E addirittura oggi ritroviamo, sia pur molto raramente, un certo sottile scetticismo soprattutto in certi ambienti...
In effetti anche se escludiamo il periodo dei romanzi popolari, quello della letteratura-alimentare, come lo chiamava lo stesso scrittore, dove il guadagno dipendeva dalla quantità di racconti novelle e romanzi brevi che riusciva a scrivere, vediamo che anche successivamente le cose non cambiarono molto e ci furono periodi in cui l'editore non riusciva a tenere il ritmo della sua produzione
Per esempio tra il 1934 e il 1939 Simenon scrisse una trentina di romans-durs. In aggiunta vanno contati cinque inchieste e una ventina di racconti con Maigret. Siamo nel periodo post-Gallimard, e a Presses de La Citè certo nessuno gli faceva premura!
Non c'è dubbio che il "periodo di apprendimento" con la letteratura popolare deve aver avuto il suo ruolo in questa velocità di scrittura. D'altra parte bisognerà anche "rassegnarsi" al fatto che ci sono scrittori che soffrono un giorno su una pagina e quelli che in una mattinata tirano giù un capitolo, come ad esempio faceva Simenon.
Ma sentiamo a questo proposito cosa dice l'interessato quando questo argomento viene affrontato in un'intervista fattagli da Roger Stephane, andata in onda su RTF alla fine del 1963.

E Simenon elenca esempi di autori di libri che sono saggi, opere filosofiche, o scientifiche. E scritti in gran parte da professori universitari che prendono la penna in mano a cinquant'anni, scrivendo ogni tanto, cosa ben diversa dal romanziere, almeno così come lo concepiva Simenon.
"... il romanziere scrive sempre, come un artigiano, scrive tutti i giorni, come un artigiano lavora quotidianamente. Nessuno si stupisce del numero di tele dipinte da Matisse o da altri grandi pittori.... Un romanziere vive nella pelle dei suoi personaggi, ha bisogno di vivere con altri personaggi dentro di sè.... E' un signore che scrive perchè ha bisogno di scrivere, che non si domanda se una frase deve essere lunga tre righe, una riga e mezza o dieci righe, che semplicemente affina i suoi strumenti di lavoro giorno per giorno. Quindi non c'è nessun "caso" Simenon. Io non sono un caso e odio esserlo...
Poi l'umorismo anche un po' nero di Simenon ha la meglio:
"...capirete che non ho nessuna voglia di essere dissezionato su un tavolo operatorio per sapere perchè ho scritto centosettantacinque romanzi!...".
simenon scriveva romanzi di altissima qualità,non aveva bidogno si pubblicare tomi per lasciare tracce indelebili di pennellate letterarie.i suo romanzi quasi tutti hanno meno di 200 pagine e ci si arriva alla fine dicendo peccato che è finito
RispondiEliminaquelli un po piu lunghi sono les anneaux de bicetre,le testamen t donadieu e long cours