3) Il salto da scrittore a romanziere
1933-1945 • Simenon un autore da Gallimard
La serie dei Maigret con Fayard conta in tutto 19 titoli. E con questi Simenon aveva considerato chiusa a sua esperienza nella letteratura di genere poliziesco, anche se di tipo molto diverso dalle altre. Ormai era passato ai romanzi, come li chiamava lui, romans-durs, già con Fayard fin dal 1931, cioè prima che fosse lanciato Maigret. Le Relais d'Alsace e Le passeger du "Polarys" i primi due rispettivamente pubblicati nell'ottobre del '31 e nello stesso mese nel '32 (in seguito nel 1933 ne usciranno altri sette!) A quel punto Simenon però non voleva più pubblicare polizieschi, inoltre ormai un editore come Fayard gli andava un po' stretto. E infatti verso la fine del '33 firma il contratto che lo fa entrare in una dell più prestigiose editrici francesi: la Gallimard. Sembra che il tramite sia stato André Gide, grande estimatore della letteratura simenoniana e che, in un scambio epistolare, lo esortava a tirar fuori tutto il suo talento in modo da scrivere "l'opera". Simenon pensava che invece che non avrebb mai scritto il grande romanzo, perchè il suo più grande romanzo doveva essere l'insieme delle sue opere. Nel frattempo non si può tacere due aspetti clamorosi sul fronte giornalisitico entrambe per il quotidiano Paris Soir. Il primo è un scoop mondiale, l'altro un'inciampo abbastanza grave, soprattutto per un personaggio come lui. Il primo si tratta dell'incontro che ebbe nel giugno del '33 con Lev Trotski, braccato dai sicari di Stalin, nascosto ad Istanbul e che Simenon riesce a contattare e a intervistare in esclusiva mondiale.
L'anno seguente, vista la grande popolarità che Maigret gli aveva procurato, lo stesso quotidiano parigino gli affidò una vera e propria inchiesta su uno dei più eclatanti scandali economico-politici che nel '34 scuoteva la Francia della Terza Repubblica: il caso Stavisky. Lo scandalo, che riguardava una truffa di 200 milioni di franchi, vedeva coivolte banche, esponenti della finanza e della politica. ll caso portò prima all'incriminazione di "le bel Sacha" com'era soprannominato Stavisky e poi alla sua misteriosa morte a Chamonix. Ovviamente morto lui, testimone eccellente e scomodissimo, i complici delle alte sfere potevano dormire sonni più tranquilli. Simenon iniziò a muoversi come un vero e proprio investigatore, nemmeno fosse stato Maigret per davvero. Ma il suo fiuto indagatore si dimostrò inversamente proporzionale al suo talento da scrittore. Imboccò una pista sbagliata dopo l'altra, si mise in competizione con la polizia facendo una pessima figura e non approdò a nulla di concreto. Uno smacco che lo segnò parecchio e gli insegnò diverse cose.
In quegli anni, dopo una decina di romanzi scritti per Gallimard, parte per una serie di lunghi viaggi prima in Europa e poi in tutto il mondo. Quando torna Gaston, il patron della Gallimard gli chiede di riprendere in mano anche Maigret. Sono ormai cinque anni che non esce più nulla. Poco convinto, lo scrittore mette insieme un volume di racconti in parte inediti e in parte pubblicati in vari giornali. Ma poi le inchieste del commissario ricominciano ad intervallare l'uscita dei romanzi e questa è una modalità che verrà seguita fino al 1972, quando il romanziere smetterà di scrivere.
Già, romanziere. Ormai è arrivato al suo obbiettivo e per averne una conferma anche concreta lo scrive anche sulla carta d'identità. Adesso alla dicitura professione appare la parola "romanziere". Ormai non solo si è affrancato dalla letteratura su ordinazione, ma anche da quella di genere (che pure continuerà a a praticare), ma ora è libero di seguire la sua ispirazione. Quella che gli arriva improvvisa e che lui chiama état de roman, una specie di trance creativa in cui, dice lui, si lascia guidare da un declic che scatta nella sua testa e che lo fà entrare nella pelle di un personaggio. E allora inizia a ragionare, a parlare, a vedere il mondo come lui e non sa dove la storia lo porterà, è questo "stato di grazia" che lo condurrà alla fine del romanzo.
E tutto si concreta in un periodo che va da una decina di giorni ad un minimo di sette. E' il motivo, spiega Simenon, per cui mi devo sbrigare a scrivere (in media un capitolo al giorno), perchè quando finisce questo état de roman non saprebbe più cosa scrivere e in che modo. E i suoi romanzi dell'età più giovane hanno fino ad undici capitoli (vuol dire undici giorni di trance) quelli dell'età avanzata solo sette (lo scrittore infatti non regge per più di sette giorni la fatica di quella trance). Tensione, fatica, concentrazione. Simenon ha calcolato con la bilancia che lo sforzo lo fa sudare e gli fa perdere circa un chilo a capitolo. Quasi dieci chilogrammi a romanzo.
Ma la sua attività ha sempre un ritmo serrato e spesso frenetico. Ad esempio nel 1938 escono per Gallimard ben otto romanzi e nel '42 tre Maigret e quattro romanzi. Nel frattempo Simenon ha lasciato Parigi e si è stabilito in Vandea, nel '39 è nato Marc il suo primogenito e allo scoppio della seconda guerra mondiale viene nominato Commissario della Vandea per i rifugiati belgi (quelli fuggiti per l'occupazione nazista).
Durante la guerra e l'invasione della Francia viene accusato di essere ebreo o perlomeno di ascendenze ebree per l suo cognome che deriverebbe dall'ebraico Shi'mon e lui fatica non poco a dimostrare il contrario. Ma durante quegli anni fa affari (vendendo diritti dei suoi libri) con la Continental, una società cinematografica che, con una serie di partecipazioni neanche tanto occulte, fa capo al ministro nazista della Propaganda, Goebbels. Di questo viene accusato, a guerra finita, dal fronte di liberazione nazionale francese. Girano voci di un Simenon messo nelle liste dei collaborazionisti, si vedono le prime esecuzioni dei collaboratori dei nazisti e lo scrittore entra nel panico. Decide quindi di partire per l'America. Per imbarcarsi deve però attendere qualche mese a Londra. Poi a bordo di un cargo svedese traversa l'Atlantico e si lascia per sempre il suo periodo francese alle spalle. Non tornerà più ad abitare in Francia, anche quando la sua posizione sarà chiarita. Intanto è l'inizio di una nuova esperienza quella americana che durerà dieci anni, che gli darà un'altra moglie e altri due figli, oltre che un editore nuovo. Insomma grandi cambiamenti lo attendono, ma il Simenon, che fuma la pipa sul ponte del cargo osservando l'orizzonte, queste cose non le può ancora sapere.
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