Maigret lavora nella metropoli, ma le origini sono nella campagna e la "retraite" sarà anch'essa campagnola
SIMENON SIMENON. LA VIE CITADINE D'UN COMMISSAIRE D'ORIGINE CAMPAGNARDE
Maigret travaille dans la métropole, mais ses racines sont en campagne et sa retraite sera aussi rurale
SIMENON SIMENON. THE CITY LIFE OF A CHIEF INSPECTOR OF COUNTRY ORIGIN
Maigret works in the metropolis, but his roots are in the country and his retirement will also be rural
Maigret
è un po’ grossolano? Grosso di sicuro, anzi massiccio, come lo definisce il suo
autore. In realtà grossolano significa anche rozzo, sgradevole, non educato…
Insomma una serie di caratteristiche che mal si attagliano al nostro
commissario, anche se è tendenzialmente taciturno, un po’ scontroso, a volte
brusco nei modi, talora a disagio in certi ambienti, come un elefante in una
cristalleria.
Ma
questo deriva dalle sue origini “contadine”?
Beh,
allora va precisato che Maigret, nella biografia che ci viene presentata da
Simenon, è nato sì in campagna, nell’Allier. Ma era figlio dell’amministratore
del Castello di Saint-Fiacre, con annessi tremila ettari e ventisei fattorie. E
questo significa che era cresciuto in confidenza con la campagna e con la
natura, animali compresi, e che i suoi primi compagni di gioco erano stati
figli di contadini, allevatori, fattori. Quindi la dimensione della campagna,
il gusto per le cose semplici, i modi spicci e un po’ sempliciotti non gli
erano certo estranei. Ad otto anni gli muore la madre, a diciott’anni s’iscrive
alla facoltà di medicina, ma la morte del padre lo costringe a lasciare gli
studi. Si trasferisce nella capitale dove cercando cercando trova lavoro nella
polizia parigina. Inizia la sua carriera come agente ciclista, poi passerà
segretario alle dipendenze di un commissario di quartiere e quindi verrà il
trasferimento a Quai des Orfèvres.
Il
passo è fatto. Jules Maigret è diventato un cittadino. E lo sarà sempre di più.
Certo alcune delle sue inchieste lo riporteranno qualche volta in provincia, ma
il suo habitat naturale sarà la città, o meglio una metropoli, e, visto che
parliamo della Parigi dei primi decenni del secolo, anche molto cosmopolita. Il
suo lavoro lo porta a contatto con tutti gli ambienti, e quindi dalle classi
agiate e ambienti esclusivi, alla borghesia ma anche agli operai, ai
battellieri che vivevano sulle peniche nei canali… Insomma deve abituarsi a
trattare con tutti, e la sua anima semplice e la sua ascendenza campagnola a
tratti torna in superficie.
Ma è
sposato, vive, in una zona centrale di Parigi, città che man mano inizia a
conoscere come le sue tasche. E’ un parigino ormai acquisito potremmo dire
abituato ai ritmi e alle abitudini cittadine. La sua natura campagnola esce un
po’ allo scoperto quando si tratta di mangiare: piatti semplici e un po’
pesanti sono i suoi preferiti, come pure il vino semplice (niente sofisticate
cuvèe dei vini francesi), un bianco sfuso, la birra, ma anche qualche alcolico
fatto in casa come la prunella che la sorella della moglie manda
dall’Alsazia. Anche il fatto di non
prestare quasi attenzione all’abbigliamento denota una certa caratteristica
campagnola e se non fosse per M.me Louise, certo non sarebbe ordinato e
dignitoso come si conviene ad un commissario della polizia giudiziaria.
Maigret
è nell’animo un campagnolo. La riprova? Leggete le inchieste che lo portano al
sud, sulla costa e vicino al mare. E’ il caso di dire che è un pesce fuor
d’acqua. Guarda quasi con stupore, come fossero alieni le persone in spiaggia,
in costume, oppure gli uomini che passeggiano per le vie in calzoni corti,
magliette a mezze maniche e sandali. E lui invece, imperterrito, con giacca, bretelle e scarpe come a Parigi. E’
vero che si trova lì per lavoro, ma non riesce ad amalgamarsi con quella gente.
Unica concessione, un leggero cappello di paglia contro il sole cocente.
E
infine, quando si tratta di pensare ad una casa per i weekend (che poi diverrà
la sua casa da pensionato), la scelta cade molto lontano dal mare, ma non
dall’acqua. Meung-sur-Loire, nella campagna a sud di Parigi, si appoggia al
fiume, ma tra il fiume e il mare per il commissario c’è una bella differenza.
Maigret riscopre a poco a poco il piacere di coltivare un orto: zappettare,
innaffiare, potare, o di pescare, oppure di giocare a carte di pomeriggio nel
piccolo bar del paese… Insomma torna ad immergersi in una dimensione
campagnola, prima solo per i weekend (ed è la moglie a guidare l’utilitaria che
hanno acquistato), poi, una volta scattata la famosa “retraite”, come
sistemazione stabile, ma…. Ma il suo appartamento di Boulevard Richard Lenoire
non è stato venduto, né affittato… è lì pronto ad accoglierlo quando qualche
inchiesta lo dovesse chiamare a Parigi o qualche nostalgia cittadina dovesse
farsi sentire! (m.t.)
Nessun commento:
Posta un commento
LASCIATE QUI I VOSTRI COMMENTI, LE VOSTRE IMPRESSIONI LE PRECISAZIONI ANCHE LE CRITICHE E I VOSTRI CONTRIBUTI.