mercoledì 22 novembre 2017

SIMENON SIMENON. RIFLESSIONI DELL'AUTORE SU TEMI IMPORTANTI

Ecco il pensiero di  Simenon della malattia e della morte 

SIMENON SIMENONREFLEXIONS DE L'AUTEUR SUR DES THEMES IMPORTANTS 
Les pensées de Simenon sur la maladie et la mort  
SIMENOSIMENONTHE AUTHOR'S REFLECTIONS ON IMPORTANT THEMES 
Here are Simenon's thoughts on illness and death 

Simenon, si sa, spesso concesse interviste, non sempre riguardavano solo le sue opere o la sua biografia ma in diverse occasioni queste vertevano su argomenti importanti di carattere generale.
Una in particolare merita di essere riportata, quella rilasciata ad Henry Guillemin nel 1970 e trasmessa all'epoca dalla radio nazionale belga.
In questo lungo dialogo con il critico francese lo scrittore si dichiarò “completamente indifferente alla religione” e disse di “non avere paura della morte ma di temere piuttosto la malattia”: “è penoso morire dopo 5 o 6 anni di malattia soffrendo molto scocciando tutte le persone che si hanno attorno", (un tema tra l'altro molto attuale con le discussioni riguardanti il testamento biologico su cui pochi giorni fa si è addirittura espresso il Pontefice parlando del cosiddetto accanimento terapeutico). Simenon nel corso dell'intervista si esprime ancora più chiaramente dicendo: ”ho orrore della sofferenza, lo dico con franchezza. Non mi piace per nulla, ho orrore dello svilimento fisico e soprattutto di imporre ai miei cari uno spettacolo generalmente poco attraente, di avvelenargli parecchie settimane, parecchi mesi o anche parecchi anni della loro vita."
Simenon ricorda anche come scrisse Les anneaux de Bicêtre (1963,in italiano tradotto anche col titolo “L'ottavo giorno”), parla di come non fosse mai stata ricoverato in un ospedale ma fa sapere che riusci' a rendere cosi vivida l'immagine del malato Maugras, nella percezione della sua esistenza in corsia semplicemente partendo dalle risposte ricevuta da un'ausiliaria della struttura sulla quotidianità che si svolgeva all'interno della stessa. 
L'autore conclude affermando: "noi moriamo ogni giorno, un certo numero di cellule che fanno parte di noi, che hanno la nostra impronta e sono capaci di riprodursi ma sono rimpiazzate da altre che eseguono lo stesso percorso. 
Si può essere d'accordo o meno con il pensiero simenoniano, ma non si può dire che l'autore avesse paura di dire la sua su temi importanti e non si ponesse domande che molto spesso gli uomini preferiscono evitare perchè non sanno dare una risposta neppure cercando dentro di essi. 

Andrea Franco 

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