venerdì 28 giugno 2019

SIMENON SIMENON. E ORA LA PIPA DI SIMENON CI RACCONTA DEL SUO PADRONE

Tra il serio e il faceto, la pipa (o meglio le pipe) ci svela/no dei segreti dello scrittore, che conosce visto che lo segue dappertutto

SIMENON SIMENON. ET MAINTENANT LA PIPE DE SIMENON NOUS PARLE DE SON PATRON
Entre sérieux et facétieux, la pipe (ou plutôt les pipes) nous révèle(nt) les secrets de l'écrivain, qu'elle connaît puisqu'elle le suit partout
SIMENON SIMENON. AND NOW SIMENON’S PIPE SPEAKS TO US ABOUT ITS BOSS
Between serious and facetious, the pipe (or rather the pipes) reveals(reveal) the writer’s secrets it knows since it follows him everywher                                                                




Un’icona nell’icona. Ci riferiamo alla pipa che incontestabilmente possiamo assurgere a icona del più famoso personaggio di Georges Simenon, Maigret, lui stesso ormai un’icona della narrativa simenoniana. 
Ma non si tratta solo di Maigret. L’icona riguarda anche lo scrittore che, a stare alle fotografie e ai filmati che abbiamo di lui, non c’è un fotogramma che non veda lo scrittore con la pipa tra i denti, in mano, sul tavolo, accesa o spenta, agitata distrattamente mentre parla, o mentre lo si vede concentrato ad accenderla. Insomma foto di Simenon senza pipa ci sono, ma sono molto rare. 
Ci chiediamo a questo punto, visto che indiscutibilmente si è addirittura verificato, tra autore e personaggio, un “trasferimento dell’icona”, che importanza e quale significato vada dato a tutto ciò. 
Infatti un conto è fumare la pipa ogni tanto dopo aver fatto un buon pranzo, in un giorno freddo d’inverno, o come rituale serotino, una, due, anche tre volte al giorno. Altro invece è avere questo arnese da fumare sempre in mano, con il fornello pieno o vuoto, da solo o in compagnia, la mattina come la sera e, preoccuparsi (perché siamo convinti che alla fine anche di questo si sia trattato) che quando lo fotografavano o lo filmavano la pipa in qualche modo stesse sempre in campo… Mai una volta che fosse rimasta in tasca o su un mobile fuori inquadratura, oppure nascosta da un altro oggetto. 
A questo punto forse vi è più chiaro il perché ci occupiamo di questo argomento che di primo acchitto potrebbe essere risolto con la motivazione “Simenon era un fumatore di pipa, un forte fumatore…”. Ma questo non spiega tutto quello che abbiamo detto più sopra e in definitiva il fatto che lui e la sua pipa, da un punto di vista dell’immagine, sono evidentemente dei comprimari e che questo ruolo di primo piano si è riproposto, senza variazione, nei romanzi del commissario che sarebbero anche potuti intitolarsi: “Maigret, la sua pipa e il caso…..”. 
L’idea di pipa, quella che riassume tutte le pipe innumerevoli possedute da Simenon e le altrettante, immaginarie e letterarie usate dal commissario, svolge quindi una funzione metaforica sia nella vita che nella letteratura del romanziere. 
Certo, si dirà, in quegli anni il consumo delle sigarette era ancora molto ridotto e i sigari erano ancora un fumo per pochi, pensiamo soprattutto a quelli che venivano dal Centro-America. Le pipe in radica si diffusero in Europa intorno al 1800, e nei primi del ‘900 ebbero il massimo della loro popolarità. 
Sicuramente non era in assoluto uno "status symbol" da esibire, visto che esistevano pipe di legno d’infima qualità, accanto a costosissimi modelli in radica lavorati in Inghilterra. 
Insomma la ragione di questo rapporto quasi compulsivo con la pipa deve avere le sue radici in altri ambiti. 
Potremmo azzardare che quello della pipa è in grandissima parte un elemento di utilizzo maschile. Potrebbe aver a che vedere con qualche complesso di virilità? Certo di Simenon non si può dire che avesse dei problemi con le donne, anzi semmai... Questo forse potrebbe valere per Maigret che invece è un casto e fedele marito… senza scappatelle o tradimenti. 
Ma la pipa potrebbe essere un testimone. Un punto fisso nella tormentata e movimentata vita di Simenon, che tra deplacement dai luoghi e le oltre trenta abitazioni, mogli o compagne, viaggi, idiosincrasie per il consesso dei letterati, l’acool che in alcuni momenti della sua vita era divenuto quasi una dipendenza e che poi abbandonò praticamente del tutto. Le accuse di essere discendente degli ebraici di Simon, tacciato di fare il collaborazionista con i tedeschi nella Francia occupata, guardato con sussiego dai critici letterari che continuavano a vedere in lui uno scrittore di polizieschi e non un romanziere, con l’aggravante di scrivere troppo veloce, cosa che non veniva ritenuta una garanzia per la qualità dei suoi scritti. 
Insomma la rutilante vita di Simenon ha naturalmente compreso anche una serie di insicurezze, di situazioni poche chiare, di disillusioni e di amarezze, e forse la pipa potrebbe simboleggiare un elemento di continuità e di stabilità. Una sorta di testimonial, come se solo l’essere presente le consentisse di garantire le autentiche caratteristiche del letterato e dell’uomo. Un punto fisso semplice attorno a cui ha girato la sua vita e quella del suo commissario. 
Ma può un pipa assolvere a tutto ciò? 
Crediamo di sì. Come un qualsiasi elemento che assuma un valore simbolico e rappresentativo, aldilà delle sue caratteristiche materiali, e inoltre, come abbiamo prima detto della pipa, si tratta di un’idea di pipa che riunisce in sé tutte le pipe che hanno accompagnato la vita di Simenon e tutte quelle che lo scrittore ha fatto fumare al suo commissario. (m.t.)

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