lunedì 22 dicembre 2014

SIMENON SIMENON. L'ADDIO DEFINITIVO ALLA "CASA" DI MAIGRET

 
Ne avevamo già parlato in un post dei fine luglio dell'anno scorso Adieu Quai des Orfévres...la stampa ricorda, in cui riportavamo l'annuncio ufficiale della chiusura di quella che per cento anni é stata la sede storica della Polizia Giudiziaria parigina. Da circa un anno è in corso il trasloco, per trasferire uomini, dati, strumenti in un grande grattecielo a Batignolles che sarà la "sede delle sedi", dove nel 2017 troveranno posto tutti i corpi di polizia della capitale.
Adesso a fine 2014 siamo al redde rationem
Con l'anno nuovo si chiuderanno i battenti dell'imponente costruzione sull'Ile de France e con lei cento anni di storia di crimini, ma anche di casi umani, di drammi, di tragedie, di trionfi e smacchi per la polizia... e di tutta questa storia fà parte anche Maigret che è "vissuto" letterariamente per ben quarant'anni in questa "casa" che possiamo considerare quasi la sua prima casa e gli ispettori Janvier, Lucas, Torrence, e Lapointe anche loro quasi un'altra sua famiglia. Chiude quindi Quai des Orfévres, come chiusero nel 1971 (anche qui dopo circa cento anni) Les Halles, il celeberrimo mercato alimentare nel centro di Parigi.
Pezzi di storia che se ne vanno. Les Halles chiusero praticamente quando finirono le inchieste di Maigret (l'ultimo titolo scritto da Simenon risale al 1972), adesso, quarant'anni dopo, cede il passo anche Quai des Orfévres.
A questo punto, dobbiamo sottolineare come il corpus delle opere maigrettiane, assolva anche ad un compito forse poco evidenziato: quello di archiviare la memoria. 
La Parigi del '900 la ritroviamo tutta lì, nelle pagine degli oltre cento titoli tra romanzi e racconti (certo, non tutti si svolgono a Parigi ovviamente) in cui si testimonia la vita di tutti i giorni, della gente comune e dei quartieri più popolari, che rischiano più facilmente di sparire, ma nei confronti dei quali fortunatamente Simenon nutriva un notevole interesse. E proprio grazie a questo, ma anche al suo spirito di osservazione e alla sua sorprendente memoria, che gli sfondi cittadini delle varie incheste del commissario, creano, alla fine, un puzzle che nell'insieme ci restituisce un ritratto di una città, in buona parte sparita, con le sue brasserie, i suoi bistrot, i suoi piccoli café, i banconi di zinco... ma anche le portinerie, le piccole botteghe degli artigiani, le chiatte sulla Senna...
Ma quella che ci restituiscono le pagine delle inchieste di Maigret é anche una Parigi che cambia dagli anni trenta al settanta. Con l'arrivo della televisione, dell traffico, dei nuovi locali, dei grandi supermercati, del rito del weekend fuoriporta, con sempre più spazio alle innovazione: dagli elettrodomestici, alle tecniche d'indagine della polizia.
Ma Maigret rimane lì, anche se le regole per entare in polizia sono state rinnovate, i metodi di indagine rivoluzionati, la scienza e la tecnologia sono oramai parte della vita quotidiana della macchina poliziesca e giudiziaria. Rimane lì come un simbolo, come un'icona che simboleggia un periodo di grande appeal della Francia e di Parigi in particolare.

2 commenti:

  1. On ne sait pas encore ce qu'il adviendra de ces antiques bâtiments du "36", mais, à mon avis, un musée à la gloire de la PJ serait une bonne idée, et, dans tous les cas, Maigret devrait y avoir une place privilégiée...

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  2. je suis d'accord avec toi,Murielle
    speriamo che maigret sia ricordato in una sorta di museo della polizia giudiziaria(qualcosa dovranno pur farne di questa immensa costruzione)

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