mercoledì 19 ottobre 2016

SIMENON SIMENON. DÉSIRÉ' UN UOMO DIGNITOSO, SAGGIO E... FELICE?

Suo padre, l'esempio che il romanziere ha portato nel cuore tutta la vita

SIMENON SIMENON. DÉSIRÉ, UN HOMME DIGNE, SAGE ET... HEUREUX ?
Son père, l'exemple que le romancier a porté dans son coeur pendant toute sa vie
SIMENON SIMENON. DÉSIRÉ, A WORTHY, WISE AND… HAPPY MAN?
His father, the example the novelist carried in his heart his whole life




























Il   piccolo Georges visse la sua infanzia in una famiglia dominata dalla presenza forte e volitiva della madre Henriette Brull, di cui suo fratello Christian era il pupillo. Poi c'era il padre Désiré Simenon. Era un uomo dal carattere tranquillo e in un ruolo recessivo nei confronti della moglie che teneva moltissimo all'immagine della famiglia che non era proprio povera, ma nemmeno benestante. Lei invece  faceva di tutto per salvaguardare l'immagine del nucleo familiare: metteva insieme il pranzo con la cena risparmiando su ogni cosa, cuciva i vestiti di tutti in modo che fossero il più presentabili possibile e cercava che "gli altri" giudicassero i Simenon più che dignitosi.
E per riuscire in questo intento ingaggiava quotidianamente la sua battaglia con il marito, impiegato in un piccola agenzia delle assicurazioni Génerale e Winterthur.
Un lavoro tranquillo, collaudato in cui Désiré si sentiva soddisfatto. Non aveva ambizioni di far carriera o di guadagnare di più. Ben due volte rifiutò delle occasioni che avrebbe dato una svolta alla sua carriera e alla sua vita. La prima quando rifiutò di occuparsi del nuovo ramo "assicurazioni-vita che avrebbe avuto un enorme sviluppo. La seconda quando disse no alla proposta di trasferirsi nella sede di Bruxelles, dove avrebbe goduto di un livello più alto e di una stipendio maggiore.
Ecco come Georges Simenon racconta e commenta questi fatti.
"...lui voleva rimanere tranquillo del suo angolo, non si sarebbe spostato mai di città. aveva bisogno del contatto con le persone che conosceva da sempre... era tranquillo nel suo cantuccio, nel suo rifugio, lontano dagli occhi della gente. Quindi io credo che mio padre fosse felice, equilibrato: un saggio...".
Sono parole di grande rispetto per un uomo che vive con dignità la sua  condizione, per mediocre che fosse, accontentandosi di quel, poco, che aveva.
Una filosofia che la moglie osteggiava apertamente,con scontri quasi quotidiani per il suo non essere interessato alla carriera e a salire i gradini della scale sociale.
Questi scontri ferivano il piccolo Georges che aveva sviluppato un amore e un solidarietà particolare con il padre 
Poi il padre si ammalò al punto di non poter più lavorare e le lamentele di Henriette aumentarono.Soprattutto accusava il marito di non essersi fatto un'assicurazione sulla vita, finché lavorava nell'agenzia. E' ancora Simenon che ci spiega come andarono le cose
"...la verità su questo fatto la seppi solo quando mio padre era ormai morto. Lui aveva tentato più volte di stipulare un polizza vita, ma i medici, gliela avevano rifiutata. Ebbene, per vent'anni mio padre si è lasciato violentemente rimproverare da mia madre... Ma lui non rispondeva mai, abbassava la testa e non ha mai detto - Non l'ho fatto perché sono malato -  E' poi morto a quarantaquattro anni di un infarto al miocardio...".
Nasce da qui il difficilissimo rapporto tra Georges e sua madre? Senz'altro questa situazione contribuì non poco a creare un baratro tra figlio e madre.  Ma anche lei non nascondeva affatto la sua preferenza per il fratello, cosa che non poteva non far soffrire il nostro.
Ma forse c'è qualcosa in più. Georges era, e soprattutto sarà, molto diverso da Desiré, ma nella sue varie aspirazioni c'era sempre un posto per il richiamo ad una vita semplice e morigerata... certo il contrario di quello che è invece stata la sua vita fino a...
Fino al suo addio alla grande villa d'Epalinges, a quasi settant'anni, quando lasciò tutto (arredi, automobili, libri, argenterie, quadri, etc...)  e andò a vive con la sua Teresa in un piccolo appartamento in un condominio. E da allora la sua vita subì una sterzata  notevole. Negli ultimi vent'anni della sua vita Simenon divenne, come diceva lui, "uno come gli  altri", diremmo noi uno come suo padre, che non aveva più tragaurdi da raggiungere, che viveva alla giornata, godendo delle piccole cose che lo circondavano, senza più aspirare a chissà cosa. E questo Georges è forse quello più simile e più vicino a papà Désiré. (m.t.) 

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