mercoledì 15 giugno 2016

SIMENON SIMENON. IL PARERE DELLO SCRITTORE SU UN SERIAL KILLER


Stralci di un'intervista su un tema di attualità all'epoca 

SIMENON SIMENON. L'OPINION DU ROMANCIER SUR UN SERIAL KILLER 
Extraits d'une interview sur un thème d'actualité à l'époque 
SIMENON SIMENON. THE NOVELIST'S OPINION OF A SERIAL KILLER   
Extracts from a timely interview on a current subject 
"Le tueur de l'Oise" è il nome che i giornalisti diedero al serial killer Marcel Henri Barbeault  che agi' in Francia nel negli anni '70 ; si rese colpevole dell'omicidio di almeno 7 donne e un uomo (stando agli assassini sicuramente accertati) i suoi crimini furono commessi   sempre in orari notturni per cui venne soprannominato anche "Tueur de l'ombre". Simenon rilasciò sull'argomento un'intervista alla rivista Paris-Match nel 1976 (pubblicata il 31 dicembre di quell'anno). Vediamone alcuni estratti:"Ero furioso quando ho visto tutti i giornali scrivere, come tutte le volte che si verifica un assassinio brutale, la parola omicida. I giornali dimenticano che un uomo deve essere considerato innocente fino al momento della sua condanna. In Inghilterra o in America, articoli di questo tipo non sarebbe stato possbilepubblicarli, perché i giornali avrebbero rischiato di delle multe inverosimili, per i danni e per gli interessi. E' certamente un caso psichiatrico e se parecchi psichatri clo giudicano in questo modo, non ariverà nemmeno in corte d'assise. E' uno schizofrenico totale. Quest'uomo non ha avuto che alcune crisi, ma ogni crisi, benneteso, si è risolta in un omicidio. Dunque nel resto del tempo è stato normale, tutti lo consideravano normale e lui stesso viveva normalmente. E' un caso classico di schizofreni e di sdoppiamento della personalità. Sono convinto che lui non si ricordi nulla dopo aver ucciso. La scizofrenia è una malattia e una malattia grave. Quasi tutti gli schizofrenici che finiscono per uccidere hanno le loro manie. Si è visto con Jack lo Squartatore che operava sempre nella stessa strada. Landru era sempre a Gambais. Lo strangolatore di Boston assassinava solamente delle infermiere o delle vecchie donne e sempre neggli stessi luoghi - prosegue Simenon - Il fatto di aver perduto sua madre e suo fratello in un modo abbastanza tragico avrebbe potuto essere una causa, ma si entra nel dominio delle supposizioni. E' difficile affermare qualcosa, prima di un esame lungo e molto minuzioso sia stato effettuato da un esperto psichiatra. Occorrerà uno studio approfondito. Una volta che ha ripreso la sua identità di uomo onesto, egli ritorna un cittadino pacifico. Senza alcun dubbio. E quando la crisi lo prende, non sa più quello che fà; e l'indomani l'ha già dimenticato".
Come si vede il romanziere, che all'epoca era ormai in pensione, rimaneva fedele al suo motto: comprendere e non giudicare.Una caratteristica in cui si rispecchiava appieno anche il suo personaggio principale: il commissario Maigret. Un'intervista in cui Simenon non condanna il killer ma anzi lo tratta con indulgenza; inoltre lo scrittore si dimostra ancora una volta ferrato sul tema delle malattie mentali le quali, va ricordato, vennero da lui studiate in numerosi saggi che rappresentavano una delle sue letture preferite.
  
Andrea Franco

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