1) Da enfant de choeur a giornalista
1903-1922 • Infanzia, adolescenza, vita a Liegi
1903. Nasce Georges Joseph Christian Simenon a Liegi, allora piccola città di un piccolo stato, (superava di poco i 150 mila abitanti, mentre Parigi allora ne contava più di quattro milioni). La famiglia né poverissma, ne agiata, Il padre Dèsiré impiegato in una società di assicurazioni, la madre Henriette Brull, casalinga. Era assilata dal "giudizio della gente". Avrebbe preteso, per gli occhi altrui, un decoro che la famiglia non si poteva permettere. E rimproverava al marito di non far carriera e di non guadagnare più denaro. Così faceva stringere la cinghia a tutti, limava qua e là il bilancio familiare, e imponeva un trend vicino alla sussistenza. Georges non godeva delle sue attenzioni, che invece andavano tutte al fratello minore Christian e quindi il suo idolo era il padre. Tranquillo sereno, appagato dalla propria condizione, senza l'ansia di arrivare più in su. Quando Désirè si ammalò e non potette più lavorare, le cose peggiorarono, la moglie iniziò ad affittare le camere della casa agli studenti stranieri (per lo più dell'Europa dell'Est) dell'Università di Liegi. Georges si rifigiuava in un cantuccio a leggere di continuo i libri presi dalla biblioteca comunale. Anzi dovette far fare delle tessere anche a nome del fratello e del padre perchè con la sua non riusciva a prenderne ogni settimana tanti quanti ne leggeva (sulle prime il bibliotecario pensava che non leggesse tutti quei libri, ma alla fine dovette ricredersi). Ma la situazione economica familiare obbligò il quindicenne Georges a lasciare la scuola e a trovarsi un lavoro. Prima fu apprendista presso un pasticcere, poi comesso in un libreria, quindi, grazie ad una raccomandazione su cui non ci fu mai chiarezza, riuscì a farsi assumere al quotidiano conservatore La Gazette de Liége. Lì Georges iniziò la sua carriera di giornalista. Grazie alla sua facilità e velocità nella scrittura ma anche alla sua intraprendenza, le sue quotazioni presso il direttore Demarteau crebbero in fretta e questi non tardò ad affidargli dei servizi veri e propri e poi addirittura una rubrica quotidiana di costume (Hors du Poulailler). Nel frattempo scrisse, a diciassette anni, il suo primo romanzo, editato da lui stesso, Au pont des Arches, nello stesso anno conobbe Régine Renchon, che soprannominò subito Tigy e che sarà poi la sua prima moglie per 27 anni. Ma alla fine del 1921 morì Désiré, l'amato padre. Fu il segnale. La sua decisione di andare a Parigi e diventare scrittore iniziò a farsi sempre più impellente. Secondo romanzo (stavolta inedito) Jehan Pinaguet, poi l'assolvimento dei suoi obblichi verso il servizio militare, anche se continuò a scrivere per il giornale. Poi un altro romanzo, stavolta di genere poliziesco e scritto a quattro mani con il suo amico Henri J. Moers, Le bouton de col. Ma il 10 dicembre 1922 arrivò il momento. Salì sul treno per Parigi, lasciandosi dietro il fratello, la madre, la casa, la promessa sposa, una promettente carriera di giornalista (con un discreto stipendio per un diciottenne). Arrivò in un'inospitale Gare du Nord e ripartì da zero. La sua avventura nel mondo della letteratura era così iniziata.
Uno degli affreschi migliori della letteratura simenoniana è rappresentato dalla descrizione della vita di una famiglia che affitta camere a studenti dell est(proprio come faceva la sua famiglia,come scritto giustamente nell articolo).da leggere a tal proposito i romanzi "le locataire"e,soprattutto,la prima parte di "crime impuni"
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