mercoledì 13 febbraio 2019

SIMENON SIMENON. OGGI NASCEVA IL ROMANZIERE

Oggi 116 anni fa' nasceva a Liegi, da Désiré Simenon e Henriette Brüll, quello che sarebbe divenuto uno dei più grandi romanzieri del secolo

SIMENON SIMENON. AUJOURD'HUI NAISSAIT LE ROMANCIER
Il y a 116 ans naissait à Liège le fils de Désiré Simenon et Henriette Brüll, celui qui deviendrait l'un des plus grands romanciers du siècle
SIMENON SIMENON. THE NOVELIST WAS BORN ON THIS DAY
116 years ago, the son of Désiré Simenon and Henriette Brüll, who would become one of the century’s greatest novelists, was born in Liège.




Non faremo la storia dei primi giorni di Simenon. In quasi dieci anni di blog consacrati al romanziere, lo abbiamo fatto forse fin troppe volte, in questa ricorrenza, ma anche in altre occasioni.
In questo giorno, che capita proprio alla vigilia della cosiddetta festa degli innamorati, vorremo fare alcune considerazioni su un uomo della cultura del ‘900 che ha lasciato tracce anche nel secolo successivo. Abbiamo utilizzato la dicitura “uomo di cultura”, invece di quella di scrittore, perché crediamo che non si limiti ad essere un bravo scrittore, un romanziere di quelli che lasciano, appunto, il segno, ma arrivi ad un’acrobazia che riesce a pochi. La capacità di unire la cultura alta a quella bassa, la sensibilità di rivolgersi sia ad alcune élite, che potevano apprezzare fino in fondo i suoi romanzi psicologici, quelli più raffinati, cogliendo le più piccole sfumature, sia di raccontare alle persone qualsiasi, le storie più semplici e popolari. 
Una quadratura del cerchio che a noi pare davvero un grosso merito culturale che travalica gli orizzonti della scrittura. Non a caso da sempre c’è stata una discussione che riguarda la contrapposizione della cultura alta alla cultura bassa, con fautori di una e dell’altra, con polemiche interminabili se la cultura (ma anche l’arte) dovesse essere alla portata di tutti o per essere tale dovesse rivolgersi ad una ristretta cerchia di colti, sensibili ed… eletti. 
Simenon spariglia le fila del dibattito ed entra, quasi a gamba tesa, in questi contenziosi con una narrativa che spazia dal popolare al raffinato non solo nella ormai trita e ritrita separazione tra il romans durs e i Maigret, ma anche all’interno dei romanzi e nelle pieghe delle inchieste del commissario. Questo avviene grazie alla sua ricerca del cosiddetto “uomo nudo”, cioè dell’individuo con le sue caratteristiche universali, con le sue pulsioni comuni a tutti gli uomini, raramente legate alle contingenze della sua epoca. Ma si realizza anche nel suo bisogno di capire, di comprendere, scavando nella psicologia dei personaggi e analizzando il profondo del loro animo. 
E qui s’introduce un altro aspetto culturale che fa di Simenon un uomo di cultura di peso e non solo un letterato. La longevità della sua narrativa attraversa più di una generazione (all’incirca quattro) e lo fa in periodi in cui la vita umana ha subìto due guerre mondiali, un ribaltamento politico e più di una rivoluzione (quella mass-mediatica: tv e radio, quella digitale: computer e smartphone, la globalizzazione economica e razziale, etc…). E ci sono diverse nazioni al mondo in cui editori di calibro ristampano per l’ennesima volta i suoi libri e, non di rado, quei titoli entrano ancora nelle classifiche dei libri più venduti. E se a questo aggiungiamo la presenza delle sue opere tradotte in quasi 60 lingue, forse riusciremo a renderci conto dell’universalità di Simenon che ha le sue radici nel suo espandersi nel tempo e nei luoghi. 
Ecco, questo è il Simenon che noi vogliamo celebrare oggi, ma che, siamo sicuri, verrà celebrato dalla prossima generazione e da quella dopo ancora e così via. 
Noi lettori del 2019 siamo radicalmente diversi dai lettori del 1930, ma le storie di Simenon ci fanno sentire vicini, e non per un nostro malinteso senso di nostalgia, ma perché ritroviamo nelle sue opere un comune denominatore con che consiste proprio in quelle caratteristiche universali dell’uomo, cui accennavamo prima e che ci fanno sentire i suoi personaggi e le loro vicende, come fossero le nostre, anche a quasi cento anni di distanza.
Buon compleanno Georges!
(m.t.)

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