venerdì 23 giugno 2017

SIMENON SIMENON. MAIGRET UN COMMISSARIO XXL

La stazza di Maigret é una caratteristica non solo fisica

SIMENON SIMENON. MAIGRET, UN COMMISSAIRE XXL
La stature de Maigret est une caractéristique pas uniquement physique
SIMENON SIMENON. MAIGRET, A CHIEF INSPECTOR XXL
Maigret’s stature is not a uniquely physical characteristic




La stazza di Maigret. E’ una delle caratteristiche fisiche più evidenti del commissario uscito dalla penna di Simenon. E’ imponente, ciò significa alto ma anche possente. Non è muscoloso, ma non è nemmeno grasso. Come scrive spesso l’autore, la sua è una struttura massiccia, cosa che ci fa pensare che quella famosa stazza inizi proprio dalla sua struttura ossea. Poi ci sono i muscoli certo, ma anche un po’ di pinguedine, non eccessiva ma inevitabile, visto il regime alimentare seguito dal commissario e dalla sua propensione per gli alcolici, dal vino alla birra, dal calvados, al cognac. Come al solito ci domandiamo se questa caratteristica, di per sé un po’ generica e non originale, abbia importanza e quanta nella costruzione della fisionomia di Maigret. Perché, insomma Simenon ha pensato ad un personaggio così imponente? 
Ci sono infatti autori che non specificano i connotati fisici dei loro eroi. Per rimanere nell’ambito della letteratura poliziesca, il commissario Montalbano, inventato da Andrea Camilleri, non è mai descritto, alto, basso, magro, grasso… Noi stessi, prima che arrivasse una personificazione attraverso la fortunatissima serie televisiva, ci immaginavamo un tipico siciliano, minuto, asciutto, con una folta chioma nera e degli occhi nerissimi. Poi sul piccolo schermo è arrivato Luca Zingaretti, massiccio, ma non molto alto, completamente calvo e ci ha sorpreso e spiazzato. Poi la bravura dell’attore e la… benedizione dell’autore ci hanno abituato, convinto e oggi, per noi e non solo, Montalbano non può che avere la faccia e la figura di Zingaretti. 

Invece con Maigret la situazione è ben diversa. Come abbiamo accennato la descrizione di Simenon e i suoi continui riferimenti all’aspetto fisico non possono lasciare dubbi. 
Certo questa stazza, unita a certi suoi modi burberi, aiuta il commissario a stabilire un certo rapporto con alcuni sospettati, indagati, testimoni. 
Ma qui vorremmo aggiungere che non si tratta solamente di un connotato fisico. Questo giganteggiare di Maigret è anche una caratteristica della sua personalità. Ed è la risultante di vari elementi. Conta la sua autorevolezza, che gli viene dall’aver risolto decine e decine di casi. Conta la sua esperienza che gli conferisce una perspicacia psicologica e che gli permette di bucare il muro di bugie e menzogne che spesso viene eretto davanti a lui. Conta la fama che lo precede, che gli consente quei lunghi silenzi che mettono in soggezione i suoi interlocutori. 
E così di fronte ai suoi avversari il commissario si può avvalere di queste “dimensioni” che a nostro avviso sono inscindibili e che insieme costituiscono un elemento fondante del personaggio. Ecco perché ci lasciano, personalmente, perplessi certe personificazioni di alcune serie televisive dove il commissario è privo di questa stazza. Facciamo solo due esempi che non vogliono essere un giudizio sulla serie, ma sulla scelta dell’attore che deve vestire i panni di Maigret: l’italiano Sergio Castellitto della produzione Mediaset e l’inglese Rowan Atkinson della produzione I.T.V., entrambe, per motivi diversi, attori consumati, ma entrambe magri, nervosi, e del tutto privi di quella famosa stazza e di tutto quello che si porta dietro. 
E poi un magro e minuto può essere un buongustaio? Certo, ma anche in letteratura certi abbinamenti funzionano nell’immaginario collettivo dei lettori. Un “rotondo” Maigret che si gode i piaceri della tavola, del bere, e perfino della pipa, sembra più realistico di uno segaligno. Insomma questa stazza si porta dietro un bel po’ di cose e alla fin fine è più rilevante di quanto, a primo acchitto, potrebbe sembrare. (m.t.)

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