(segue)... Un primo periodo riguarda i romanzi editi da Fayard e da Gallimard considerati insieme. Questo gruppo riguarda "il periodo ante-guerra" (certo anche con qualche romanzo scritto durante la guerra, ma si può considerare, che storicamente parlando, la fine di questo periodo si colloca nel 1945, al momento in cui ci si rende conto che "niente sarà più come prima"): Simenon vi descrive il mondo di allora: inseparabile dal suo chapeau-melon, il commissario incrocia le ragazze degli anni folli e si sposta nella Francia che l'autore ha scoperto a bordo delle sue imbarcazioni. Con il suo nuovo eroe Simenon vuole smarcarsi dalla produzione letteraria che lo ha contraddistinto fino ad allora: entra così nella "semi-letteratura", come lui stesso l'ha definita, ed ha bisogno del suo nuovo personaggio per lanciarsi in un nuovo stile di scrittura, come un funambolo ha bisogno del suo bilanciere per tenersi in equilibrio su un filo... Simenon impara, con Maigret, ad entrare in profondità nei personaggi, a descrivere un paesaggio, un ambiente, un'atmosfera metereologica e a farli "sentire" al lettore.
Considerati insieme, i romanzi di Fayard e Gallimard assommano a venticinque. Ora, succede che i Maigret pubblicati da Presses de La Cité arrivino a cinquanta (considerando "Un Noël de Maigret" un racconto lungo e non un romanzo breve... si sa che tra i simenoniani c'è chi tiene per la prima e chi per la seconda tesi; e non prendendo in considerazione le raccolte di racconti). Se volessimo dividere in due i titoli di Presses de La Cité, avremmo venticinque e venticinque romanzi, cioè due gruppi (ognuno dei quali equivarrebbe numericamente a quello Fayard-Gallimard), dove si nota che il primo gruppo corrisponde essenzialmente ai romanzi del "periodo americano" dell'autore (aggiungendovi l'ultimo romanzo scritto in terra francese prima della partenza per il Nuovo Mondo, "Maigret se fâche", e i tre romanzi scritti di nuovo in Francia, dopo il ritorno di Simenon sul Vecchio Continente: "Maigret tend un piège", "Un échec de Maigret" e "Maigret s'amuse") e il secondo gruppo corrisponde ai Maigret scritti sul suolo elvetico.
Si potrebbe dunque individuare due periodi per i romanzi di Presses de La Cité: dopo il "periodo prova e messa a punto" (corrispondente ai romanzi Fayard e Gallimard).
Il primo "periodo d'apogeo", in cui l'autore, si è riconciliato con il suo personaggio, la nostalgia favorisce il riavvicinamento, si dedica dapprima a fornire al suo personaggio un passato di maggior respiro, raccontando i suoi inizi di poliziotto, (La première enquête de Maigret), poi il suo ingresso nella letteratura (Les mémoires de Maigret); e una volta sistemate le cose con il commissario, può di nuovo raccontare le sue inchieste, sublimando, dalla lontana America, i suoi ricordi parigini d'ante-guerra... Questi Maigret sono considerati da molti come i migliori della serie, i più caratteristici e, in ogni caso, più rappresentativi dell'universo maigrettiano (possiamo citare "L'amie de Madame Maigret", "Maigret au Picratt's", "Maigret et la Grande Perche", "Maigret et l'homme du banc", "Maigret et la jeune morte", "Maigret et le corps sans tête").
Il secondo periodo dei romanzi Presses de La Cité sarà inaugurato da Maigret voyage, altro titolo ben scelto (come Simenon anche Maigret viaggia in Europa, facendo addirittura un'escursione in Svizzera... una felice strizzatina d'occhio... ma mentre il commissario finirà per ritrovare il suo ufficio parigino, il romanziere invece si sistemerà definitivamente in Svizzera, passando di continuo da una dimora all'altra, alla ricerca di una inaccessibile serenità...).
Il periodo svizzero dei romanzi maigrettiani s'inaugura anche simbolicamente, con un cambiamento editoriale: Maigret voyage è il primo romanzo in cui l'editore abbandona le copertine fotografiche in bianco nero, caratterizzate dal nome del commissario in una colorazione arcobaleno, per sostituirla con una copertina con il profilo stilizzato di Maigret che fuma una pipa (o dello stesso Simenon?.. l'ambiguità probabilmente è voluta...), dalla quale s'innalzano dei cerchi di fumo che circondano il titolo del romanzo, il nome dell'autore e quello del protagonista. In questo ultimo periodo, il rapporto tra il romanziere e il suo commissario presenta un'evoluzione: è l'epoca in cui Simenon trasferisce sempre più i suoi interrogativi a Maigret, che si pone infatti molte domande sulla giustizia, sulla responsabilità dell'uomo, ma anche sulla vecchiaia e sul tempo che passa.
Con il tempo che passa, sì, Simenon somiglia di più al suo personaggio, a meno che non sia il contrario... E i temi rievocati nei Maigret riprendono sempre più quelli presentati nei romans-durs e la differenza tra le due tipologie di testi é sempre più sottile.
Riassumendo, si potrebbe dire che questo nuovo modo di dividere i romanzi del "corpus" maigrettiano, nei tre periodi proposti, presenta più che una separazione in tre tranches, una forma di evoluzione dei rapporti tra un personaggio e il suo autore, che evidenzia con il passare del tempo, un nuovo modo di convivere con l'eroe che l'ha reso celebre, cercando di trovare una distanza ideale tra creatore e creatura...
Murielle Wenger
Considerati insieme, i romanzi di Fayard e Gallimard assommano a venticinque. Ora, succede che i Maigret pubblicati da Presses de La Cité arrivino a cinquanta (considerando "Un Noël de Maigret" un racconto lungo e non un romanzo breve... si sa che tra i simenoniani c'è chi tiene per la prima e chi per la seconda tesi; e non prendendo in considerazione le raccolte di racconti). Se volessimo dividere in due i titoli di Presses de La Cité, avremmo venticinque e venticinque romanzi, cioè due gruppi (ognuno dei quali equivarrebbe numericamente a quello Fayard-Gallimard), dove si nota che il primo gruppo corrisponde essenzialmente ai romanzi del "periodo americano" dell'autore (aggiungendovi l'ultimo romanzo scritto in terra francese prima della partenza per il Nuovo Mondo, "Maigret se fâche", e i tre romanzi scritti di nuovo in Francia, dopo il ritorno di Simenon sul Vecchio Continente: "Maigret tend un piège", "Un échec de Maigret" e "Maigret s'amuse") e il secondo gruppo corrisponde ai Maigret scritti sul suolo elvetico.
Si potrebbe dunque individuare due periodi per i romanzi di Presses de La Cité: dopo il "periodo prova e messa a punto" (corrispondente ai romanzi Fayard e Gallimard).
Il primo "periodo d'apogeo", in cui l'autore, si è riconciliato con il suo personaggio, la nostalgia favorisce il riavvicinamento, si dedica dapprima a fornire al suo personaggio un passato di maggior respiro, raccontando i suoi inizi di poliziotto, (La première enquête de Maigret), poi il suo ingresso nella letteratura (Les mémoires de Maigret); e una volta sistemate le cose con il commissario, può di nuovo raccontare le sue inchieste, sublimando, dalla lontana America, i suoi ricordi parigini d'ante-guerra... Questi Maigret sono considerati da molti come i migliori della serie, i più caratteristici e, in ogni caso, più rappresentativi dell'universo maigrettiano (possiamo citare "L'amie de Madame Maigret", "Maigret au Picratt's", "Maigret et la Grande Perche", "Maigret et l'homme du banc", "Maigret et la jeune morte", "Maigret et le corps sans tête").
Il secondo periodo dei romanzi Presses de La Cité sarà inaugurato da Maigret voyage, altro titolo ben scelto (come Simenon anche Maigret viaggia in Europa, facendo addirittura un'escursione in Svizzera... una felice strizzatina d'occhio... ma mentre il commissario finirà per ritrovare il suo ufficio parigino, il romanziere invece si sistemerà definitivamente in Svizzera, passando di continuo da una dimora all'altra, alla ricerca di una inaccessibile serenità...).
Il periodo svizzero dei romanzi maigrettiani s'inaugura anche simbolicamente, con un cambiamento editoriale: Maigret voyage è il primo romanzo in cui l'editore abbandona le copertine fotografiche in bianco nero, caratterizzate dal nome del commissario in una colorazione arcobaleno, per sostituirla con una copertina con il profilo stilizzato di Maigret che fuma una pipa (o dello stesso Simenon?.. l'ambiguità probabilmente è voluta...), dalla quale s'innalzano dei cerchi di fumo che circondano il titolo del romanzo, il nome dell'autore e quello del protagonista. In questo ultimo periodo, il rapporto tra il romanziere e il suo commissario presenta un'evoluzione: è l'epoca in cui Simenon trasferisce sempre più i suoi interrogativi a Maigret, che si pone infatti molte domande sulla giustizia, sulla responsabilità dell'uomo, ma anche sulla vecchiaia e sul tempo che passa.
Con il tempo che passa, sì, Simenon somiglia di più al suo personaggio, a meno che non sia il contrario... E i temi rievocati nei Maigret riprendono sempre più quelli presentati nei romans-durs e la differenza tra le due tipologie di testi é sempre più sottile.
Riassumendo, si potrebbe dire che questo nuovo modo di dividere i romanzi del "corpus" maigrettiano, nei tre periodi proposti, presenta più che una separazione in tre tranches, una forma di evoluzione dei rapporti tra un personaggio e il suo autore, che evidenzia con il passare del tempo, un nuovo modo di convivere con l'eroe che l'ha reso celebre, cercando di trovare una distanza ideale tra creatore e creatura...
Murielle Wenger
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