sabato 31 gennaio 2015

SIMENON SIMENON. M.ME MAIGRET E IL CASO DEL... VINELLO IN PERICOLO.


Questa volta il racconto di Paolo Secondini ci mostra un Maigret ormai in pensione, nella sua casa di campagna intento in attività cui una volta, quando era nel vortice delle inchieste a Quai des Orfévres, probabilmente non avrebbe avuto nemmeno il tempo di immaginare. E poi questo Maigret è un po' cambiato. Forse gli anni che passano? Forse il fatto di fare una vita "come gli altri"? Sta di fatto che parla e parla anche con sua moglie... Addirittura non la chiama più M.me Maigret, ma con il suo nome, Louise... Una volta bastavano due sguardi e il commissario e M.me Maigret si capivano al volo. Qui invece parlano, anche di cose futili. Forse è come se l'ex-poliziotto volesse recuperare un lungo periodo dove ai due (o forse solo a lui?) bastava un gesto, un'occhiata un'espressione per comunicare... Scopritelo.
 
Meung-sur-Loire.
“…fu quella la prima volta che vidi in azione, con grande coraggio e senso del dovere, il giovane Lapointe. Capii che sarebbe diventato, per la sua determinazione, un bravo poliziotto, come d’altronde ce n’erano tanti nella mia squadra al Quai des…»
«Maigret!... Maigret!... Ti dispiace venire ad aiutarmi?... Da sola non ci riesco.»
La voce di Louise, sua moglie, lo raggiunse mentre aggiungeva un altro capitolo al libro di memorie che, chissà!, forse un giorno avrebbe finito e dato alle stampe.
Chiuse il grosso quaderno dalla copertina nera (per lui scrivere a macchina era un tormento), lo ripose nel cassetto della scrivania e si alzò dalla sedia. Fece qualche passo verso la porta del piccolo studio ma si fermò, tornò indietro, la fronte aggrottata.
«Che sbadato! Mi scordavo di te, esclamò scuotendo la testa. “Come potrei lasciarti sola?»
Prese la pipa dalla scrivania e, prima di metterla in bocca, fece sentire la sua voce:
 «Ma dove sei, signora Maigret? Si può sapere?»
«Sono qui,» rispose sua moglie. «Mi serve il tuo aiuto… Fa’ presto.»
«Ho capito, ho capito!... Se non mi dici con esattezza dove ti trovi, sarà molto difficile aiutarti.»
«Hai ragione, che stupida!... Sono quaggiù, Maigret… in cantina.»
«In cantina? Ma cosa ci fai?»
«Che ci faccio?!… Quello che dovrebbero fare i mariti, invece di perdere il tempo a scrivere le loro memorie.»
L’ex commissario della polizia giudiziaria si tolse la pipa di bocca.
«Diventi polemica ora, signora Maigret?»
«Ma no, no… Scusami! Non mi sono mai lamentata di nulla, lo sai, neanche quando ce n’era motivo…  Però, in questo momento, se non ti sbrighi…»
Lasciò la frase in sospeso e Maigret capì che era meglio affrettarsi.
Scese le scale che conducevano in cantina, e quando fu nell’ampio locale, rischiarato appena da una lampadina, scorse, vicino a un vecchio tavolo scuro, sua moglie, che stringeva un’enorme boccia di vino contro il petto.
«Presto, Maigret, non riesco più a sostenerla! Ho paura che possa sfuggirmi dalle mani. Sarebbe un bel guaio se mi cadesse per terra.»
«Sarebbe un bel guaio sì!» convenne l’ex commissario. «È il mio vinello preferito: l’ho fatto con tanta passione… con amore… Ma non potevi poggiarla sul tavolo?»
«Maigret, dovevi arrivare quaggiù per darmi un consiglio più che ovvio?»
Il marito la guardò stupito.
«E allora perché non lo hai fatto?»
«Si è rotto, per via dell’umidità, il cestello di vimini che la conteneva. Se la metto giù si rovescerà di sicuro.»
Maigret accorse, le tolse la boccia dalle mani.
«E già! Si rovescerebbe senz’altro e allora… addio vinello! Sarebbe un peccato, dopo tanto lavoro.»
«Ti preoccupi solo del vino, mentre di me, che ho le braccia indolenzite per sorreggere la boccia…»
«Scusami Louise! È vero! Di te non mi sono preoccupato… Devo dire che questo vinello mi ha frastornato, mi ha reso… Sai cosa?»
«Cosa?» chiese la signora Maigret massaggiandosi un braccio.
«Per farmi perdonare,» riprese il marito, «nel libro che sto scrivendo… sì, nel mio libro di memorie...  parlerò di te, di come mi sei stata di grande aiuto nella risoluzione di alcuni casi. È giusto che anche tu, mia cara Louise, abbia riconoscimenti per i tuoi meriti…»
«…che tu, mio caro Maigret, hai sempre deliberatamente taciuto… Scommetto che nel tuo libro, sinora, mi hai semplicemente ricordata per i piatti prelibati che ti ho sempre cucinato, e che tuttora cucino… Non è forse così? Confessa.»
«Be’, in fondo, è un merito anche questo,» sorrise Maigret, «e un ottimo spunto.»
«Uno spunto?... E quale?»
«Quello per scrivere un libro di memorie: Io, moglie fedele e ottima cuoca del commissario Maigret… Verrà fuori un capolavoro. Ne sono certo,» concluse divertito l’ex commissario.
«Sì,sì… prendimi in giro, adesso,» disse Louise, leggermente contrariata.
 Maigret non rispose, si chinò a baciare sua moglie con dolcezza.

Paolo Secondini

11 commenti:

  1. Molto, molto bella, la tua storia, Paolo ! Bravissimo ! Mi piace tanto !

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  2. il giallista ha superato lo scrittore di fantascienza
    peppemù

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  3. Oilà, Peppe, ti si vede anche da queste parti! Mi fa molto piacere. Eh sì, oltre a horror e fantascienza, mi diletto a scrivere anche gialli, che forse sono la mia prima e vera passione. Perché non scrivi qualcosa anche tu, magari ispirandoti a Maigret? A Maurizio, creatore di questo blog, non potrebbe che far piacere.
    Se ci sei batti un colpo, Peppe!

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  4. Davvero una chicca, Paolo! Anche Simenon ti ringrazierebbe...

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  5. Bello il ricordo della moglie di Maigret, se lo merita da tempo
    Bravo Paolo

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  6. Bello il ricordo della moglie di Maigret, se lo merita da tempo
    Bravo Paolo

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