Considerazioni, riflessioni e immagini di Teresa
Sburelin, tratte da uno dei vari Dictées
SIMENON SIMENON. TERESA, LA DERNIERE COMPAGNE, VUE A
TRAVERS LES DICTEES
Remarques, réflexions et images de Teresa Sburelin,
empruntées aux textes des Dictées
SIMENON SIMENON. TERESA, HIS LAST COMPANION, AS SEEN
IN “LES DICTEES”
Remarks, thoughts and images of Teresa Sburelin,
borrowed from “Les Dictées”
Sappiamo che a partire dalla metà degli anni ’60 inizia
un periodo di una dozzina d’anni che per Simenon significa il definitivo
allontanamento da Denyse dalla famiglia, il progressivo abbandono dei figli
della grande villa di Epalinges, il suo trasferimento a Losanna, l’ultima fase
letteraria come romanziere. In questo contesto inizia il suo rapporto con
Teresa Sburelin.
Teresa era italiana ed era entrata in casa Simenon
come femme de chambre, consigliata a
Denyse dalla moglie di Arnoldo Mondadori, editore simenoniano in Italia.
La storia tra Georges e Teresa iniziò in un modo
classico per il romanziere: sesso. Tra i due ben ventitre anni di
differenza. Poi quel sesso si trasformò negli anni qualcosa d'altro. Complici
forse anche altri fattori. L'età più matura di Simenon, il decennio dai sessant'anni
ai settanta (e un sessantenne di allora
non era come uno d'oggi), la solitudine (i figli, tranne il piccolo Pierre-Nicholas, erano tutti via), un progressivo
distacco dalla vita mondana e sociale anno per anno.
Quando nell'ottobre del '72 i due abbandonarono
Epalinges (prima di andare nella piccola
casa rosa di rue des Figuiers, quella con l'enorme cedro del Libano in giardino)
si trasferirono in un piccolo appartamento all'ottavo piano di un grosso
condominio alla periferia di Losanna. Fu uno stacco forte. A Epalinges rimasero
tutti i libri, anche i suoi, automobili di lusso, quadri che valevano una
fortuna, mobilio pregiato. Tutto per trasferirsi in un dozzinale appartamento.
Come mai? Simenon sembra aver perso progressivamente interesse per la
letteratura (non scrive più) per i rapporti
sociali (non viaggia più), per quella
vita sfarzosa che conduce va negli anni precedenti (cancellata ogni mondanità). Il suo universo è il piccolo mondo
della vita quotidiana, gli acciacchi della vecchiaia, i numerosi ricordi, ma
soprattutto Teresa. Questa donna è stata a lungo vicino a Simenon (28 anni) e
ricopriva dal ruolo di compagna a quello di badante (soprattutto negli ultimi anni) e possiamo dire che Simenon ne era via
via più dipendente.
Molti hanno detto e scritto che era la compagna che più
si avvicinava al suo sogno di moglie: madame Maigret. Altri hanno scritto che,
in un'insicurezza sempre maggiore , Teresa rappresentava l'àncora umana cui lo
scrittore si attaccava. Era il suo filtro con la realtà esterna. Era la mamma
sollecita e dolce che non aveva avuto... Insomma su Teresa sono state espressi
parecchi giudizi, ma noi oggi vogliamo tratteggiarne un sintetico ritratto
attraverso gli occhi di Simenon, attraverso le parole che lui stesso scriveva
negli anni '70 sui Dictées. Per la precisione il settimo della serie A l'abri de notre arbre "Stiamo
vivendo, Teresa ed io,comodamente, armoniosamente e soprattutto con tutta calma
il nostro ultimo dell'anno di questo 1975... abbiam mangiato cme gli altri
giorni
e ci siamo coricati
alle nove e mezza come sempre... Stasera alle nove e mezza nel momento
d'addormentarci ci siamo mormorati - Buon anno Teresa... - Buon anno
Georges..."
E' una vita morigerata, vissuta con ritmi calmi in cui
neanche le tradizionali feste riescono a cambiare le abitudini. Simenon è
molto cambiato e Teresa si adatta alla sua scelta di essenzialità e minimalista
più o meno consapevole.
"...
insomma Teresa ed io conduciamo la stessa vita, quasi minuto per minuto, e questo
non ci crea nessuna tristezza, al contrario.Piuttosto un sentimento di intimità,
di fiducia l'un l'altro nella vita...".
Una delle attività quotidiane che la coppia svolge
sono le passeggiate, anche piuttosto lunghe... ma Simenon senza Teresa
l'avrebbe fatte e con tale regolarità?
"... alla
fine ho capito il modo vaudoise di ordinare dei piccoli bicchieri di vino
bianco, molto leggero, e mi sono quasi abituato alla dose nazionale di
consumazione: ordinae un tre preciso, perchè qui le caraffe sono graduate
, come pure i bicchieri. Un tre preciso è giusto per due persone. Questo fà
il nostro caso, per Teresa e per me, signfica un bicchiere pieno più
un quarto. questo ci permette di farci due o tre bistrot ( qui li chiamano
"pintes"). Siccome facciamo quotidianamente delle lunghe camminate,
a volte molto lunghe, questo ci consente delle soste in cui abbiamo
qualche minuto per far riposare le nostre gambe..."
Passeggiate. Un modo semplice di passare il tempo, di
vedere le persone il paesaggio, di fare queste soste ristoratrici per la gola e
per i muscoli. Un Simenon molto lontano dai suoi ruggenti anni '60 quando
la sua popolarità lo portava addirittura a Cannes a fare il presidente della giuria
del Festival del Cinema.
E invece ora si parla di ospedali e cliniche...
malato lui, malata lei.
"... Teresa
m' accompagnava passava i giorni e le notti con me e mi circondava di
premurose attenzioni, che non si sarebbero potute chiedere ad un'infermiera.
Stavolta è Teresa malata... sono restato con lei ed ho cercato di renferle le
giornate meno tristi...".
Insomma una reciproca attenzione, una mutua assistenza
anche se tra i due la differenza d'età non è poca, e questo è l'unico cruccio
del Simenon ultrasettantenne: vorrebbe una Teresa ancora più matura. "...se ho un rimpianto è che Teresa non abbia cinque
o dieci anni di più, in altre parole, che noi sia in un'età più prossima alla
mia... Ma è una considerazione che
sparisce così come è nata. Infatti mai, da quando è iniziata la nostra vita in
comune, la questione dell'età siè mai posta tra noi, né nei rapporti quotidiani,
né in quelli sessuali. Al contrario la nostra armonia non ha smesso di regnare
e va aumentando con gli anni, invece di diminuire....".
Insomma l'attacamento e la considerazione che Simenon nutre
per Teresa è fuori di dubbio e nel giorno del suo cinquantesimo compleanno scrive:
"...oggi
vorrei sussurrare all'orecchio di mia figlia, solo per noi due, che a ventitre
anni lei è meno giovane, sia nel cuore che nell'anima, di Teresa...".
E Marie-Jo era la figlia per la quale Simenon
stravedeva.(m.t.)
Ricco di notizie rare e illuminanti a capire il mondo della estrema maturità di Simenon che comunque sembra non annoiarsi mantenendo abitudini morigerate e piacevoli.Grazie Testa
RispondiEliminaDa'Memorie intime? -l'appartamento nel grattacielo nuovissimo ha sette locali, arredato con parte dei mobili di Epalinges - vende le 5 automobili tutte in un giorno - mobili di valore, quadri, suppelettili e buona parte della biblioteca saranno conservati in un magazzino - Simenon sente il peso degli anni e delle malattie - poco dopo decide di comprare la piccola casa dal grande cedro che vedono dalle finestre...nel giardino saranno sparse le ceneri di Marie-Jo e poi anche le sue...un saluto Maurizio
RispondiEliminaPossibile che non si sappia più niente di Teresa Sburelin, l'ultima compagna di Simenon.... rimasta con lui oltre vent'anni? Si perdono le sue tracce? Peccato...dopo aver letto molto sull'uomo problematico sarebbe stato bello conoscere l'ultima donna che le è stata a fianco con tanta discrezione e amore completo. ..
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