domenica 10 aprile 2016

SIMENON SIMENON. SE UNA PIPA SPUNTA NELLA NEBBIA...

Nebbia, elemento magico nella letteratura di Simenon e nelle inchieste di Maigret

SIMENON SIMENON. IF A PIPE APPEAR IN THE FOG ...
Fog, magical element in the Simenon's literature and in the Maigret's investigations
SIMENON SIMENON. SI UNE PIPE APPARAISSANT DANS LE BROUILLARD ...
Brouillard, élément magique dans la littérature de Simenon et dans les enquêtes de Maigret 
Nebbia. In fancese "brouillard". E' un vocabolo che Simenon utilizza spesso raccontando le  vicende nei propri romanzi, sia che si svolgano in un contesto parigino oppure che abbiano luogo nella provincia campagnola.
Brouillard è un termine che forse più di quello italiano rende bene questo fenomeno atmosferico che sparge il proprio alone biancastro inghiottendo paesaggi, persone e cose in quei miliardi di goccioline d'acqua o di ghiaccio sospese nell'aria. E ancor meglio "brume", cioè la foschia che, meno spessa della nebbia, sfuma il contorno delle cose, ne attenua i colori, non fa sparire le case, le persone gli alberi, le auto, ma conferisce loro una consistenza diafana, come se ci trovassimo in un mondo diverso, dove tutto è più delicato, ma anche più indefinito, E a Simenon piaceva.
Infatti, non solo ne ha fatto un elemento dei suoi romanzi, ma lui stesso conferma esplicitamente questo suo  gradimento.
"...Tutta la mia vita ho amato la nebbia  - scrive in uno dei suoi Dictées (Le prix d'un homme - dicembre '73) - per il mistero con cui avvolge, la città o la campagna, i fiumi o il mare... Amo la nebbia perché trasforma la realtà tanto da conferirle un'altra dimensione e un'altra poesia...".
Ma vogliamo spingerci un po' più in la della semplice influenza del fenomeno metereologico sulla letteratura del romanziere.
La nebbia è anche uno stato dell'anima... i battellieri simenoniani che vivono nelle chiatte sui canali sono tutt'uno con essa, si alzano la mattina presto e vanno a coricarsi con questa cappa che non di rado tiene loro compagnia tutta la giornata. E la nebbia porta ad isolarsi, a parlare poco ad avere una visione della vita tutta particolare. Ma anche in contesti meno estremi, come quello cittadino, la nebbia induce a muoversi più lentamente, a riflettere di più, a percepire il mondo sotto un altro aspetto.
E le difese contro la nebbia? Un bel cappottone, magari con il collo di velluto, certo. Ma anche un cappello... un chapeau-melon? Sicuramente efficace anche qualche bicchierino, perché no (?) di calvados E poi una bella pipa, dal fornello capiente, quasi un piccolo braciere dove il tabacco che brucia scalda le mani, e che, quando è tra i denti, sembra quasi uno strumento per fendere la nebbia
Ma così esce fuori il personaggio di Maigret, o almeno alcune sue caratteristiche basilari?
Certo, non si può sostenere che senza la nebbia non esisterebbe Maigret, ma certo l'esperienza diretta di Simenon in fatto di nebbia è stata una delle matrici che hanno dato  un certo imprinting al commissario.
"...la nebbia durante i miei anni passati a Liegi - ricorda lo scrittore sempre ne "Le prix d'un homme" -  era mia amica. Per esempio, quando tornavo dalla mia visita quotidiana a Tigy, alle dieci di sera, dovevo traversare tutta la città in bicicletta e succedeva che la luce dei lampioni a gas fosse così fioca da vedersi solo a venti metri e si procedeva molto cautamente, quasi alla ventura. A volte passava una carrozza e, se pur si sentivano i passi del cavallo, la si vedeva solamente per qualche secondo, nonostante i lampioni accesi...".
Abbiamo parlato della nebbia come uno stato dell'anima. Ma possiamo interpretarla anche come una metafora delle situazioni maigrettiane, Quell'indistinto caos in cui il commissario si trova quando inizia un'indagine, potrebbe essere paragonato alla nebbia. Una condizione su cui lui non può influire, nella quale non percepisce bene le cose, le persone, i fatti non riesce a far niente, nemmemo a pensare (sul luogo del delitto c'è sempre qualcuno che gli chiede "Commissario, cosa ne pensa?" E lui invariabilmente risponde "Non penso niente"). Può solo rimanere lì ad impregnarsi dell'ambiente, come dentro la nebbia si è immersi in un'umidità  che arriva fin dentro le ossa.
E la pipa in quei momenti è un'àncora di salvezza. Permette perlomeno di essere occupato a fare qualcosa, ad accenderla, a pigiare il tabacco, a far lunghe tirate di fumo caldo, a cambiarle di posto, dalla mano alla bocca alla tasca...   
E infine, anche sul piano linguistico pipa e nebbia sembrano, almeno in francese, essere accomunate onomatopeicamente: infatti "brouillard" è la nebbia e "bruyère" è la radica con cui è fatta la pipa. 
Une bruyère dans la brouillard... e l'atmosfera simenoniana (o maigrettiana, se preferite) e bell'e fatta. (m.t.

2 commenti:

  1. Bravissimo Maurizio ! Un texte brillantissime !

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  2. Ho vissuto per quasi tre anni in Belgio, abitando a pochi chilometri da Waterloo. Brouillard, brouillard givrant et pluie verglaçant sono un piacevole ricordo (grazie agli pnumatici invernali) che questo bel post ha ravvivato.
    Un cordiale saluto.
    g.

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