venerdì 2 febbraio 2018

SIMENON SIMENON. UN ROMANZIERE CHE VIAGGIA MOLTO. VEDIAMO COME

In auto, in nave, sui battelli, ma mai con l'aereo. Come mai?

SIMENON SIMENON. UN ROMANCIER QUI VOYAGE BEAUCOUP. VOYONS COMMENT.
En voiture, sur des bateaux petits et grands, mais jamais en avion. Pourquoi cela?
SIMENON SIMENON. A NOVELIST WHO TRAVELS A LOT. LET’S SEE HOW.
By car, on big and small boats, but never on a plane. How come?





Se c'è un romanziere che simboleggia la vocazione al viaggio, al cambiamento di residenza, ma anche di Paese, in una sorta di impellenza allo spostarsi quello è certamente Georges Simenon.
Primo viaggio, non lungo, ma significativo, quel  Liegi-Parigi (Gare du Nord) effettuato in treno nel dicembre del '22, una tratta che segnò una svolta nella vita del giovane Simenon.
I suoi primi "vagabondaggi" iniziarono appena ventenne, quando arrivato da poco in Francia, al servizio come segretario del Marchese di Tracy, prese a visitare i suoi svariati castelli, sparsi un po' ovunque nel territorio francese, occasione d'oro per il giovanissimo belga per prendere contatto con la Francia della provincia e al tempo stesso con certa nobiltà.
Ma appena la sua attività di scrittore su commissione comincia a rendere bene, inizia a viaggiare per i canali, con una propria imbarcazione, prima con la più modesta Ginette, poi con il più attrezzato Ostrogoth, bordeggiando tra la Francia e i paesi del nord Europa.
Dai canali al mare. Il viaggio in goletta  nel Mediterraneo nel '23 gli allarga ancora gli orizzonti. E poi il tour europeo e poi il viaggio in Africa, e ancora il giro del mondo.  I mezzi sono vari, dalle imbarcazioni, di ogni foggia e misura, ai treni, alle automobili.
Però, per quanto ci pensiamo, il solo mezzo di locomozione che non ci pare di venire citato è l'aereo. E' plausibile dal momento che i regolari voli di linea iniziarono in Europa tra gli anni venti e i trenta. Ma anche in seguito, sia per i suoi spostamenti dall'America all'Europa, Simenon si servì di transatlantici, perché in effetti i voli di linea transoceanici iniziarono solamente alla fine degli anni '50 e a quell'epoca SImenon era già tornato dal lungo soggiorno di dieci anni negli Stati Uniti.
E poi per un osservatore come Simenon, che in ogni viaggio immagazzina immagini, paesaggi, volti, colori, profumi.... si addice di più un veicolo a contatto con la terra o con l'acqua che un mezzo che sfreccia a centinaia di chilometri all'ora a diverse migliaia di metri dal suolo. Certo, dall'oblò di un aereo si vede la terra come fosse una specie di cartina, come un gioco delle costruzioni, ma viaggiando in macchina o in treno, si ha un contatto visivo con il paesaggio più diretto. La durata dei viaggi poi, soprattutto in nave, favorisce nuove conoscenze e ci pare che questo sia l'ambito in cui lo scrittore si muova più a suo agio.
Con Simenon non c'è bisogno di fare riferimento ai viaggi letterari nei suoi romanzi (che pure non sono pochi) dal momento che l'uomo si è spostato fin troppo dalla natìa Liegi in Belgio, alla capitale francese, poi alla Vandea, quindi dopo la seconda guerra mondiale il salto dell'oceano e i dieci anni in Usa e quindi il ritorno in Europa, prima qualche tempo in Francia e poi in Svizzera (prima a Echandens, poi a Epalinges ed infine a Losanna). Lui stesso contava circa 39 abitazioni, noi contiamo quattro nazioni  e un'infinità di viaggi.
Buon viaggio Simenon, che ancora oggi ritroviamo in libri, film e produzioni televisive in tutto il mondo. (m.t.)



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