mercoledì 15 maggio 2019

SIMENON SIMENON. QUANDO LO ZIO DA’ DI MATTO...

Parliamo di un romanzo sconosciuto in Italia 

SIMENON SIMENON. QUAND L’ONCLE DEVIENT FOU... 
Parlons d’un roman méconnu en Italie 
SIMENON SIMENON. WHEN UNCLE BECOMES CRAZY ...
Let's talk about an unknown novel in Italy

Ho da poco terminato di rileggere, dopo molti anni, Oncle Charles s’est enfermé (romanzo scritto nel 1939 e pubblicato da Gallimard nel 1942, inedito in Italia). L’azione del romanzo si svolge quasi esclusivamente a Rouen, nel Nord della Francia; vi si trova un ambiente climatico decisamente consono all’autore con pioggia gelida, giornate grigie e freddo intenso. Il libro comincia con il protagonista, il Charles del titolo, che, rientrando a casa da sua moglie e dalle sue figlie anziché riunirsi al nido famigliare senza dare spiegazioni va a rinchiudersi inspiegabilmente nel granaio. Da qui in poi seguiremo le avventure di questo nucleo famigliare, e da metà romanzo in poi potremo seguire anche quelle del protagonista principale, dopo che, passati alcuni giorni, questi tornerà alla sua vita normale.
La famiglia Dupeux, sotto un’apparenza di assoluta normalità rivelerà nel corso delle pagine delle dinamiche inaspettatamente problematiche ed il loro dipanarsi sarà strettamente legato con quelle dei loro parenti Dionnet, presso il quale Charles lavora come contabile nell'avviata ditta di famiglia. Verremo a sapere che ben pochi dei personaggi, all’apparenza rispettabili e inattaccabili, sono ciò che sembrano e numerosi sono gli scheletri nell’armadio che si scopre avere soprattutto Henri, il titolare dell’azienda. 
Charles sembra un uomo mite, taciturno e rassegnato allo scorrere degli eventi ma sarà il vero vincitore del romanzo, poiché, avendo scoperto il segreto sul quale si regge l’azienda, tiene in pugno il cognato e, anche se apparentemente  noncurante delle vicissitudini della moglie Laurence e delle figlie (tre delle quali vivono ancora con i genitori e sono tra le protagoniste del libro) è proprio lui a tenere le briglia di tutte le vicende che si svolgono. Non mancheranno nel corso del romanzo gli episodi tragici ma tutto sembra infrangersi contro il muro eretto dal protagonista. Questa vicenda è una classica storia di carattere cupo che tanto sapeva rendere bene l’autore. A differenza di altre, però, non mancano i lati ironici, soprattutto nei primi capitoli quando il capofamiglia si barrica nel granaio. Con un tono a tratti scanzonato lo scrittore ci fa vivere le fatalità che si abbattono sulla famiglia, facendola vedere per quella che è realmente e non tramite l‘immagine che si vuole far percepire al di fuori di essa. E’  auspicabile che Adelphi, detentrice dei diritti per il nostro paese, pubblichi quanto prima questo titolo insieme alla quindicina di opere ancora non tradotte. 

Andrea Franco 

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