Servivano davvero? O si trattava di uno dei tanti rituali obbligatori quando iniziava a scrivere un romanzo?
SIMENON SIMENON. LES NOTES SUR L'ENVELOPPE JAUNE
Le romancier s'en servait-il vraiment ? Ou s'agissait-il de l'un de ses innombrables rituels, indispensables quand il commençait à écrire un roman?
SIMENON SIMENON. THE NOTES ON THE YELLOW ENVELOPE
Did the novelist really make use of them? Or was it just one of his innumerable, indispensable rituals when he was beginning to write a novel?
Gli appunti. Quanti di noi prendono appunti? Potremmo dire quasi tutti. Di che tipo? Dipende da cosa facciamo in generale e da che cosa stiamo facendo il quel preciso momento. La lista della spesa... il telefono di un collega di lavoro, l'indirizzo e l'ora di un appuntamento... le cose da fare in giornata, un'idea che ci può servire per un lavoro... gli ingredienti per una ricetta...
E dove scriviamo questi appunti.?.. Dove capita... se non siete quei precisini che hanno sempre a portata di mano un apposito blocchetto di foglietti quadrati per le note, magari addirittura adesivi... No, più spesso la gente scrive dove capita, a margine di un biglietto della metro, su una vecchia ricetta medica che è rimasta in tasca o in borsa, sul retro di uno scontrino... o su una busta non più utile...
Ecco ci siamo. Una busta... gialla... la busta di Manila... proprio quella di cui si è raccontato più volte e dove Simenon appuntava alcune note che poi usava durante la scrittura dei romanzi.
Perché un busta e perché di Manila? Intanto diciamo che si chiama così dalle fibre che vengono usate per la carta con cui è fatta: una varietà di canapa originaria delle Filippine e che viene per questo chiamata "canapa di Manila". La capitale delle Filippine finisce per dare il nome anche alla carta giallastra che viene impiegata per realizzare buste a basso costo... ed ecco le buste di Manila. Ovviamente questo supporto economico, e spesso anche già usato, era la prima cosa che un giovane, squattrinato e speranzoso scrittore, appena sbarcato a Parigi, si trovava sotto le mani per scrivere appunti, nomi, date, e qualsiasi altra cosa gli fosse passata per la testa.
Questo appuntarsi delle annotazioni sulle economiche buste gialle divenne una costante ed entrò a far parte dei numerosi rituali che precedevano le sedute di scrittura di Simenon, soprattutto quelle in cui componeva in état de roman.
"Nessun piano. qualche nome che vado appuntando, perché non ho memoria per i nomi - spiega Simenon ne "Le Romancier" (1945), riferendosi al contenuto di quegli appunti - La loro età, il numero di telefono... sono dei personaggi reali e occorre accordare loro una realtà completa...".
Insomma nessuna scaletta, niente trama, nessun finale. Solo qualche supporto, alcuni punti di riferimento, potremmo addirittura definirli supporti tecnici. Importanti? Certo come la cartina della location attaccata al muro, come gli elenchi del telefono per i nomi, come la dozzina di pipe già cariche pronte da fumare, come il vino...insomma tutto quello che in quelle ore di scrittura doveva essere pronto all'uso per fargli perdere meno tempo, meno ritmo, meno concentrazione.
La funzione poi diventa rituale. Già, ma tutto questo "apparecchiamento" era davvero indispensabile? Di certo era utile, ma con il passare del tempo tenderà a divenire un rituale dove possiamo intravedere anche un certa componente scaramantica che andava rafforzandosi man mano che gli anni passavano e i romanzi scritti aumentavano. Qualcosa del tipo: se tutto questo ha sempre funzionato, è bene non modificare nulla e andare avanti così. E la scaramanzia a volte diventa un elemento indispensabile.
"...Quando mi metto a scrivere, questi personaggi inconsistenti la sera prima, limitati solo ad un nome, un indirizzo, a una professione, prendevano talmente vita che era la mia a sparire.... - scrive Simenon in "Un homme comme un autre" (Dictée del 1973) - E' per questo che non ho mai potuto stabilire una trama... non ero io che dirigevo l'azione: erano i miei personaggi...." .
Questi appunti sulle buste gialle erano allora una sorta di ponte con la realtà, con quello che aveva scritto, quando non era ancora in état de roman, ma che gli serviva come riferimento e aggancio per non cambiare nome ad un personaggio, per farlo rientrare a casa sempre allo stesso indirizzo e per non fargli cambiare l'età o il colore dei capelli...(m.t.)
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