mercoledì 11 ottobre 2017

SIMENON SIMENON. PERCHE' MAIGRET E' COSì TELEGENICO?

Attori diversi, registi differenti, anni di distanza, eppure il commissario attrae cineasti e produttori, al cinema e in tv

SIMENON SIMENON. POURQUOI MAIGRET EST-IL TELLEMENT TELEGENIQUE ?
Des acteurs divers, des metteurs en scène différents, des années de distance, et pourtant le commissaire attire encore les cinéastes et les producteurs, au cinéma et à la television
SIMENON SIMENON. WHY IS MAIGRET SO TELEGENIC?
Diverse actors, different directors, years apart, yet the Chief Inspector still attracts filmmakers and producers to cinema and television.
La "carriera" tele-cinematografica del commissario è abbastanza lunga e variegata almeno quanto quella di commissario della polizia giudiziaria. Oggi ormai siamo abituati alla accoppiata romanzo-film, romanzo seriale-serial tv... anzi sappiamo che, in alcuni casi, certi romanzi nascono addirittura in funzione di una futura sceneggiatura cine-televisiva e quindi del prodotto audiovisivo. Ma negli anni '30 non era certo così, anche se pure allora le serie letterarie di successo, facevano da base a progetti cinematografici, basti pensare ad esempio a personaggi come Sherlock Holmes o come Poirot. 
Maigret non è immune da questo salto dalla pagina del libro allo schermo (grande o piccolo) dal '32 con il film La nuit du carrefour di Jean Renoir (con Pierre Renoir nei panni di Maigret) all'ultima serie televisiva prodotta in questi ultimissimi tempi dalla britannica ITV (con protagonista Rowan Atkinson)... ottantacinque(!) anni di produzioni di cui abbiamo scritto e parlato a iosa.
Oggi quello che ci chiediamo è cosa Simenon abbia inserito nel personaggio per renderlo così appetibile sia alle produzioni cinematografiche sia a quelle televisive, di nazionalità diverse e in epoche abbastanza lontane tra di loro.
La prima risposta facile facile che viene in mente è che si replichi lo stesso meccanismo che funziona per i lettori, i quali di generazione in generazione, da una lingua all'altra, hanno trovato nel commissario alcuni tratti universali (e ben prima di quel frullato di culture, gusti e specificità che si chiama "globalizzazione" il quale ha omogeneizzato un po' tutto) tratti che fanno presa e creano empatia tra personaggio letterario e lettore.
E a nostro avviso non sono tratti fisici (Maigret non gode di quell'appeal maschile stereotipato e impresso nell'immaginario collettivo), ma piuttosto è il suo lato normale che ha affascinato anche la gente del cinema.
Già... forse un po' stanchi di certi eroi presuntuosi, i "so-tutto-io", invincibili e al di sopra di tutti che sono adatti a far sognare, ma alla lunga forse stancano. Magari i produttori cinematografici dei primi '30 iniziavano a sentire che c'era bisogno di qualcosa d'altro... un poliziotto che fosse più vicino allo spettatore... che non lo facesse sognare, ma che gli consentisse di rispecchiarsi in lui. Lo spettatore voleva credere che anche lui stesso, personale normale e ordinaria, avrebbe potuto risolvere casi intricati, e misteriosi, senza bisogno i sparare un colpo di pistola, senza scazzottate interminabili, senza bisogno di sedurre dark-lady... ma... Ma mentre scriviamo ci rendiamo conto che in fin dei conti stiamo parlando delle caratteristiche che hanno fatto famoso il personaggio letterario di Simenon tra coloro che leggevano le sue opere. E invece qui si tratta di film o telefilm e i relativi spettatori.
Questa triangolazione romanzo-film-fruitore si complica perché il fruitore è spesso un lettore del romanzo che va al cinema a vedere il film... e spesso rimane deluso. Proprio come Simenon che non voleva vedere i film tratti dai suoi romanzi perché non sopportava come venivano cambiati (in verità non sempre in peggio) i propri personaggi. Anche il lettore si fà un'idea del personaggio. Il mio Maigret è diverso da quello di ognuno di voi. Ma poi se vediamo un film con Jean Gabin, o Gino Cervi oppure Bruno Crémer che interpretano il commissario.... beh allora lo vediamo un po' tutti più uguale.
Il personaggio al cinema, si sa, è necessariamente più caratterizzato e dettagliato, rispetto a quello sulla carta che, per quanto ben descritto, lascia sempre un po' all'immaginazione del lettore. 
Allora Maigret piace al cinema o in televisione per gli stessi motivi per cui piace nei romanzi?
Bella domanda ci siamo fatti! Certo è quasi ovvio che alcuni motivi siano gli stessi. Ma per esempio in alcuni film l'ambientazione parigina si rivela un grande aiuto, con delle quinte che fanno sospirare mezzo mondo. Il registro dell'atmosfera "noir", su cui alcuni registi e alcuni attori hanno calcato la mano molto più di quanto non consentissero i romanzi. Un Maigret che nella sua proiezione sullo schermo acquista un po' più di smalto, ma non perde quella ruvidezza e quell'essere burbero  che lo caratterizzano nei romanzi.
E poi le sue sfaccettature... i suoi mondi... Maigret vive nelle sue storie ambienti diversi, frequenta persone di vario tipo, sa immedesimarsi nell'ambito in cui indaga... questo crea in qualche modo degli universi differenti: Maigret in famiglia con M.me Louise, Maigret a Quai des Orfèvres a discutere con il giudice Comelieu, Maigret e signora a cena dai suoi amici i coniugi Pardon, Maigret alla Brasserie Daphine con i propri ispettori a festeggiare un caso risolto, Maigret implacabile nei lunghi interrogatori notturni nel suo ufficio, con i resti dei panini e delle birre e con un'atmosfera densa di fumo, Maigret che fuma la pipa nella piattaforma aperta di un bus....
Insomma sono tutte occasioni per giocare su registri diversi un'inchiesta, perché un film (anzi un buon film), anche poliziesco non può essere solo concentrato sullo svolgersi dell'indagine e nell'inseguimento del criminale. E il personaggio di Maigret consente anche a registi e attori di giocare su più piani e puntare ad un prodotto non scontato. (m.t.) 

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