '45 a parlare di noir in riferimento ai film americani girati prima della guerra, ma arrivati in Francia solo a conflitto terminato, e a quelli che venivano prodotti made in Usa negli anni '50. Si va, per inquadrare periodi e titoli, dalla versione cinematografica de Il mistero del falco (1941) di John Huston, tratto da Il Falcone Maltese di Dashiel Hammett (1930) fino a L'Infernale Quinlan di Orson Wells (1958). E tra i due ci sono centinaia di film tratti soprattutto da romanzi di scrittori americani, quelli della scuola dell'hard-boiled, che prende il via con lo stesso Hammett, con Raymond Chandler, Cornell Woorlrich, tanto per citare quelli ritenuti i padri del genere. Così il termine noir nel '45 passò ad indentificare non solo i film degli anni '40-'50, ma anche i romanzi scritti dagli autori americani hard-boiled negli anni '30. Insomma una sorta di definizione ex-post. Differentemente al giallo (o polar come lo chiamano i francesi, o mystery come viene definito dagli americani) il noir non ha il suo centro d'interesse su un crimine commesso, questo spesso è solo un'espediente per mettere a nudo una realtà sociale cruda e cinica dove potere, denaro, sesso, tradimenti e ingiustizie disegnano una situazione a tinte fosche e con un taglio pessimistico. Non c'è nessun eroe. Semmai dei detective anti-eroi che affrontano i poteri forti della società e la loro chance di raddrizzare le cose è illusoria. Il giallo classico alla fine vede prevalere, se non la giustizia, almeno la legge e il colpevole finsice arrestato o ucciso. Il finale non sarà un happy end, ma è comunque consolatorio, rassicurante perchè l'ordine viene in qualche modo ristabilito. Nel noir no. La migliore e più lapidaria definizione data del noir è di un famoso autore americano Barry Gifford: "Il noir è una storia che inizia male e finisce peggio". Nella sua scarna enunciazione è quella che, a nostro giudizio, coglie il concetto meglio di tante altre dotte elucubrazioni.
E torniamo a Simenon. Quante delle sue storie finiscono male? Contate le volte in cui il protagonsta, dopo aver varcato la famosa linea di passaggio viene risucchiato da un destino maledetto e si ritrova solo, contro la sua cerchia di conoscenti, i suoi cittadini, a volte la sua stessa famiglia. Simenon ci lascia intravedere ben presto che quell'individuo è destinato alla fine peggiore, mentre la società intorno a lui lo ignora, oppure lo scansa, quando non gli dà un mano ad affondare sempre più. E qui non si tratta di delitti, ma di storie d'amore finite drammaticamente, oppure di vite rovinate per sempre, o magari di follie cresciute tra l'indifferenza generale e che infine esplodono platealmente, di vite fatte di meschinità, piccoli rancori e disillusioni quotidiane.
E qui entra in ballo anche Maigret. Perchè è soprannominato riparatore di destini? E' che anche lui crede che la Legge e la Società non siano sempre dalla parte della Giustizia e così gli capita di aggiustare le cose. A volte sono proprio le stesse che provocano la rovina di un individuo che di per sé sarebbe stato magari un onesto cittadino, un buon padre o un caro marito. Anche se i Maigret non possono essere classificati dei noir (c'è di solito anche l'happy end), però rivelano anch'essi una concezione dell'autore che si avvicina molto a quella degli scrittori succitati. Questo confermerebbe come il noir, più che un genere, o un sottogenere del giallo, sia piuttosto un modo di vedere e di riportare la realtà, senza tante illusioni e con la consapevolezza che il bene e il male spesso sono due facce della stessa medaglia e che quindi possiamo trovare anche in romanzi noir che non siano polizieschi e dove il protagonista non sia un detective. E Simenon infatti propone ai suoi lettori un noir che gira intorno alla crisi dell'uomo.

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